"Un labirinto è un edificio
costruito per confondere gli uomini; la sua architettura, ricca di simmetrie, è
subordinata a tale fine".
J. Borges
La produzione del tastierista “jazz” Herman Poole Blount, in arte Sun Ra, è uno dei più colossali,
profondi ed imperscrutabili labirinti
discografici del '900.
Un' eredità mastodontica che ha scaraventato ispirazione e meraviglia
negli angoli più disparati della musica popolare e colta, da MC5 a Hawkwind dal
Kraut-rock ad Ornette Coleman, da George Clinton all’Art Ensemble of Chicago, dai
Grateful Dead alla musica noise ed industriale.
Pretendere di censire il suo lascito è un po' come cercare di contare
le stelle ad occhio nudo, puntando l'indice in alto, in una notte di mezza
luna. Il mio indice scorre lungo le pagine redatte da Martin Strong in The
Great Rock Discography. Arrivo a contare oltre ottanta uscite discografiche. Su
internet i numeri variano (pur sempre oltre il 200…), ma restano comunque
qualcosa di difficilmente quantificabile e i conti sembrano non tornare mai,
come in un rompicapo orientale. E se agli album ufficiali si sommano i live, i
singoli, i bootleg, le ristampe e le compilation, questa galassia musicale
diventa realmente non misurabile.
Da metà anni ‘50, ininterrottamente fino ai primi ‘90, la parabola di
Sun Ra e della sua Arkestra, ha attraversato le strade dell'avanguardia più sfuggente
ed inclassificabile. Un “unicum” spaventoso, una creatura dalle mille teste e
dai mille corpi, che finisce per non trovare mai spazio, per uno o per altro
motivo, tanto nei cataloghi jazz, quanto in quelli rock o addirittura
"classici". Equidistante com'è da ogni facile standardizzazione,
l'astronave di Blount ha veleggiato col vento in poppa, quasi di nascosto anche
agli iniziati, tanto che viene il dubbio che fosse veramente un vascello alieno in visita alla musica
terrestre.
Lungi dal tentare di fare quadrare certi numeri, basterebbe qui gettare
le basi per una discografia di massima
che tenga conto almeno dei capisaldi che hanno sempre retto la Visione di Ra – perché
qui di VISIONE realmente si tratta - e, che in maniera certo assai generica,
possono essere sintetizzati in:
Cosmo: inteso
come spazio a cui ambire e da cui tutto deriva
Spiritualità:
intesa come metodo di vita
Autonomia: come
forma, perché no? espressiva
Sono anni che ascolto dischi di Sun Ra ogni qual volta mi è possibile.
Ogni volta che c’è occasione di reperirne qualcuno in negozio
(rarissimo), nelle biblioteche (capita, a volte) sul web (meno raro ma comunque
arduo) oppure via stream o con altri metodi più o meno legali. Vista però
l’eccentricità della conduzione discografica dell’Arkestra, l’eterogeneità
totale delle compilation e dei live, la quasi impossibilità di distinguere le
edizioni ufficiali da quelle non, ho imparato a diffidare di archivi zip
stracolmi di mp3 di dubbia provenienza e anche dei brani qua e là vaganti su
Youtube. Per gli interessati, sono circa un centinaio i titoli di Sun Ra presenti
su Google Play, ma per la maggior parte si tratta versioni differenti delle
stesse raccolte.
Gli album che verranno presentati in questi post sono dunque tutti, o
almeno la stragrande maggioranza, derivati da un ascolto “fisico”.
Per quello che riguarda le fonti di informazione “non musicale”, ci
sono svariate pagine di Wikipedia su Sun Ra e sulla sua discografia… che come
tutte le pagine della stessa sono poi derivate da altro. Quindi tanto vale rivolgersi
direttamente alle fonti primarie:
- La discografia
curata da Robert L. Campbell disponibile (chissà ancora per quanto…) qui
- La discografia
curata da Suso Navarrete disponibile qui
- La pagina di
Sun Ra e la sua Arkestra su Discogs, che resta sempre una delle più
funzionali per ottenere informazioni sui supporti (vinile, CD, cassette…) più
che sulla musica.
