lunedì 31 ottobre 2011

FANZINE n° 5 11-2011



In uscita il nuovo numero di “The Evil Monkey’s Backpages”, la fanzine nell’Era di internet. Quattro pagine di articoli, recensioni e avventure Rock. Visualizza il formato JPG o scarica la versione PDF. In oltre, lo stampato in formato A4 è in omaggio per ogni acquisto su http://myworld.ebay.it/79deadman


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domenica 30 ottobre 2011

PAGANESIMI ELETTRICI - La Maschera della Divinità Danzante - Pt. 3



Era il termine di una notte lunghissima, trascorsa con le menti nei boschi battuti dal temporale estivo; i mimi con le grandi maschere piatte si tolsero i costumi e li adagiarono informi sul palco dove il gruppo intonava una melodia ipnotica e circolare. C’è tanta mitologia agreste e celeste in “The Herald”, con le sue allegorie del Giorno e della Notte, della Luce e del Buio separati dal suono di flauti lontani. Un brano interminabile nel cui ciclico interludio di chitarre acustiche Chris e Roger si divertono a reinterpretare le affinate polarità di Jansch e Renbourn, senza troppi sofismi ma raggiungendo un equilibrio e una ritmicità mai noiose. Il ridestarsi della grande Ruota Cosmica è affidato prima alla viola poi al flauto: e qui i paragoni sono veramente difficili; è un folk che diventa lied romantico rarefatto, pare troppo raffinato per essere Pop Music e resta così sospeso ed inattribuibile. Qualche eco nei brani più estesi di Happy Sad, sostituendo al vivido acquerello intimista di Love From Room 109 At The Islander (On Pacific Coast Highway) un gusto allegorico pagano e remoto nel tempo. Quando su una metà della terra è spenta la natura, un altro Araldo, su meridiani celesti opposti, estrae il suo zufolo e le ombre si ritraggono veloci. Rotazioni e rivoluzioni stagionali che insegnarono all’uomo l’arte della vita. Il solito colore vocale di sesso indefinito qui si trasforma in salmo religioso di voci bianche. Stupefacente.
Una mattina di molti giorni dopo, il levarsi del sole vide una Londra finalmente placata. Pare che le fiamme si fossero estinte presso la Temple Church, ma altre fonti sostenevano che fosse intervenuto lo stesso Duca di York a distruggere la Biblioteca per impedire l’ ulteriore diffusione del fuoco. La città ne usciva comunque distrutta. Gli sfollati che occupavano il grande parco del Principe Viaggiatore ripresero lentamente la via della capitale in una fila lunga e ondivaga. Il giardino si svuotò.
Glenn, Roger e gli altri ragazzi del complesso riposero gli strumenti. Era facile prevedere per loro un futuro radioso, con una musica di quella qualità. Le cose andarono diversamente.
Forse fu la malvagia compiacenza dei testi, o quelle voci che evocavano perversioni incestuose; o la mancanza di un singolo da classifica; il non scendere a compromessi con la pure variegata scena prog dell’epoca. First Utterance fu un fiasco. Nonostante passarono in tour buona parte del 1971, i Comus non esistevano commercialmente; l’abbandono del fido manager Chris Youle l’anno seguente segnò anche la fine del gruppo.
Un paio d’anni dopo in verità ci fu un tentativo di ricostruire un progetto; la neonata Virgin pareva l’etichetta perfetta e nel gruppo entrò persino lo stralunato saxofonista dei Gong, nonché braccio destro di Daevid Allen, Didier Malherbe. Ci fu entusiasmo, ci fu anche un nuovo album, To Keep From Crying, ben più di compromesso rispetto all’esordio. Mancarono ancora i riscontri commerciali. Il Semidio pagano piombò nel sonno definitivo.
Tanto definitivo che presto divenne uno dei massimi culti del revival prog europeo dei primi anni ’80. First Utterance fu (e lo è tuttora) uno dei più rari LP della scena folk britannica dei primi ’70; talmente raro che si cominciò a dubitare persino della sua esistenza. Un vero Graal. In Italia veniva addirittura distribuito come finto album dei Titus Groan, col titolo Plus: il fatto alimentava la leggenda di un disco “per iniziati”.
Quando, nel 1995, sarà finalmente ristampato in CD, l’aura mistica sembrò scomparire ma la musica manteneva, a distanza di 30 anni, tutto il suo potere ipnotico. La sola immagine di copertina, raccapricciante da sembrare il cadavere carbonizzato del Re Cremisi di Barry Godber, valeva il prezzo del disco.
Il Principe Viaggiatore, dal canto suo, abbandonò la dimora di campagna non appena partiti gli ospiti. Richiuse le grandi finestre della loggia; tirò le tende pesanti. Poi girò il cavallo e, incappucciato, lo spronò verso un tempo lontano; alle radici del paganesimo, indietro nella storia.

