sabato 27 dicembre 2014

Bilancio di Missione


Fine anno.
Tutti noi rampanti imprenditori di noi stessi nel grande etere del web siamo pronti a sfornare bilanci di missione sciorinando le mirabilie compiute nell'anno solare.
Io non sarò da meno.
Nei blog e nei portali da cui sono circondato impazzano classifiche, pagelloni, riassunti, sommari, memorie e giudizi finali dell’anno che sta finendo.

Classifiche, visitatori, segnalazioni, collaborazioni, visualizzazioni, tante altre parole d'effetto che finiscono in “zioni”.

martedì 16 dicembre 2014

Capitan Vinile e la scelta di Angus


“Scava porca troia, Angus! Scava.”

Credo ci sia una cosa buona, in questo ennesimo, luccicante e consumistico periodo d'Avvento: ascoltare una quindicina di volte al giorno il refrain del piano di Nicky Hopkins in She's a Rainbow nella perenne pubblicità della Vodafone.
Certo, mi direte, che devo anche sorbirmi il faccione di Fabio Volo, ma bisogna pur acquistare in tolleranza e quindi ritengo la presenza di questo “popolare scrittore” come un danno collaterale sopportabile.
Capisco anche che i più alternativi tra voi mi diranno che avrebbero preferito She Comes in Colors dei Love, ma non si può mica sempre issare la bandiera delle minoranze, o no?
Vi dirò che c'è un altro pezzo tra Stones e arcobaleno che non mi dispiacerebbe ascoltare. Una canzonetta assai minore, Blinded by Rainbows, che sta da qualche parte in quel di Voodoo Lounge (1994).
Magari qualcuno la ricorda in un filmetto sul rugby con Keanu Reeves e il grande Gene Hackman. Discreta, graziosa, modesta nel senso migliore del termine, quello che di solito si dimentica.
Ma gli spot mica fanno sconti, devono vendere il loro prodotto e non possono affidarsi ad outtakes.
E se qualcuno volesse sfuggire a questo marchingegno infernale?

Siamo ancora in tempo?

venerdì 5 dicembre 2014

Parlando di Prog con... Stephen Takacsy



Se un blogger come il sottoscritto ha ancora materiale da spulciare, ascoltare e studiare lo deve anche ad una rete capillare costituita da piccole etichette specializzate nella ristampa di vecchi LP rari, magari snobbati dalle major. Le americane Gear Fab e Syn-Phonic, l'italiana Akarma, la vecchia e gloriosa Repertoire. E la ProgQuebec, label specializzatissima nelle riedizione di rock progressivo franco-canadese.
Quella di queste etichette di nicchia è una mission a suo modo anche "sociale", un aspetto a cui mai avevo pensato e che ha sottolineato Stephen Takacsy, fondatore della ProgQuebec - che ringrazio - a cui ho rivolto qualche domanda via mail.
Domande banali, lo ammetto, fatte per sondare il contesto geografico e musicale del Quebec negli anni '70 e pensate per ottenere qualche spunto di ascolto e riflessione.
Ecco cosa ho imparato...



Perchè questa passione di un tutta una generazione (o forse più…) di musicisti per il progressive rock?

La maggior parte dei musicisti del Quebec negli anni '70 ha frequentato ottime scuole di musica locali come la Vincent D'Indy e Le Conservatoire, e sono diventati artisti “classici” davvero abili.
Così, quando la "British Invasion" è arrivata sulle radio e sulla scena concertistica, ha dato l'ispirazione a scrivere musica rock che incorporasse anche la sfida di complessità della musica classica. I musicisti del Quebec sono in effetti molto talentuosi.


Il rock progressivo britannico ha certamente avuto un impatto importante sulla scena in Quebec. Quali sono stati i gruppi, gli album, le performances che più hanno influenzato lo sviluppo del Quebec prog?

I principali gruppi inglesi che hanno influenzato i musicisti in Quebec sono stati Yes, Genesis, Gentle Giant, ELP e King Crimson.
Questo stile, integrato con musica tradizionale "Quebecois", il folk, la musica classica e anche un po' di blues e jazz americani, ha contribuito a creare un melting pot di generi che, mescolati insieme, ha prodotto alcuni dei più singolari, complessi e bei sound mai incisi.
Dai più “rock-based” Morse Code, agli ornamenti classici dei Maneige, che in seguito si sono evoluti in uno stile maggiormente jazz, alla fusion Zappa-esque degli Sloche, al heavy-blues degli Offenbach o la “funky-ness” di Toubabou o Contraction e l'elettronica di Dionne-Bregent: la musica progressive in Quebec ha avuto davvero tutto.
La Ville Emard Blues Band, composta da circa 30 musicisti, incarna perfettamente questa realtà.


Il contesto politico e sociale, il sentimento diffuso di "nascita" e di fondazione di una nuova nazione che è seguito al periodo della "Quiet Revolution" ha influenzato in qualche modo l'esperienza musicale?

Probabilmente lo ha fatto, in una certa misura. Sicuramente ha dato un’ispirazione artistica a scrivere un certo tipo di canzoni e ha aggiunto emozione alla musica. Ed ha fatto sì che le canzoni fossero scritte e cantate in francese, cosa che era una rarità fino al 1970. Dionysos ed Offenbach sono stati tra i primi a farlo.
Inoltre, ci sono state molte più opportunità per questi gruppi di esibirsi dal vivo, specialmente all’ annuale festa di St-Jean Baptiste a Mount-Royal verso la metà degli anni '70.


La ProgQuebec ha come “mission” di fornire informazioni e soprattutto commercializzare la musica prodotta dai gruppi rock di lingua francese. Cosa rimane oggi dell'esperienza delle band degli anni '70 e quanto è importante mantenerne la memoria e la presenza sul mercato?

Questo rock è una parte importante del patrimonio musicale dell’ epoca del “baby-boomer” in Quebec. È stata la musica pop della mia generazione, è stata continuamente suonata dalle radio negli anni ‘70, ed era sul punto di scomparire per sempre, poichè molte etichette discografiche di quel periodo sono andate in bancarotta, mentre le major non erano interessate alla riedizione di questi album, in quanto prodotti non remunerativi.
Così la nostra missione è diventata, in primo luogo, di preservare questa musica, quindi di ripubblicarla in maniera legale, dando uno stop alla pirateria, in modo che le future generazioni possano ascoltarla.
Ad oggi abbiamo versato agli artisti oltre 100.000 dollari in royalties. Con il risultato che si è rivelata una missione anche sociale, avendo aiutando alcuni di questi musicisti finanziariamente. Sono tutti molto soddisfatti del nostro lavoro.



I dischi della ProgQuebec sono facilmente reperibili, su Amazon, su Discogs, E-Bay, su tutti i principali rivenditori online e in qualche caso anche su Spotify. Non costano nemmeno troppo... sicuramente meno delle nuove edizioni deluxe-remaster-expanse di album che avete già sentito 1000 volte e che conoscete a memoria.


Poi siamo chiaramente tutti liberi di scegliere se mettere sul piatto per la cinquecentotrentasettesima volta Aqualung oppure, per la prima, La Marche des Hommes...

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