E poi, per chi se
ne fosse scordato, non esiste solo il web! Quindi:
- la già citata
(sintetica) discografia di Martin C. Strong sul volume “The Great Rock
Discography”
- “Space is the
place. La vita e la musica di Sun Ra” di John F. Szwed, testo “fondamentale” disponibile
anche in traduzione italiana su Amazon
- I vari booklet dei
CD o le copertine dei vinili, che sono sempre fonte interessante di notizie.
Queste pagine, queste fonti, sono già talmente complete ed esaurienti
che non c’è assolutamente bisogno di crearne inopportune derivazioni anche su
questo blog. Qui si procederà al contrario ad un “accesso casuale”, in maniera
più aleatoria,
estemporanea ed “emozionale”.
Così, procedendo senza troppo metodo nel labirinto, in questo primo
post buttiamo giù 3 titoli, certo tra quelli più noti, e ciò nonostante ancora
tutti da scoprire e divulgare. Sono una triade appartenente a quel “periodo newyorkese” di pura evoluzione
cosmica di fine anni ‘60, in cui l’artista prende sempre più le distanze dalle
forme “chiuse” da classica big band, in favore di un esplicito approccio
spaziale ed epico ad una musica che è jazz nell’esteriorità e nella forma, ma
puro rituale sonoro - quindi,
nell’idea di Ra, religioso - nella
sostanza.
The Magic City
Saturn Research – LPB711
Anno: 1966
A1 The Magic City
27:22
B1 The Shadow World 10:55
B2 Abstract Eye 2:51
B3 Abstract "I" 4:08
Tutte le tracce registrate nel
1965 a New York
Ristampato nel 1969 dalla remota
Thoth Intergalactic, di nuovo dalla El Saturn nel 1969, edizioni non sempre di
facile reperibilità. La più abbordabile è l’uscita in CD della Evidence ECD
22069-2, che dovrebbe costare attorno alla quindicina di euro. Presente anche su Spotify.
Dominato dalla titletrack, ambiguo omaggio alla città natale di Blount,
Birmingham in Alabama, una dilatato viaggio di 27 minuti percorso da correnti
elettriche di clavinet, fiati profondi e rituali, prima di degenerare in uno
sfrenato barrage free-form.
Più tetro, anche se più convenzionale, The Shadow World, tribalismo per percussioni lente e barriti
africani che lascia spazio ad una psicotica orchestrina di swing dispersa in
uno spartito che non appare mai del tutto “scritto”. Le due brevi tracce di
chiusura sono bozzetti astratti per percussioni libere.
The Heliocentric Worlds Of Sun Ra, Volume 2
ESP Disk 1017
Anno: 1966
The Sun Myth 17:20
A House Of Beauty 5:10
Cosmic Chaos 14:15
Registrato a New York nel
Novembre 1965
Ristampe da subito numerose per
quello che diventerà un classico (uno dei pochi) dell’Arkestra. In Inghilterra
uscì per la Fontana. Reperibilissimo in Italia viste anche le ristampe Get Back
e ESP/Abraxas. In CD per la ESP (ESP 1017) dal 1992.
Tre soli brani, quasi 40 minuti di musica veramente libera e a suo
modo mastodontica.
The Sun Myth è un’epopea
variegatissima e complessa, timbricamente mutevole, dalle linee profonde del
contrabbasso ad arco, alle sfuriate percussive, alle liberissime vibrazioni
“free” del leader. Una meditazione sull'abisso del cosmo. A House Of Beauty, divagazione per gruppo ristretto, fugge senza
meta ma con accenti da incantatori orientali presto riscritti da un pianoforte
liquido e notturno in qualche fumoso locale all'approdo di Deep Space Nine.
Titolo programmatico quello di Cosmic
Chaos, per un pezzo da pieno d'orchestra con fiati scatenati, assoli a
raffica di Gilmore, Allen e Miller e srotolamenti poliritmici in quello che
sarà poi il miglior marchio di fabbrica dell’ Art Enseble of Chicago.
