domenica 30 dicembre 2012

Bassholes - Bassholes



Tutti stretti in un angusto juke-joint di marca Fat Possum, mentre qualche stracciato bluesman si sforza di sembrare Jon Spencer di supporto a R.L. Burnside; e nei momenti migliori ci riesce quasi.
Il vecchio mestierante Don Howland, già coi Gibson Brothers e qui all’ennesima uscita marcata Bassholes, rinforza il legame con vecchie piantagioni di cotone e si associa ad un batterista di colore fingendosi parte di un duo: in realtà, nelle tantissime 14 canzoni di Bassholes, gli ospiti fanno la fila fuori dalla sala d'incisione, ognuno col suo sound vintage in tasca: banjo, dobro, armonica…
E allora eccoli i nuovi forzati indie-roots, ordinati in una chain gang con qualche fronzolo, che suonano come dei Black Keys invecchiati cercando di copiare i Tarabox Ramblers con la foga di Hound Dog Taylor. Bella la cover blues-punk di Broke Down Engine, Daughter è una scalcagnata parodia country alla Stones e la caoticissima jam Caravan Man sfoggia il rantolo chitarristico più scaltro del lotto. Poi tanto sound down home, sferragliamenti ferroviari, produzioni  anticate ad arte, immagini impolverate e color seppia neanche fosse una compilation della Excello. C'è addirittura un'incomprensibile cover di Heaven And Hell degli Who. Cosa non si trova rovistando in soffitta.

domenica 23 dicembre 2012

The Evil Monkey’s Backpages – La Saga



Ci fu un periodo in cui questo Blog distribuiva una fanzine autoprodotta dal titolo “The Evil Monkey’s Backpages”: quattro facciate in formato A4 pensate per diffondere i contenuti in una forma diversa, meno interattiva e assai vintage.
Dal punto di vista della resa “commerciale” fu un progetto assolutamente fallimentare: troppo tempo perso in impaginazioni complesse, troppe risorse per sfornare versioni PDF, Jpg e Doc da distribuire su differenti canali. E poi scarsa diffusione, scarso "pubblico" e di fatto una mini rivista che era per metà in italiano, per metà in inglese, che poco o nulla aggiungeva ai contenuti già presenti sul blog. Un tentativo maldestro.
In tutto furono prodotti nove numeri mensili, da luglio 2011 a marzo 2012.
Ora, a 10 mesi di distanza dall'ultima uscita, rovistando negli archivi, ho ricomposto in un unico "album" tutte le uscite di The Evil Monkey’s Backpages: sono una ventina di pagine in formato A3, in rigorosissimo bianco e nero. Essendo state impaginate per la stampa di un pieghevole, le facciate non sono ordinate in sequenza ma la successione è pagina 4 (il retro), poi 1, 2 e 3: provate un po’ a raccapezzarvici, se ci riuscite!

E comunque ne vale la pena: è gratis ed è probabilmente la fanzine più rara del web!
Magari tra vent'anni diventa oggetto di culto!

Consideratelo il secondo regalo di Natale del blog (dopo il poema su Led Zeppelin IV)

venerdì 21 dicembre 2012

Led Zeppelin IV – Il poeta (bonus)


Per gli inesausti di Led Zeppelin IV, una piccola strenna natalizia nella lunga maratona degli “Esercizi di Stile” su Zoso, un album che ormai mi esce veramente dalle orecchie!
Avete mai pensato a cosa potrebbe succedere se un esaltato poeta settecentesco si riscoprisse un fanatico del suono del Dirigibile? Un mix… spaventoso!

P.S. Si accettano volontari per la parafrasi.

mercoledì 19 dicembre 2012

Effetto Chicago


Allora dissero “Non possiamo seppellirla nella terra nera” e fecero fare una bara di cristallo, perché‚ la si potesse vedere da ogni lato, ve la deposero, vi misero sopra il suo nome, a caratteri d'oro, e scrissero che era figlia di re. Poi esposero la bara sul monte, e uno di loro vi rimase sempre a guardia.

martedì 18 dicembre 2012

Noel Gallagher e l’Evo Moderno


Quello che segue è lo stralcio di un articolo-intervista sul (ex) chitarrista degli Oasis apparso sul quotidiano La Repubblica il giorno 9 Dicembre 2012.

È cresciuto,ha quarantacinque anni, parla con la pacatezza di un nonno. Niente più colpi di testa, basta con le droghe ,le sbronze sempre più rare e solo lontano da casa. «Se in questi mesi ho ricevuto una lezione è questa: finché fai buoni dischi il pubblico è sempre dalla tua parte, anche in quest’epoca di grande crisi», assicura. «Oggi bisogna ragionare in un modo diverso, se vendi 1,5 milioni di dischi raggiungi almeno un’audience di 6,5 perché cinque milioni riescono ad averlo gratis. Il merito è, ora come allora, della canzone, la chiave d’accesso a milioni di persone. Tu scrivi una piccola melodia ispirata al tuo mondo, alla tua piccola realtà, e scopri che dall’altra parte del pianeta, in Uruguay, un ragazzo canta quelle parole con le stesse intenzioni. Questa è la magia del rock. La tecnologia ce la sta mettendo tutta per distruggerla. I computer, Internet, iTunes, grandi innovazioni, prodezze dell’ingegno umano — ma hanno fatto bene aI rock’n’roll? Non mi pare. Hanno aiutato a far conoscere musica migliore? Non credo. Hanno contribuito a migliorare la qualità? Tutt’altro. Ma se il mondo gira così, devi girare con lui; se il rock’n’roll diventerà un giochetto alla stregua dei videogame non ci resta che fare i pupazzi».

