venerdì 30 settembre 2011

Emerson, Lake and Palmer - Pictures at an Exhibition: questo NON è Rock


Ascoltandolo oggi, pare impossibile che questo pachidermico LP all’epoca fosse un successo. Tutto il prog più deteriore, eccessivo, barocco, falsamente rock è qui dentro. Ridondante come ogni finto intellettuale parvenu che gioca con la musica colta, avendo addirittura la presunzione di migliorarla, riuscendo invece a rendersi quasi ridicolo, ricopiando pedissequamente qualche linea melodica e lasciandosi costantemente sfuggire il quadro totale della suite di Mussorgsky. Silenzi imbarazzanti e indecisi, improvvisazioni senza meta che ondeggiano come una piuma in preda al tornado; la differenza con la sinfonia vera, magari anche moderna, per esempio quella di Klaus Shulze, è abissale e incolmabile.
Non paghi i tre moschettieri dell’ovvio si lanciano in un allucinante “bis” dallo Schiaccianoci di Ciajkovskij; senza bisogno di considerare l’originale, basti dire che riescono a prenderle addirittura dai Ventures la cui ben più spigliata versione risaliva addirittura a 5 anni prima!
Non sarà questa la vera, originale “Great Rock 'n' Roll Swindle”?

  
Listening to it now, it seems impossible that this elephantine LP was a success at the time. All the more prog worst, excessive, baroque, false rock is here. Redundant like every parvenu faux intellectual who fools with classical music, even having the presumption to improve it, but being able to make almost ridiculous, copying slavishly some melodic line and constantly missing the run down of the Mussorgsky suite. Awkward silences and indecisive, aimless improvisations that float like a feather in the grip of the tornado, the real difference with the symphony, modern perhaps, such as Klaus Schulze, is profound and unbridgeable.
Not satisfied, the three Musketeers of the Obvious launch into a dazzling "bis" from the Nutcracker by Tchaikovsky: without the need to consider the original, suffice to say that they were smacked  even by the Ventures, whose version, far more self-confident, was even 5 years before !
Could be this the true, original "Great Rock 'n' Roll Swindle"?




Pictures At An Exhibition (LP) Island Records 6396011 UK       1971

Pictures At An Exhibition (LP, Album, Gat) Island Records  HELP 1            UK  1971   12£

Pictures At An Exhibition (LP, Album) Cotillion ELP 66666 US          1972





Full discography at





mercoledì 28 settembre 2011

Lions – No Generation – Una canzone per Samcro


Dopo My Generation, Blank Generation e X Generation ecco No Generation, una centrifuga hard rock di frustrazioni tardo-adolescenziali (All Hail) che si sfogano in desideri di fuga, ribellione, espressione di sè come nella migliore tradizione di Alice Cooper.
Uno stoner trapiantato nel chiasso di una città motorizzata che è lo sfondo continuo di ogni canzone (Can You Hear Me, She Gets Around): chitarre in scale minori discendenti come insegnava Josh Homme (White Angel), voci che sussurrano là dove nascono i fantasmi, distorsioni torride (Witch and the Star) in zona Fu Manchu ma anche il buonsenso di non esagerare nelle maratone strumentali e di non mettere poi troppa carne al fuoco.  
I Lions escono dalla stessa Austin dei Black Angels, rinforzando ancora di più l’idea che il Texas sia sempre stata la vera patria della psichedelia più truce, dai 13th Floor Elevators ai Josefus (Get Out Alive, oltre 6 minuti di ballatona drammatica e spettrale). Quest’attitudine alla chitarra pesante, alla ritmica serrata e rombante, unita alle visioni da gioventù tormentata, costantemente alla ricerca di un “segno”, ha assicurato al gruppo un posto d’onore nella soundtrack della prima stagione di Sons of Anrchy (4 pezzi: Machine, No Generation, All Hail, Evil Eye ) al fianco di BRMC e Black Keys; anche Matt Drenik e Austin Kalman hanno potuto così mischiarsi e immischiarsi nelle tortuose vicende dei bikers di Charming alle prese con una difficile successione al trono del primo charter del club. Una scelta azzeccata che dona alla serie un roboante sound rock e concede alla band uno stato quasi di “culto”.

