domenica 29 aprile 2012

Rush - Practice Makes Perfect - 09-08-1979



Rush
09-08-1979

Practice Makes Perfect
Alpine Valley Amphitheater, East Troy
Voodoo Records #VR51/52

Rare Rush Bootleg

sabato 28 aprile 2012

Song to (re)discover: Cherry Red - Sangue Rosso Ciliegia


Incastonata nel plumbeo intrico di Split (brano di 20 minuti, tutto il lato A dell’album…) Cherry Red riporta la “forma canzone” nella più acuta fase underground dei Groundhogs, anno 1971. Ennesima variazione su standard hendrixiani, il brano del Reverendo McPhee rimbomba come un incubo all’alba di una notte trascorsa tra polluzioni sanguinolente e sudori freddi sul tremolo della Fender; una deformazione più splatter di certi Bloodrock, dove Peter Cruikshank, il bassista dal nome più impronunciabile del Regno, percuote il suo strumento con una clava, sostenendo un riff cavernicolo, saturo, stonato ma irresistibile,  mentre il collega Ken Pustelnik si crede Mitch Mitchell epilettico e McPhee estrapola il falsetto maligno di un goblin affamato per il chorus del pezzo. Una versione grunge dei Cream più rozzi. Alla terza ripartenza, chitarra-basso-batteria è impossibile non ritrovarsi a scuotere testa e piedi in preda ad allucinazioni sonnambule.

giovedì 26 aprile 2012

Randy Holden - Discography and Playlist


DISCOGRAFIA SELEZIONATA

The Sons Of Adam

Ep
Sons Of Adam (Moxie 1032) 1980

45s
1 Take My Hand/Tomorrow's Gonna Be Another Day (Decca 31887) 1966
2 You're A Better Man Than I/Saturday's Son (Decca 31995) 1966
3 Feathered Fish/Baby Show The World  (Alamo 5473) 1966

mercoledì 25 aprile 2012

Musica per Immagini – Per un Museo Virtuale di Rock-Design - A che punto siamo?



Con l’ampia galleria dedicata a  Storm Thorgerson e al lavoro di Hipgnosis si conclude la parte monografica del nostro “museo virtuale” di Rock Design. E’ stato un percorso lungo, a volte disorganico, sicuramente divertente da comporre, speriamo piacevole da sfogliare. Oltre 200 immagini, una ventina di post, il primo datato addirittura 2 settembre 2011: il tempo non fa sconti.
Un breve sommario per non perdere la strada:


domenica 22 aprile 2012

Randy Holden – Un pioniere oltre il muro del Suono - Pt.2


VAI ALLA PRIMA PARTE

Randy era di nuovo senza lavoro ma a questo punto l’incontro tra i Blue Cheer e il Virtuoso Solitario fu l’inevitabile happening tra due mostri sonori: erano i musicisti che avevano fama di utilizzare il maggior numero di amplificatori sulla costa Pacifica e il loro matrimonio pareva celebrarsi in cielo. Randy raggiunse i Blue Cheer nel 1968 in tempo per incidere il lato B di New! Improved!, un album che segnò il distacco del furibondo trio di Dick Peterson dallo stoner motociclistico degli esordi. Alla chitarra, al posto di un esausto Leigh Stephens, un altro Stephens, Bruce e in più il pianista Burns Kellogs. Il lato A del LP diventò un’ educata collezione di bozzetti west-coast, tra il folk elettrico di Dylan e le divagazioni soffuse di Jerry Garcia (ma l’appeal “southern” di Aces & Heights non è male). Con l’ingresso in scena di Holden il tono cambia drasticamente: tre brani, due molto estesi, concepiti come una suite lunga tutto il secondo lato che si riallaccia idealmente alla What Can I Do for You degli Other Half, privilegiando al mordente rock n’ Roll  una solennità contemplativa e a tratti ridondante.
Introdotto da una lunga assolvenza di gong in feedback, il tono profondo e rilassato di Holden traccia uno dei grandi classici dell’Hard-Psych, definendo forse per primo la fusione tra i due stili che si sarebbero presto avvicendati al top delle chart transatlantiche. Dopo un delicato e ciclico arpeggio orientaleggiante di placido torpore, gestendo con perizia le sovra incisioni, Holden termina la solenne Peace of Mind con una ragnatela di chitarre baritonali e pensose. Lo stesso tono domina anche il suo cavallo di battaglia Fruit and Iceburgs: un Hard-Rock che si avvolge ad un riff elicoidale discendente e sinistro doppiato dal rintocco del basso e sferzato da una linea di canto semplice ma sottilmente ambigua. Chiude con grazia acustica e pastorale Honey Butter Lover un frammento di “adagio” che sa di Prog ed è la faccia nascosta della strafottenza sonora di Holden, segnando un pattern “Hard-Soft” che presto sarà dogma per molti gruppi AOR. Il sigillo finale del gong di Paul Whaley è anche il sigillo sulla permanenza di Holden con il terzetto di San Francisco.
La relazione coi Blue Cheer durò giusto lo spazio di circa 15 minti di musica su disco e di un travagliato tour per gli Stati Uniti; di nuovo incapace di trattenere buoni rapporti con un gruppo già consolidato, lasciò la compagnia nel 1969. New! Improved!, di fatto un’opera spuria e di transizione tanto per Holden quanto per i Blue Cheer, sarebbe stato solo l’anteprima del successivo, definitivo, lavoro del chitarrista: quel Population II che è il suo massimo testamento artistico e album oggi di culto assoluto per collezionisti e appassionati di estremismi da fine anni ’60.