sabato 29 ottobre 2011

Jimi Hendrix - Newport Pop Festival - 1969



Jimi Hendrix
San Fernando Valley State College
June 20, 1969

Newport 1969 Pop Festival
(Watchtower WT 2001023/24/25)

venerdì 28 ottobre 2011

Musica per Immagini - Rick Griffin e Stanley Mouse - Introduzione

Il rosso, il nero e lo scarabeo spaziale alla conquista di Frisco

Tra il 1966 e il 1970, all’apice dell’ Acid Rock californiano, la Berkley-Bonaparte è la principale agenzia pubblicitaria della Baia e si occupa della promozione dei concerti di locali come il Winterland e il Fillmore, collaborando con comuni di hippies coma la Family dog di Chet Helms. Dello studio fanno parte tra gli altri: Rick Griffin,  Stanley Mouse, Victor Moscoso, Alton Kelley.

Rick Griffin (18 Giugno  1944 - 18 Agosto 1991) era un surfista di Palo Alto, con un background nell’ambito dei fumetti, che si trasferisce a San Francisco nel 1966; Stanley Mouse nacque a Fresno nel 1940; a metà degli anni ’60 condivide con il futuro disegnatore Alton Kelley le prime esperienze psichedeliche del Red Dog Saloon di Virginia City, per poi trasferirsi a San Francisco sull’onda del “movement”.
Le loro produzioni californiane di fine anni ’60 sono generalmente caratterizzate da colori sgargianti, in particolare nelle scale cromatiche del rosso e del viola, da un lettering elaborato e deformato e da vari richiami all’espansione delle coscienze: abbondano i riferimenti all’uso delle droghe,  del LSD e non mancano citazioni ad antichi simboli mistici e religiosi. L’arte di Griffin, di Mouse, ma anche di Kelley e Moscoso, è esemplificata, oltre che dalle copertine degli LP, dai poster per i concerti dei più famosi gruppi del periodo: Grateful Dead, Jefferson Airplane, Quicksilver Messenger Service, Steve Miller Band, Love, Doors, Jimi Hendrix Experience: colori e forme delle immagini sono l’equivalente su carta delle intricate jam strumentali di questi musicisti.
Nell’opera di Griffin sono assemblate le più disparate simbologie: l’occhio celeste è derivato in egual misura (ma con consapevolezza tutta da verificare) dalla tradizione egiziana (occhio di Horus), dal design di Von Dutch e dai “neri” del pittore francese Odilon Redon; il tutto distorto sotto l’ottica religioso-scientifica da LSD. Numerosi nell’opera di Griffin sono anche i simboli solari come le “sfere rosse” e gli “scarabei giganti”. Il lettering, che all’origine è un’elaborazione dei caratteri da vecchio west americano, nelle opere migliori è un puro pretesto per la creazione di glifi e arabeschi ermetici alla lettura ma meravigliosi nel comporre pattern colorati ed estremamente liquidi, incorporando elementi arabi, orientali e indiani.
Stanley Mouse appare influenzato, oltre che dalla grafica dell’ Art Nouveau, dalle simmetrie centrali e dalle forme circolari dei mandala tibetani. Il suo nome è spesso associato ai Grateful Dead, per cui disegnò alcuni famosi poster.