sabato 15 dicembre 2012

Le brutte recensioni – Proposte per testi diversi (parte 2)


Lessico

Il lessico è una miniera inesauribile di soluzioni nuove; esplorate un dizionario per scoprire nuovi tesori che mai avreste pensato di potere utilizzare in una recensione rock!
Per esempio l’uso di un lessico settoriale diverso da quello musicale è un buon modo per evitare frasi fatte ed aggettivazioni abusate. E’ una pratica che funziona bene in abbinamento al precedente (la concettualizzazione), restituendo omogeneità e progettualità alla recensione. Per esempio se estrapolo concetti di design, posso puntare su attributi tratti da questo settore; con generi assai caratterizzati come lo Space Rock o la Cosmische Music l’accostamento al settore fisico-astronomico è quasi d’obbligo; la rumorosità del noise è ben affiancabile a terminologie meccaniche o industriali.
La scrittura scientifica, per dirne un’altra, offre molteplici possibilità di aggettivazione interessante: pachidermico, ferino, rettiliano, invertebrato, larvale… solo restando nel campo “biologico”. Archeozoico, neandertaliano, megalitico, australopitecino… in campo geologico. Per esempio, al posto di riff primitivo, riff mesozoico è, se non più efficace, almeno più originale e ricercato. Attenzione, più i termini sono difficili e specifici, più vanno utilizzati con parsimonia, altrimenti al lettore occorre un dizionario!
Altro campo semantico utile è quello relativo alla tecnologia e ai motori: cromato, smaltato, rotante, monofase, assemblato… ; piccole miniere di parole spesso trascurate.

giovedì 13 dicembre 2012

Le brutte recensioni – Proposte per testi diversi (parte 1)


  
Dopo una serie di articoli piuttosto censori, credo sia d’obbligo qualche personalissima proposta per testi, non migliori, ma magari un po’ “diversi”. Come al solito, non mi permetto di dare lezioni né di italiano né di scrittura creativa, questi spunti sono solo linee guida che nel tempo ho formalizzato e cercato di seguire per dare un po’ di duttilità e utilità al “formato recensione”, evitando di ricadere nei soliti luoghi comuni, nella solita sintassi stereotipata, nei consueti giudizi telefonati.
Come premessa una regola importante da tener sempre a mente: scrivere recensioni “di qualità” non è facile. L’opinione comune sembra non essere del tutto in accordo, ma io ne sono fermamente convinto. E il fatto di conoscere, magari anche a memoria, l’album che andiamo a recensire è solo il punto di partenza: condizione necessaria e NON sufficiente.
Detto questo, qualche personale “buon proposito”.

sabato 8 dicembre 2012

Led Zeppelin IV – Il narratore (esercizi di stile)


Questo personaggio vi accompagnerà lui stesso nella recensione in quanto, oltre che autore, ne è anche narratore interno. Da qui il largo utilizzo della prima persona e di frasi ricche di pronomi e aggettivi possessivi a formare espressioni del tipo: “a mio parere”, “mi fa venir in mente”, “per me”… E’ comune il tentativo di dare un taglio più narrativo al testo, fatto ben evidente nell’utilizzo di introduzione e conclusione collegate e a tema autobiografico. Spesso il testo degenera in uno scolastico “simil-tema-del-liceo” a sfondo musicale.

giovedì 6 dicembre 2012

Il medium liquido


Credo che i tempi siano "maturi" per ripubblicare in formato unitario alcuni piccoli articoli apparsi su questo blog ormai più di un anno fa; ho rimaneggiato pochissime cose; molte altre sarebbero da correggere, rivedere e aggiornare ma per ora mi accontento così.
Confido anche nel contributo e nella critica dei lettori per strutturare meglio questi appunti!
Potete trovare gli originali spulciando tra questi articoli.
  

