venerdì 28 marzo 2014

Quei bravi ragazzi del Metal

Pubblico questa “invettiva” in ossequio al Manifesto, già diffuso da questo blog e da Detriti di Passaggio

***

C'è poco da fare.

I FAN DEL METALLO SONO IN ASSOLUTO I MIGLIORI A VENDERE LA LORO PASSIONE SUL WEB.

O meglio a “diffondere”, perchè loro sono sinceri, infervorati, credenti.

Discepoli

Grandi esperti del superlativo, virtuosi dell'iperbole e dell’inglesismo… e oggettivamente profondi conoscitori di Flash, HTML, php, ogni prodotto Adobe e compagnia bella.
Sanno usare parole come: drumming, metaller, platter; aggettivazioni come: memorabile, incalzante, definitivo, assoluto, fantastico, miracoloso.
Vorreste mai paragonarli all’understatement dell’indie rock, al low-fi del punk, alle ragnatele del classic rock?
Perchè navigando in rete, a volte pare che:

L'HEAVY METAL SIA LA SUPREMA ESPRESSIONE DELLA MUSICA POPOLARE OCCIDENTALE-ANGLOSASSONE.

La critica più feroce che si può rivolgere ad un album metal?
NON ESSERE ABBASTANZA METAL

(III legge di Tipton & Downing o della non scalfibilità dei metalli)

Talmente bravi ‘sti ragazzi che sono riusciti a creare un'intera tassonomia fatta di decine di generi differenti, alcuni dai nomi financo imbarazzanti:

Avant-garde metal
Christian metal
Depressive black metal
Emotional metalcore
Folk metal
Gothic metal
Latin metal
Melodic metalcore
Neoclassical metal
Symphonic black metal
Viking metal

Sono riusciti a trasformare un genere (uno!), che da 40 anni sfrutta sempre gli stessi riff, lo stesso sound, le stesse tesi, in un cosmopolita assembramento di razze, culture, stili, religioni, confessioni, approcci musicali differenti.

Uno, nessuno, centomila?

Resta che i portali metal sono i più belli, i più fighi, i più eloquenti, i più tecnologici.
Potresti veramente pensare che esistano grandi album Wagneriani, cicli fantasy per chitarra elettrica, epopee barbariche ed enciclopedie filosofiche. Che esista un "neoclassical metal", che i grandi virtuosi citino Bach e Haydn.
Potresti addirittura pensare che death metal e speed metal siano cose diverse; o che epic metal e power metal siano due mondi a parte.

Bravissimi, ‘sti ragazzi, eh?

lunedì 24 marzo 2014

Scarabocchi Ubriachi – Un progetto aperto


<<…Ho pensato di dare un seguito a Viaggiatori nella Notte. Con gli ultimi 14 scritti vorrei fare una pubblicazione più agevole, più snella, forse più leggibile, sempre sotto la tua guida se ti va. Il volume lo chiamerei “Scarabocchi Ubriachi” ...>>

Più o meno questo mi scriveva Bart un paio di mesi fa.
Ammetto che la mia prima reazione è stata, come dire, sospettosa. Ma come? Abbiamo appena chiuso Viaggiatori nella Notte, stiamo ancora “promuovendo” (vebbè…mai parola fu più impropria…) il volume e già siamo a parlare di un seguito?
Ammetto, ero perplesso.
Viviamo in una rete in cui ormai ognuno (tra cui il colpevolissimo sottoscritto) scrive il proprio romanzo, vogliamo saturare così tanto questo non-mercato di auto pubblicazioni?
Però l’idea, così spontanea, diretta, senza fronzoli mi attirava.
Tutto pronto, solo da confezionare.
Peccato che la confezione ormai porti via quasi più tempo del regalo, no?
E poi è arrivata l’altra idea, quella “di metodo”, quella più trasversale.

Il “progetto aperto”.

Ho scarabocchiato qualche riga a Bart in proposito:

<<Perchè non fare di Scarabocchi Ubriachi un "progetto aperto"?
Cioè pubblicare, diffondere sui blog di tanto in tanto, lo stato di avanzamento dei lavori, le idee che abbiamo per l'impaginazione e il taglio del libro, le varie varianti esaminate.
Della serie "Io e Bart abbiamo questo progetto. A differenza di Viaggiatori nella Notte, non lo portiamo avanti sotto copertura e usciamo solo col prodotto finito, ma rendiamo tutti partecipi della genesi e della costruzione del progetto."
Potrebbe anche essere un modo per chiedere e ricevere in diretta consigli, proposte, per pubblicare "annunci di lavoro" (non retribuito!!) agli illustratori che vorranno darci una mano; pubblicare stralci che necessitano di correzioni, chiedere qualche info su programmi un po' più avanzati di impaginazione... Insomma esplicitare tutto quel lavoro di retrovia che solitamente sta dietro alla pubblicazione del prodotto finito e che di solito si tralascia.>>

Certo, prima regola:

questo non è un “reality” sul libro!