mercoledì 26 ottobre 2011

Sons of Anarchy - Unofficial Soundtrack - S1-CD3




The true outlaw finds the balance between the passion in his heart and the reason in his mind. The solution is always an equal mix of might and right.
(From: Sons of Anarchy - 1.3 Fun Town)

domenica 23 ottobre 2011

Il Rock secondo Gary Herman


Per una decina d'anni o poco più, il rock’n’roll aveva seguito la sua rotta burrascosa, offrendo momenti di entusiasmo a un mondo privo di gioia, intrappolato nei suoi cicli di politica paranoide e di fatalismo economico. Elvis era stato una rivelazione di energia giovanile e di esuberanza sessuale. I Beatles rappresentavano un'ispirazione, Bob Dylan tutta una cultura. Con i loro seguaci, apportavano gioia e significato a un mondo arido in via di estinzione. Ai genitori, alle autorità, all’establishment non piaceva. Cercarono di soffocarlo, d'impedire ai ragazzi di ascoltarlo, tenendoli lontani dalle feste, dai balli, dai film “pericolosi”. Ma le stelle erano nel cielo, e tutti potevano vederle. La loro era la musica della resistenza. Se la società degli adulti minacciava il mondo con le armi atomiche della distruzione di massa, i giovani avevano in mano l'arma della liberazione di massa del rock'n'roll. I giovani potevano rispondere alle provocazioni e forse un giorno avrebbero vinto. E se mai ci fu un giorno preciso che potesse sembrare il candidato più probabile per l'inizio dell'ultima, vittoriosa campagna, quello fu certamente il primo giorno del festival di Monterey.
È, chiaro che non tutto filava così liscio. Lo sviluppo di un mercato di massa portò al sopravvento del mondo degli affari, e gli artisti si ritrovarono alienati dal contatto vivo ed essenziale con gli spettatori. Trovandosi in una specie di vuoto creativo, inevitabilmente cercarono rifugio nella compagnia di altri artisti, e in quella dell'alta società. I loro amici divennero amici dei divi, i loro passatempi, quelli dei divi. La loro vita si svolgeva nel bagliore dei riflettori, nell'isolamento dei camerini dei teatri, nel lusso delle limousine, nelle costose stanze d'albergo. Esposti alle tentazioni della fama, della ricchezza e di uno stile di vita di inaudito edonismo, le rockstar da sempre hanno corso il rischio di trasformarsi in mostri, in caricature della loro antica gioventù dorata, avanzi di banchetto di un rock'n 'roll che ormai li ignora, felici di affondare nella facile dissipazione o semplicemente incapaci di portare il peso dei sogni di tutta una generazione.

sabato 22 ottobre 2011

Black Sabbath - Master Of Winterland - 01-10-1971



Black Sabbath
1-10-1971

Master Of Winterland
Winterland Ballroom - San Francisco
Reel Masters - 004

Audience recording; nice sound, sometimes a bit distant but well balanced. One of the most comprehensive tracklist of 1971-72 tour.

venerdì 21 ottobre 2011

Song for 2012: Van der Graaf Generator – L’apocalisse che viene dal mare


Benvenuti nel 2012, e con 41 anni di anticipo!
Forse non è la canzone più conosciuta dei Van Der Graaf, ma in questa epica After the Flood, suite che chiude il secondo LP, The Least We Can Do Is Wave To Each Other, Peter Hammill da sfogo a tutto il suo rancore apocalittico verso l’umanità e la sua meschina gloria. Profetizzando sui più tetri e distruttivi effetti del global warming, compone 11 minuti tetrali di pura narrazione per suoni e immagini nel classico stile dark del gruppo, l’unico combo progressive dell’epoca ad avere più tratti in comune coi Black Sabbath che con Bach. E se per l’elettrico complesso di Osbourne e Butler la fine arriva in Electric Funeral, dalla marea atomica (“Storm coming, you'd better hide from the atomic tide”), Hammil trascrive le più bibliche immagini del diluvio universale.
L’onda sale e si rinforza assieme all’organo plumbeo di Banton mentre Hammil racconta e declama con viva passione una canzone che sembra una When The Music's Over su scala planetaria, in cui il mondo viene a riprendersi ciò che noi volevamo con tanta insistenza. Ma Hammill non è Morrison,  non parla per metafore e non ci suno urla di farfalla:

Far off, the ice is foundering slowly
the ice is turning to water
The water ter rushes over all,
cities crash in the mighty wave;

mercoledì 19 ottobre 2011

Sons of Anarchy - Unofficial Soundtrack - S1-CD2


When we take action to avenge the ones we love, personal justice collides with social and divine justice. We become judge, jury and god.
With that choice comes daunting responsibility. Some men cave under that weight, others abuse the momentum. 