sabato 21 aprile 2012

21-04-2012 – Record Store Day



C’è sempre emozione nello scartare un nuovo disco, estrarlo dalla busta e metterlo sul piatto; emozione per il nuovo oggetto in nostro possesso; emozione per quella ci aspettiamo (o speriamo. o crediamo…) possa essere “La Musica”, quella che ci cambierà la vita. Lo sapeva bene Lester Bangs, che in una pagina di Guida Ragionevole al Frastuono più Atroce descrive questi attimi di trepidante attesa:

venerdì 20 aprile 2012

Status Quo - 03-14-1975 - Live in Madrid


Benvenuti nel regno dell’ Hard n’ Roll, trademark di uno dei gruppi più longevi del rock britannico. Questo raro “live footage” della televisione spagnola, documenta la band all’apice della sua frenesia ultraboogie dell’Era Vertigo di On The Level; un’ora di concerto in un bianco e nero molto vintage.
Da non perdere le chitarre più gemelle del periodo, Rick Parfitt e Francis Rossi, con tanto di headbanging sincronizzato a cui, nei momenti di massimo climax si univa anche il bassista e cantante Alan Lancaster, come immortalato sulla cover di Piledriver. Chuck Berry mai avrebbe immaginato che i suoi riffs avrebbereo generato degli scalmanati del genere!
Buona visione!

giovedì 19 aprile 2012

Storm Thorgerson - Art Gallery

La Fotografia dell'Impossibile

Dopo il formale scioglimento dell’equipe, nel 1982, Storm Thorgerson  ha continuato a produrre artwork a suo nome. Anche oggi è molto attivo con collaborazioni con i gruppi di punta della scena rock anglosassone. Con l’avvento del CD poi Storm costruisce design a 360° per copertine, booklet, label del CD e singoli.



Dream Theater - Falling Into Infinity (1997)
Copertina (fronte)
Storm Thorgerson – Design
Tony May – Fotografia


mercoledì 18 aprile 2012

Randy Holden – Un pioniere oltre il muro del Suono - Pt.1



Questa è la storia, breve, di uno dei grandi esploratori delle frontiere sonore che si estendono oltre il Volume, oltre la Distorsione, oltre il Feedback. La storia di una chitarra in grado di piegare le onde elettromagnetiche attorno sé. Una storia interrotta e poco conosciuta. La storia del primo guitar-hero anarchico del Rock, che in un desolato teatro di periferia inventò il Doom e forse tutto quanto il Metal. Randy Holden.

lunedì 16 aprile 2012

Captain Beyond - It's Our Life - Texas 1973



Captain Beyond
Texas 1973
Possibly: June 10, 1973 University Of Texas Hall, Arlington, Texas
It's Our Life