Atlantis
Saturn Research – ESR507
Anno: 1969
A1 Mu 4:30
A2 Lemuria 5:02
A3 Yucatan 5:27
A4 Bimini 5:45
B1 Atlantis 21:51
Tutte le
tracce registrate a New York tra il 1967 e il 1969. La traccia Atlantis fu registrata
in concerto nel 1967.
La prima
stampa in vinile fu della Saturn (presumibilmente) nel 1969; nel 1973 la
ristampa Impulse! con una differente versione di Yucatan. Album tutto sommato
ancora oggi ben reperibile. In CD per la Evidence (ECD 22067) nel 1993
Pivotale, forse non solo del periodo newyorchese, Atlantis - “interstellar
space travel in sound”, come recita il sottotitolo – è un “concept” sui
continenti immaginari dei popoli antichi: Atlantide, Lemuria, Mu… Un LP pieno
zeppo di vibrazioni elettriche come la colonna sonora di un Pianeta Proibito
del III millennio, un proto-funk rallentato nell’assenza di gravità di qualche
astro ignoto (Mu e Lemuria, su tutto). Ma anche riflessi di
un Monk disperso ad esplorare l’Africa equatoriale, qualche accenno post-cool
di un Lester Young immaginato, il brivido dell’avanguardia.
A chiudere, i 20 minuti apocalittici di Atlantis. Elettronica, elettricità, frastuono, riverbero, rumore,
robotica dove ancora sconvolge il tremendo monologo “a-solo” dell’organo di Ra:
una Messa Glagolitica per altre galassie, che potrebbe riassumere anni interi del
miglior Kraut-Rock.
8 commenti:
Sun Ra sta suonando per te il moog per aprirti le vie dello spazio in modo da poterlo raggiungere su Saturno.
Plausibilissimo!)
Un mio cruccio da sempre, Sun Ra. Uno di quegli artisti che mi riprometto da sempre di approfondire e da sempre non trovo il tempo. Ho acquistato anche la biografia e devo ancora aprirla.
Ma conosco a memoria ogni nota di SPACE IS THE PLACE (l'album).
Questo tuo bel post cade a puntino.
Grazie.
Immenso SUN RA ! Ho avuto la fortuna di vedere un suo indimenticabile concerto nella mia Cremona, (ancora adesso non ci credo!)Secondo me era un musicista avanti anni luce, anzi probabilmente proveniva veraqmente da Saturno. Per affrontare la sua sterminata discografia consiglio assolutamente di consultare questi blog :
http://gosomewherethere.blogspot.it/
e
http://sunraarkive.blogspot.it/
Ho letto il post con molto piacere ed interesse . Bello. Una grande orchestra a servizio della genialità di questo musicista che ha un ampio raggio di ispirazione ed espressione : dalle citazioni delle grandi orchestre in “Jazz in Silhouette” così avvolgente e rassicurante, alle pulsioni etno-free di “The Eliocentric Worlds Of Sun Ra” ..ma non finisce qui!
Grazie per i video e i link; in questo caso la rete può aiutare e ricostruire la discografia e l'avventura di un grande misconosciuto; emarginato, forse, dagli ambienti jazz, e mai contemplato dalle avanguardie colte. Troppo strambo? Troppo spaziale?
Si, ma anche troppo facile giudicare da un cappello o una tunica.
Io credo che senza Sun Ra non sarebbe esistito George Clinton e buona parte della musica più black
Per chi fosse interessato questo è il post che anni fa ho dedicato a Sun Ra su uno dei miei blog, dove potete trovare la sua discografia (quasi completa,completa è impossibile)e i link per scaricarla (Turbobit ancora è attivo):
http://condannatialloblio.blogspot.it/2012/06/in-saturn-we-trust.html
e dove troverete anche il nuovissimo LP dedicato al supremo :
http://condannatialloblio.blogspot.it/2014/09/the-sun-is-back.html
Ho visto la nuova antologia curata da Allen, ed anzi stavo curando una breve recensione.
Grazie!
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