(From: Sons of Anarchy - 1.3 Fun Town)


martedì 18 ottobre 2011

Third World War - I Predicatori della Violenza Perduta - MONOGRAFIA pt.4


MONOGRAFIE: Third World War

I Predicatori della Violenza Perduta
Terry Stamp & Jim Avery, guerriglieri proletari contro il Sistema






Con due album all’inizio degli anni ’70, i Third World War si dimostrarono i più violenti agitatori politici del rock e la prima conscia incarnazione degli ideali radicali di punk e hardcore. Fondendo la cruda satira sociale dei Fugs, la carica elettrica e sovversiva degli Stones e suonando un ruvidissimo garage, coniarono una poetica affascinate ma profonda, troppo presto sommersa dall'ottusità del mainstream. 

Questa monografia in più capitoli verrà pubblicata a puntate sul blog e sumusiche parallele 



THIRD WORLD WAR 2

Nel loro successo del 1971, A space in time, i Ten Years After ammettevano: I'd love to change the world But I don't know what to do do (“mi piacerebbe cambiare il mondo, ma non so come fare”). I TWW non si aspettavano nulla di veramente utopistico, in compenso avevano tanto da proporre.
Dopo una serie di concerti a promozione dell’album e l’assestamento della line-up, Fenton persuade la band a pubblicare un nuovo singolo; Stamp e Avery mettono assieme una versione “edulcorata” di una traccia che comparirà sul secondo LP, Little Bit of Urban Rock. Third World War 2 viene registrato agli Olympic Studios di Barnes. Fenton produce e in studio vanno, oltre a Terry e Jim, Craig Collinge alla batteria, John Hawken al piano e la chitarra solista di John Knightsbridge; la formazione era ormai rodata dall’esperienza “on the road” e le registrazioni cominciano nel dicembre 1971. Non tutto fila liscio: i soldi scarseggiano e i discografici della Fly Records non vogliono in scaletta Coshing Old Lady Blues (a tema Hell’s Angel). Alla fine l’album uscirà per la Trak Record, la stessa etichetta degli Who. Commercialmente la Fly ebbe ragione: puntando su Mark Bolan e i T.Rex si ritroverà due hit n° 1…
Le coordinate musicali sono immutate, ma il gruppo affina l’affiatamento, il sound è appena più raffinato, un insistito piano boogie è spesso prominente nel mix, la chitarra solista è limpida, più hard e meno garage; l’atmosfera è scanzonata e sfrontata, ma il tono di fondo è sempre in chiaroscuro. Inquietante il disegno di copertina del cartoonist tedesco Tony Muzlinger: chitarre come mitra e cervelli ingabbiati in crani scheletrici.
Non mancano momenti riflessivi, grazie ai blues sfilacciati e sonnolenti di Coshing Old Lady Blues e Factory Canteen News. L’apertura invece è rigorosamente affidata al doppio attacco rock n’ roll di Yobo (letteralmente “teppista”) e Combat Rock.
I'd Rather Cut Cane For Castro è l’ennesima tirata contro il governo (your government sucks!), scandita dal passo belligerante del basso di Avery e dal voltaggio delle chitarre: meglio lavorare nelle piantagioni di canna di Fidel piuttosto che sottostare alla logora monarchia; non scandalizzatevi, è solo una provocazione… Factory Canteen News è un pezzo da autunno piovoso in tempo di crisi, ben arrangiato, molto blusey, che mette da parte per un po’ rabbia e violenza in favore di un disteso e malinconico assolo di Knightsbridge. Hammersmith Guerrilla è il testamento artistico del gruppo: procedendo a passo di marcia e bizzarramente arrangiata per sezione di fiati da Jim Price, ribadisce l’attacco alla Casta. Ci sono pochi compromessi nel grido di Stamp: “Get up and fight!! …

I’ve got just the thing for you, a real cop beater
A sawn-off twelve-gauge, five-shot repeater
Get your arse along down to Hammersmith town
Join the urban guerrillas, take up arms against the crown.