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domenica 15 aprile 2012

Riletture Americane - L'Esattezza - Pt.2 - Dietro al mantello del Prestigiatore



Negli anni ’30 John e Alan Lomax potevano vagabondare per 12.000 miglia attraverso gli stati del sud con un registratore a bobine e un microfono per incidere a presa diretta le canzoni di Leadbelly, Son House o Mississippi Fred MacDowell. La loro fu una delle più pure esperienze musicali del secolo passato: nessun intermediario, nessuna sovrastruttura, un’avventura più antropologia che “pop”, dall’esecutore al consumatore tutto attraverso un singolo “medium” per immagazzinare i dati. Un medium, quest’ultimo, utilizzato sul campo in un modo del tutto insolito ma redditizio, sfruttato per immagazzinare cultura peronta per essere redistribuita. Il tutto nonostante le inevitabili difficoltà tecniche.

sabato 14 aprile 2012

The 10 Best & Lost Guitar Solos From ‘60s


Una nuova infornata di classici scomparsi, frutto di agguerrittissima schiera di riservisti rock che compongono una seconda linea che nulla ha da invidiare ai Soliti Noti; Clapton, Hendrix, Garcia ed Harrison lascino spazio alle “riserve” dunque!

venerdì 13 aprile 2012

TVEye - Blue Oyster Cult – Hollywood - 1981-10-09


Tutine spaziali manco fosse la versione americana dei Mott The Hoople, chitarroni Hard-Rock e testi di morbosa paranoia urbana: sono i Blue Oyster Cult in tutto il loro astronomico splendore. Oltre un’ora di grandi classici di questi veterani di guerre psichiche, addobbati con fontane di fuoco, Harley-Davidson rombanti in scena e addirittura 4 metri di Godzilla gonfiabile e sputa fuoco, a sottolineare un riff megalomane e ultra-tamarro di elementare devozione  BlackSabbathiana. Potrebbe essere l’ultimo grande B-Movie dei ’70: Iron Man vs. Godzilla. Chi ne uscirebbe vincitore?
Buona visione!

martedì 10 aprile 2012

Hipgnosis - Album Art Gallery - Approfondimenti

La Fotografia dell'Impossibile

Tra gli innumerevoli art work, quello per Dirty Deeds Done Dirt Cheap degli AC-DC è forse uno dei meno riusciti, sicuramente poco in sintonia con gli accordi grezzi e ripetitivi dei fratelli Young, difficilmente riferibili al sofisticato mondo concettuale di Storm Thorgerson. Molto più efficace era in effetti la cover della prima stampa del disco, pubblicata nel 1976 solo in Australia. La Hipgnosis lavorerà sull’edizione inglese dello stesso anno che sarà poi distribuita in USA solo nel 1981, dopo i successi di Highway to Hell e Back in Black.



AC/DC  - Dirty Deeds Done Dirt Cheap (1981)
Hipgnosis  -  Copertina (fronte)

lunedì 9 aprile 2012

Sons of Anarchy - Unofficial Soundtrack - Season 4 - CD 1



"The bond that holds this club together isn't about love or brotherhood anymore. We lost that a long time ago. It's just fear and greed now."