Non vogliamo sbattere nulla in piazza, non vogliamo tediarvi con gli affaracci nostri.
Solo condividere qualcosa in più che non il progetto fatto e finito. Nessuno è mai preparato al prodotto finito.
“Uh, come, c’è un libro? Un altro? Ah, si si, poi ci do un’occhiata…”
Allora tanto vale mettere subitole carte in tavola. Provare a portare un po’ in evidenza le viscere dell’idea, illustrare la sua realizzazione, le proposte tecniche, i percorsi possibili, quelli impossibili, le ipotesi da valutare, scegliere, scartare.
E poi, perché no, farsi dare una mano. Accettare felicemente qualche aiuto spontaneo.
Provare a trasmettere che non si tratta solo di mettere in fila dei post copiando da HTML a txt. C’è tanto altro.
Scarabocchi Ubriachi ha finito per coinvolgermi. Ora come ora lo preferisco già a Viaggiatori nella Notte; perché a chi è attento, non sarà sfuggito che la scrittura di Bart è trascolorata da un certo fatalismo sornione tutto blues ad una combattività rock imbizzarrita e molto “kontro”.
Penso già a questa nuova raccolta come ad una serie di micro saggi sulla controcultura, sulla disobbedienza, sull’opposizione. Sulla resistenza. Come un libello attivista dei primi anni ’70. Bart lo vuole punk, graffitaro, disordinato. Io lo immagino come un murales di acid-garage sui mattoni dietro le foto dei primi Ramones. Uno sfregio tracciato da Sky Saxon, da Roky Erickson.
Vedremo cosa salterà fuori.
Nel frattempo cerco di cucire alla bell’e meglio quei ritagli di tempo che la “vita reale” mi concede. Un copia/incolla qua, una prova colore là. Qualche mail.
E qualche post per condividere lo stato d’avanzamento. Discutere di design, impaginazioni, caratteri, colori, struttura del libro e magari anche di musica.
A proposito, come al solito cerchiamo illustratori… Ci sarà anche da curare una discografia, introduzioni,  roba del genere…
Se qualcuno è in ascolto ed ha l’ardire di gettarsi nella mischia, faccia un fischio.
Io sarò quello che gli romperà le scatole.
Bart dopo tutto è quello scrive…

E.M.


mercoledì 19 marzo 2014

Rudolf Sosna – L’intervista impossibile


                                   
Versione integrale su: THE CIRCLE REVIEW – rivista culturale letteraria del ring “Il circolo delle arti”
http://ilcircolodellearti.myblog.it/the-circle-review-rivista-culturale-letteraria-del-ring/

***

Troppo estremo? Musica troppo provocatoria, difficile? Forse il grande pubblico non era pronto.

Il pubblico non è mai pronto per nulla. Aspetta che l'artista lo imbocchi, lui deve solo deglutire. 
Come il bambino che chiede il latte. Devi assecondarlo.
Vedi, anche il dire che “la musica è estrema” non ha senso. E' come dire che un fiume è repubblicano, o che una mela è democratica. O che un albero è difficile. L’albero c’è e basta. Noi non facevamo musica estrema. Mi chiedo se facessimo o meno musica…

Ti vengono di questi dubbi molto spesso?

Ho molte più certezze di quanto sembri. Però hanno tutte a che fare con la negazione, con il non esserci; con il nulla.
Quando andammo in Inghilterra, se mai ci andammo, distribuivamo un Manifesto. C’erano scritte sopra parecchie idiozie ma alcune cose interessanti. They are in fact doing nothing… we could forget about music…

giovedì 13 marzo 2014

Out of Blue – Sulle tracce di Ulisse (benvenuti al sud)



Naviganti raminghi tra Mediterraneo e Mali.
Imbarchiamo un altro naufrago, e non potevamo farne a meno: Bart, autore di Viaggiatori nella Notte e curatore del blog Dustyroad. Amico – virtuale, ma molto meno di altri in cane ed ossa – di vecchia data.
Attenzione: qui non è luogo di elogi ad Eric Clapton o elegie per B.B. King; qui sono banditi l’accademismo e lo storicismo.

Contributi di:

Evil Monkey

Massimiliano Manocchia

Vlad

Bartolo Federico

immagine di copertina a cura di Mr. Hyde

lunedì 10 marzo 2014

In difesa della compilation

Pubblico questa “invettiva” in ossequio al Manifesto, già diffuso da questo blog e da Detriti di Passaggio.

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“Impossibile ascoltare certi dischi se non per intero.”
“Come negarsi il piacere di un concept, di una rock opera, di una serata interamente dedicata ad un disco; proprio quello, da ascoltare dall’inizio alla fine, senza interruzioni…”
Tommy, Blonde on Blonde, i 3/4 del catalogo progressivo...

La verità è che:

nella stragrande maggioranza degli album, ci sono almeno quattro di canzoni di troppo.

nella maggioranza degli album, ci sono almeno un paio di canzoni di troppo.

La verità è che:

il tasto più utile dell’Hi-fi (anche dell'i-pod…) è lo 'skip next', per sbarazzarsi rapidamente di questi pezzi.

Poi c'è la verità più insopportabile si tutte: l'essenza della maggior parte dei gruppi rock è facilmente riassumibile in un singolo GREATEST HITS... Due CD sono spesso già troppi.
Dal punto di vista del puro intrattenimento e piacere d'ascolto:

QUALUNQUE COMPILATION DI QUALSIVOGLIA ARTISTA ROCK È MEGLIO DEL CAPOLAVORO DELLO STESSO

(nota come I° Legge della supremazia antologica o Legge di Cefala)


Sì, certo… poi c’è l’unitarietà dell’ “opera artistica”, l’indivisibilità del prodotto, l’autorialità del tutto. Il concept, la copertina, la continuità sonora tra i pezzi…
Ebbene, queste sono chiacchiere. Vogliamo il bello, vogliamo divertirci.

Dal punto di vista del puro intrattenimento e piacere d'ascolto:


qualunque compilation di qualsivoglia artista rock è meglio del capolavoro dello stesso.

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lunedì 3 marzo 2014

Capitan Vinile e l’intimo scomparso



Eccovi tutti lì in fila, voi bavosi onanisti vinilici!
Tutti in fila davanti ai cancelli di qualche iper-vinylmania per cercare una bella edizione del vostro arcinoto album preferito dei Pink Floyd.
A cercare la solita specificissima Charisma, i soliti gatefold dei Genesis, i più consunti album Parlophone etichetta giallo/nera.

Tutti lì in fila

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