martedì 4 dicembre 2012

L’alieno George e il Rock


George è un simpatico alieno proveniente da Kepler-22B; è atterrato sul nostro pianeta lo scorso settembre. E’ un incrocio tra il Roger di American Dad e il marziano Paul dell’omonimo film. E’ affabile, gentile, molto curioso; è in missione conoscitiva.
Quando è arrivato non conosceva alcuna parola di nessuna lingua terrestre; eccetto “pizza”. Quella la sapeva anche lui. Però ha una capacità intellettiva esponenzialmente superiore alla nostra: è riuscito ad imparare la logica delle lingue neolatine in una giornata. Compresi i fondamenti della costruzione delle parole e della frase, nei giorni seguenti ha studiato inglese, francese, italiano e tedesco. Ha un’enorme memoria ed una straordinaria capacità induttiva: riesce a capire la funzione delle parti meccaniche di qualunque motore solo osservandone la forma. Gli è stato sufficiente guardare alcuni quadri di Picasso, Mirò e Dalì per comprendere l’avanguardia pittorica del primo Novecento. Dopo la lettura di qualche rima di Blake, un sonetto di Goethe e l’ascolto di un lied di Schubert già dissertava di romanticismo. Il Partenone è bastato a fargli comprendere non solo l’architettura classica, ma addirittura il rapporto del pensiero greco con religione e natura. Mica male!
Esauriti i campi dei saperi “nobili”, George si è detto curioso di imparare qualcosa anche sulla cultura popolare. Domani sono previste lezioni sul fumetto, la televisione… e la musica rock.
Toccherà a me fornirgli le basi in quest’ultimo ambito.
E sono nel panico più totale.
Il tempo che abbiamo a disposizione è brevissimo, solo 15 minuti.
“Ma… gli basteranno?”
“Ha imparato il tedesco in mezza giornata… un quarto d’ora per qualche canzonetta è fin troppo!”
Certo che ai piani alti non fanno sconti. Si raccomandano di non impelagarsi in una “lezione frontale” ma di fornirgli solo degli esempi. Qualche ascolto azzeccato, e la sua capacità induttiva farà il resto.
Azzeccato… mica facile.
In quindici minuti potrei quasi fargli ascoltare quasi tutta Sister Ray: ma probabilmente si farebbe l’idea che il rock è un’orgia cacofonica per depravati annoiati della vita.
Potrei partire da Elvis: in tanti sostengono che è tutto è cominciato con lui. Poi passo a Beatles, Police e Muse: lineare, didattico… e molto “bianco”. Ci manca anche che mi accusino di volere negare la componente nera della musica popolare…
Potrei rimediare con un blues di Muddy Waters, la scena in cui i Blues Brothers ascoltano John Lee Hooker in Maxwell Street e poi magari uno di quei bei medley con cui gli Zeppelin chiudevano i concerti, che vanno da Cochran ai Guess Who. E lì però si fermano… mica può pensare che gli sto parlando di un genere morto e sepolto.
Ci sono: vada per i cosiddetti  “capolavori”. Good Vibrations, A day in the Life, Born to Run, Smell Like Teen Spirit, One, Seven Nation Army, … ma che senso ha alla fine? Voglio dimostrargli che il rock è tutto un capolavoro, o devo fargli comprendere la realtà, cioè che per una buona metà è fatto di banalità inaffrontabili? E poi, che cos’è un capolavoro? Una di quelle canzoni che popolano le infinite classifiche di cui solo sono capaci Rolling Stones o Kerrang o MTv?
Non so che pesci pigliare… un misero quarto d’ora, 3 o 4 ascolti per far comprendere ad un alieno di Kepler-22B  la musica rock.
Per fare il ruffiano potrei mettere su Mr. Spaceman. Per tenerlo alla larga magari gli faccio ascoltare gli Slayer. Per fargli capire chi comanda, vai con Henry Rollins. Con Kurt Cobain potrebbe andarmi in depressione, coi Guns mi diventa un ubriacone debosciato, coi Sigur Ros… bè coi Sigur Ros magari si rifugia in un letargo intergalattico per qualche eone. I Mars Volta gli farebbero pensare che il rock è un genere per intellettuali, gli AC/DC che è un passatempo per postriboli. Morrison gli confonderebbe le idee su quanto imparato dalla psicoanalisi freudiana; i capolavori di Dylan sono fuori scala per la media della musica commerciale. School’s Out sarebbe una buona scelta: cosa c’è di più “Rock” dell’ultimo giorno di scuola? Ma di nuovo penserebbe ad un gioco per bambini. E poi sto dimenticando del tutto il progressive… ma trovare un brano prog che duri meno di 15 minuti mica è facile… E la musica tedesca? Posso non fargli ascoltare i Faust? Ma soprattutto: i Faust fanno Rock?
Sono nel panico!
No, calma. Reset.
Riprendiamo il filo e cerchiamo di fargli capire poche semplici cose: ritmo, allegria pensierosa, rottura insistente e ostinata commercialità. Poi, mille scelte sono buone.
Cosi’, dopo due giorni di tentativi e 27 diverse selezioni, ho pronta la mia scaletta.

domenica 2 dicembre 2012

US Hard Rock Underground - Macho Songs


You put a greased naked woman on all fours with a dog collar around her neck, and a leash, and a man's arm extended out up to here, holding onto the leash, and pushing a black glove in her face to sniff it. You don't find that offensive? You don't find that sexist?
This is Spinal Tap

Avete messo in copertina una donna nuda, unta, a quattro zampe, con un collare da cane attorno al collo e il braccio di un uomo che tiene il guinzaglio e le sbatte in faccia un guanto perché lo annusi. Non lo trovate offensivo? Non lo trovate sessista?
This is Spinal Tap

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