Ho quello che fa per voi, un vero manganello da poliziotto
Una calibro 12 strappata via, un’automatica a cinque colpi
Muovi il culo giù per la città Hammersmith
Unisciti alle guerriglie urbane, prendi le armi contro la corona.

  

sabato 15 ottobre 2011

Roger Dean - Gallery - Parte 2° - 1972-1983

Progressive landscape on topographic oceans


Negli anni ’70 il nome di Roger Dean è sinonimo di “progressive” a tutti i livelli: dai celebrati Yes fino ad uno stuolo di gruppi oggi considerati minori come Budgie, Gentle Giant, Greenslade, accomunati da una concezione fiabesca e magica della musica. Alcuni elementi del disegno di Dean, come la “divinità” dei Greenslade o gli elefanti degli Osibisa sono diventati simbolici più degli album stessi.







Budgie - Never Turn Your Back on a Friend (1973)


Original design




Il disco più famoso del “power trio” gallese dei Budgie contiene la hit Breadfan, poi ripresa dai Metallica




mercoledì 12 ottobre 2011

Song to (re)discover: Jefferson’s Last Flights


Ultime partenze per il pianeta di Utopia: il dirottamento dell’astronave non funzionò poi così bene…e allora un paio di pezzi per tentare di scuotere per l’ultima volta le torpide coscienze d’Amerika, già paghe di qualche disordine universitario che non ebbe la costanza per diventare veramente  nuova società.

Le apocalissi di When the Earth Moves Again, con il violino languente di Papa John Creach, la ritmica marziale e il basso veramente tellurico di Casady profetizzano un futuro incerto, salvato dai bambini un po’ come accade in The Big One's Still Coming dei Blak Oak; il cantato corale e appassionato riporta l’orologio indietro a Volunteers, ma la terra sotto i piedi del complesso stava veramente collassando e l’abbandono di Balin troncò ogni idea di rinascita.

“If you've only lived on earth you've never seen the sun
or the promise of a thousand other suns that glow beyond here
and if you care to see the future look into the eyes
of your young dancing children don't be afraid of our ways
when the earth moves again”


Un paio d’anni dopo, Sketches Of China: una liturgia orientaleggiante e allegorica aperta dal gong di Mickey Hart, sostenuta dal mellotron di Freiberg e impreziosita dall’ultimo supremo assolo di Garcia, dorato come il sole al tramonto sulla Route 101 verso Sausalito. Un bridge nervoso e un lungo finale quasi gospel in lenta dissolvenza. Un tramonto.
Gli ultimi sussulti del vecchio triplano psichedelico che andava trasformandosi in astronave da classifica e dance-floor.




“And there was a warlord who rode the murky depths of China
With a shotgun in his hand and he wondered where the people'd gone to
Have you got the time to listen while i sing this song
I had the time to listen to the man go right and wrong and right thru
China”

martedì 11 ottobre 2011

Sons of Anarchy - Unofficial Soundtrack - S1-CD1



"Most of us were not violent by nature. We all had our problems with authority, but none of us were sociopaths. We came to realize that when you move your life off the social grid, you give up on the safety that society provides. On the fringe, blood and bullets are the rule of law and if you're a man with convictions, violence is inevitable."
(From: Sons of Anarchy 1.2 - Seeds)

venerdì 7 ottobre 2011

Il medium liquido


Il Medium Liquido
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In generale, il meccanismo classico di produzione e distribuzione di musica prevedeva tre elementi ben distinti nel tempo e nello spazio e potevano venire anche a molto tempo di distanza dall’effettiva incisione della canzone in studio:

1) La codificazione: cioè il momento in cui l’informazione musicale viene catturata e codificata nel modo più “oggettivo” possibile alla tecnologia e codificata su un opportuno supporto distribuibile e facilmente fabbricabile.
2) Il medium: cioè il supporto fisico, unitario, non modificabile e distribuibile. Vinile, musicassetta, CD sono media, indipendentemente dalla tipologia e dalla tecnologia di immagazzinamento dei dati sonori.
3)  Il decodificatore: cioè l’hardware necessario alla traduzione delle informazioni contenute nel media. Il rapporto tra medium e decodificatore è biunivoco, cioè ogni supporto fisico ha il proprio hardware “traduttore”