lunedì 26 settembre 2011

Musica per immagini - Roger Dean: introduzione

Progressive landscape negli oceani topografici
da: Musica per immagini, Immagini per la musica


Artista a tutto tondo, Roger Dean (Ashford, Inghilterra, 1944) è sicuramente il designer che più ha legato il suo nome al periodo aureo del rock degli anni ’70, in particolar modo ai gruppi della corrente “progressive”. La sintonia dell’arte di Dean con questo genere specifico è totale: Dean predilige le grandi costruzioni paesaggistiche dominate della natura e dai suoi elementi, in particolare acqua e aria; alla base del suo tratto c’è sempre una curva come primitiva geometrica da cui derivano innumerevoli declinazioni, capaci di piegarsi di volta in volta alle esigenze dei corpi e delle forme animali, così come all’edificazione di maestosi castelli rocciosi. Rara e quasi sempre sottodimensionata la figura dell’uomo, delle sue opere e delle sue costruzioni. La tavolozza di Dean è quanto mai varia: l’artista predilige i gradienti su tonalità fredde e “minerali”, in particolar modo l’azzurro e il verde. Il tratto è sempre impeccabile e la definizione delle forme immacolata. I soggetti preferiti da Dean derivano da un fantastico mondo immaginario di origine ”Tolkieniana” e a volte fumettistica, popolato da animali fantastici derivati ora dall’incrocio di specie esistenti, ora da pure invenzioni dell’autore. Il lettering tipico dell’autore è morbido ed etereo, derivato in ugual misura dall’art-nouveau e dagli artisti psichedelici americani degli anni ’60.
Oltre che al disegno, Dean si è nel tempo occupato anche di architettura, cinematografia sperimentale e grafica computerizzata.


Gravy Train - Staircase to the Day (1974)
Copertina (particolare)




All-round artist, Roger Dean (Ashford, England, 1944) is certainly the designer that more  has linked his name to the golden age of ’70s rock , especially the groups of the "progressive" movement. The synergy of Dean’s art with this genre is total: Dean prefers large landscape dominated by the nature and its elements, particularly water and air; at the base of his tract there is always a curve as geometric primitive from which derive many variations, able to bend time to time to the needs of bodies and animal forms, as well as the building of majestic rocky castles. Rare and almost always underrated the figure of man, his works and his buildings. Dean's palette is extremely varied: the artist prefers gradients on cool and "mineral" shades, especially blue and green. The line is always impeccable and immaculate is the definition of forms. The Dean's favorite subjects come from a wonderful imaginary world of "Tolkien" origin and sometimes populated by fantastic animals derived from the crossing of species existing sometimes pure invention of the author. The typical lettering is soft and ethereal, derived in equal measure by art-nouveau and the American psychedelic artists of the '60s.

In addition to the design, Dean has also worked on architecture over time, experimental film and computer graphics.



BIBLIOGRAFIA E RISORSE INTERNET

Roger Dean, Dragon's Dream, Collins Design 2008
Roger Dean, Album Cover Album, Collins Design
Roger Dean, Views, Collins Design

martedì 20 settembre 2011

Third World War - I Predicatori della Violenza Perduta - MONOGRAFIA pt.3


MONOGRAFIE: Third World War

I Predicatori della Violenza Perduta
Terry Stamp & Jim Avery, guerriglieri proletari contro il Sistema






Con due album all’inizio degli anni ’70, i Third World War si dimostrarono i più violenti agitatori politici del rock e la prima conscia incarnazione degli ideali radicali di punk e hardcore. Fondendo la cruda satira sociale dei Fugs, la carica elettrica e sovversiva degli Stones e suonando un ruvidissimo garage, coniarono una poetica affascinate ma profonda, troppo presto sommersa dall'ottusità del mainstream. 

Questa monografia in più capitoli verrà pubblicata a puntate sul blog e sumusiche parallele 




IL PRIMO DOPOGUERRA


I have a strong feeling that, along with Hawkwind, Pink Fairies and a few others, they could do a lot to move rock away from self-consciousness and artiness and bring it back to the street corner and parking lot.

Mick Farren

Ho proprio l’impressione che, assieme a Hawkwind, Pink Fairies e qualcun altro, loro potrebbero fare molto per spostare il rock lontano da e riportarlo agli angoli delle strade e nei parcheggi.
 