domenica 8 aprile 2012

The New Original Seattle Sound - The Sonics - Pt.4



I 5 di Tacoma, nel 1966, erano all’apice del loro successo e aprivano i concerti di Kinks e Beach Boys quando transitavano nello stato di Washinghton; le radio locali passavano in continuazione le loro hit da The Witch a Psyco; erano pronti per un tentativo di lancio su scala nazionale; ma erano anche totalmente estranei a ogni sommovimento musicale e sociale dell’epoca. Introducing the Sonics, del 1966, primo album per la Jerden, fu il loro tentativo di sfondare sul mercato nazionale. Inevitabile, per una distribuzione più massiva, ripiegare su una produzione maggiormente levigata e su un suono più pulito e morbido. L’influenza maggiore non sono più i Kinks quanto i più seriosi e composti Yardbirds; anche la copertina preferisce alle tonalità scure e monocromatiche, dei bei riflessi verde acido. I 5 musicisti sono perfino ritratti abbigliati in ghingheri con gilet spagnoleggiante. Fu inevitabilmente un errore madornale: vero è che forse il loro sound e il loro atteggiamento non avrebbero mai sfondato nell’americano medio, ma è vero anche che quando si altera e si snatura un meccanismo collaudatissimo e artisticamente impeccabile, si finisce sempre per perdere l’identità propria di una band. L’identità dei Sonics era legata a elementi semplici e generalissimi: volume, minimalismo produttivo, impulsività; tre caratteri in realtà non così facili da riprodurre in studio e fissare su vinile; furono i primi a essere persi. Non che l’album sia mediocre, anzi è perfettamente sintonizzato sulle frequenze del momento: pieno di effetti e di riverberi, anche di lunghe parti strumentali; sorprende in tutto questo la presenza dei vecchi classici The Witch e Psycho, avulsi dal contesto come due reperti neolitici in un Oxygen Bar di Amsterdam: salta agli occhi (e alle orecchie) lo scarto con il vecchio sistema di sottoproduzione, tanto da sembra che le stesse canzoni siano opera di gruppi diversi. Eppure il riff discendete di I’m going home è efficace e la canzone ossessiva e martellate; non sono male neanche You Got Your Head on Backwards e I'm a Man, suonate in puro stile “blues revival” inglese (Stones e Yardbirds su tutti). Certamente manca la hit clamorosa, quella con la possibilità di trascinarsi l’intero album dietro, la Pushin’ too hard (dei Seeds) o la Psychotic Reaction (dei Count Five) di turno, capaci da sole di illuminare LP altrimenti alquanto di routine. Così finisce che le tracce migliori sono le cover delle “vecchie” Bama Lama Bama Loo Diddy Wah Diddy più congeniali all’approccio scatenato di un tempo.

sabato 7 aprile 2012

Led Zeppelin - Complete Seattle - 1973-07-17



Led Zeppelin
July 17, 1973

Complete Seattle
Seattle Center Coliseum
The Diagrams Of Led Zeppelin  TDOLZ VOL.98

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venerdì 6 aprile 2012

Riletture Americane - L'Esattezza - Pt.1- Apollo o Marsia?



“Categorie calviniane” applicate alla Popular Music - L'Esattezza - Parte 1


Cominciamo con un aneddoto riportato da Stephen Davis nella celebre biografia dei Led Zeppelin “Il martello degli Dei”.

Dietro le quinte, Relf e il cantante degli Hollies incominciarono a spaccare i vassoi del refettorio con colpi di karatè. Relf si ruppe tutte le dita di una mano, che finirono per gonfiarsi come salsicce, e si precipitò nuovamente al bar per alleviare il dolore. Durante il secondo set degli Yardbirds, Relf era ubriaco marcio: mentre la band eseguiva i propri classici, scoreggiò nel microfono, mandò affanculo gli studenti attillati nelle loro divise e poi incominciò a strisciare sul palco. Quando si rialzò, cadde all'indietro contro la batteria e dovette essere trascinato via. In mezzo al pubblico, Page si teneva la pancia dal gran ridere. Per il terzo set legarono Relf con una cinghia all'asta del microfono e suonarono versioni strumentali di tutti i loro classici. Nei camerini, dopo lo show, Paul Samwell-Smith abbandonò gli Yardbirds disgustato.

giovedì 5 aprile 2012

Hipgnosis - Album Art Gallery - 1974-1981

La Fotografia dell'Impossibile

Il binomio Hipgnosis-rock progressivo continua anche alla fine degli anni ’70 quando i designer si avvicinano allo stile AOR molto in voga in America.



Yes - Going for the One (1977)
Hipgnosis  -  Copertina (fronte)

mercoledì 4 aprile 2012

TVEye - UFO - Roundhouse Theatre - 1975-12-18


UFO - Roundhouse Theatre - 1975-12-18

Boccoli e frangette imbarazzanti, Pete Way a gambe divaricate che pare il fratello scomparso di Steve Harris, tanta melassa hardmelodica ma tutto il fascino kitsch del nascente AOR in un tempio dell’underground londinese; e un efebico, biondissimo, smunto e quasi androgino Michael Schenker in stato di grazia.
Video non perfetto ma audio eccellente. Buona visione!

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