Se il primo punto, la codificazione, è totalmente a carico dell’artista (da intendere in modo estensivo, dai musicisti, ai tecnici, agli editori…) il decodificatore è invece proprietà del fruitore: il nostro giradischi, il nostro lettore cd… Compito di mediare tra i due estremi è appunto del medium che ha una duplice faccia: da un lato porta su di sé l’immagine e la produzione dell’artista, dall’altro è di proprietà del fruitore che ne fa uso autonomo.
Con le musicassette prima, con l’abbinamento “computer – cd” poi, si è assistito ad un cambiamento importante: il medium non era più “non modificabile”. In poco tempo era diventato facile masterizzare copie di un CD originale o produrre una cassetta o un CD “incidendo” canzoni; operazione questa che NON intaccava però l’integrità e l’autonomia del supporto originale: posso fare una compilation dei Rolling Stones tra il 1965 e il 1970, produco un nuovo CD ma non violo l’integrità degli originali.

mercoledì 5 ottobre 2011

Roger Dean - Gallery - Parte 1° - 1968-1972

Progressive landscape on topographic oceans
da: Musica per immagini, Immagini per la musica



Gun – Gun (1968)
Cover (front)

La prima cover di Dean fu realizzata per un gruppo hard noto per il singolo “Race with the Devil”. Se il disegno è ancora piuttosto grezzo e  poco rifinito, la fantasia dell’artista emerge in tutta la sua potenza visionaria

lunedì 3 ottobre 2011

Il Rock n’ Roll rinasce. A Kabul


Per chi volesse vedere dal vivo tutta quella carica eversiva, rivoluzionaria, trasgressiva e sfacciata che il Rock n’ Roll fece conoscere al mondo armai 60 anni fa, la meta è Kabul. Un po’ scomoda, forse. Ma in questi giorni il ciclone di una musica che finalmente ritorna ad essere la chiave dell’emancipazione giovanile è di scena ai giardini di Babur, nel cuore della capitale Afgana. Piccoli, sconosciuti gruppi da ogni parte del mondo ritornano a farci assaporare il gusto del proibito, del precluso, dell’immorale. La vecchia musica del diavolo che l’occidente ha (per pochissimo) messo al bando, per poi assimilarla e spremerla nel suo carrozzone consumistico, ritorna ad essere un affare sporco e deviante. Quindi bellissimo.
Il Rock era sul libro nero del Mullah Omar proprio come lo fu per la BBC o la CBS, dove anche il bacino di Elvis era fuorilegge. Come lo fu per il New York Times, per Sinatra, per la Chiesa, per il buongusto dei bianchi borghesi sopra i trent’anni nell’aurea epoca repubblicana di Eisenhower
In Afghanistan dove tante nuove emancipazioni aspettano le loro lotte popolari, questa musica fuorilegge ha, per una volta, ritrovato la sua essenza più pura.





domenica 2 ottobre 2011

FANZINE n° 4 10-2011


In uscita il nuovo numero di “The Evil Monkey’s Backpages”, la fanzine nell’Era di internet. Quattro pagine di articoli, recensioni e avventure Rock. Visualizza il formato JPG o scarica la versione PDF. In oltre, lo stampato in formato A4 è in omaggio per ogni acquisto su http://myworld.ebay.it/79deadman 

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sabato 1 ottobre 2011

AC/DC - Blues Booze 'n' Tattoos - 08-08-1978


AC/DC
08-08-1978

Blues Booze 'n' Tattoos
Atlantis Record Bar Convention, Nashville, TN, USA

Full album mp3:







Very nice FM from SBD. Sound clear and balanced. Quite brief but furious and raw performance, full of energy and electricity, beyond the (very high) ‘78 standards. Highlights include Live Wire and a powerful Sin City. Also very interesting the rare and “dark” Gone Shootin'. Infectious the final rave-up of Rocker.


More at: http://theevilmonkeysrecords.blogspot.com/p/live-desk.html

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