L’album uscì per la Fly Record nel 1971, preceduto dal singolo di Ascension Day, purtroppo mai suonato dalla BBC. Copertina spartana in bianco e nero, nome della band e tre lettere R rosse a simboleggiare Reading, W’riting and A’rithmetic: un libro di scuola per nuove leve. Passerà alquanto inosservato negli ambienti che contano, ricevendo qualche lode dalla stampa e dai musicisti dell’underground. Il gruppo comunque si imbarca in un breve tour in patria e all’estero. In Finlandia suoneranno anche in uno show televisivo; in Francia arrivano gli stessi giorni della morte di Jim Morrison. Parteciperanno anche all’ “Oz Police Ball”, il festival più alternativo di Londra promosso dalla rivista d’eccellenza della contro-cultura. La performance al fianco di Arthur Brown, Viv Stanshall, Pink Fairies, Egg e Roy Harper sancirà la loro affiliazione almeno teorica con gli ensemble della scena Ur-Punk.
Dopo lo scioglimento dei Deviants, e l’esperienza solista di Farren (Mona -The Carnivorous Circus, Transatlantic, 1970), il testimone del Comunismo-Freak-Velleitario era passato alla Edgar Broughton Band di singoli come Death of an Electric Citizen (Harvest, 1968) e Out demons out! (Harvest, 1970). Il 1971 vedrà poi l’esordio discografico dei Pink Fairies di Twink e Duncan Sanderson, gli unici che potranno tenere il passo dell’estremismo di Terry Stamp a cominciare da Do it e Teenage rebel (su Neverneverland, Polydor, 1970).
Perfettamente calati in quella realtà, i TWW riescono a costruirsi una discreta base di devoti ammiratori e a partecipare a pieno all’euforia di nicchia del periodo, il tutto rigorosamente all’insaputa della Massa… Ma per attivisti di cause perse e contestatori irriducibili, in America le cose andavano ancora peggio, visto che l’eccitante scena di Detroit si era sciolta come neve al sole alla scomparsa di MC5, Stooges e Frost. Per Stamp e Avery si profilò un tour negli USA addirittura come spalla degli Allman Brothers, ma la morte di Duane Allman mandò tutto a rotoli. Quando ci si mette la sfiga…
Terry Stamp ricorderà amaramente quei giorni da rocker come una bella parentesi nel suo più concreto lavoro di camionista: “I regarded that whole year (1971) as a vacation from “real work”, no more cold mornings trying to get a truck to start, nights spent sleeping in the truck cab at Newcastle because the delivery place was closed, breaking down in Preston with two bob in my pocket”

mercoledì 14 settembre 2011

PAGANESIMI ELETTRICI - La Maschera della Divinità Danzante - Pt. 2



LEGGI LE ALTRE PARTI
VAI A PAGANESIMI ELETTRICI


Al quinto giorno ininterrotto di festa, Il Principe chiese finalmente a Roger e Glenn di suonare qualcosa per gli ospiti. Il palco fu approntato al centro del giardino, tra le stalle e l’emiciclo, circondato da fiaccole che rinforzavano gli ultimi raggi della sera. Mentre il gruppo accordava le chitarre e i tabla, le ragazze candide giocavano ancora nella fontana e correvano tra i tavoli e le poltrone damascate, bagnando i notabili con i vestiti svolazzanti che attiravano gli sguardi degli ospiti.
Ad un cenno del Principe, scese il silenzio tra la folla e il ronzio della viola di Colin alla ricerca del “la” riempì le campagne.
First Utterance è un evo oscuro intagliato nel legno di Ent da spiriti silvani; ma è anche un prodotto colto, di raffinati arrangiamenti. Un lied da camera per orchestra ridotta. Da solo illuminò le stanze della villa come una lampada ad olio giallastra che ondeggia. Circondati da mimi mascherati e inquietanti, i musicisti raccontavano la storia di ragazze perse nel bosco, in fuga da semidei impertinenti, torturate, sedotte, tentate dalla carnalità più esplicita; raccontarono dei cristiani perseguitati, ricacciati nelle tenebre e della metà oscura del mondo. I riferimenti di quella musica erano sfuggenti: qualcuno ci vide un’ombra di Genesis malvagissimi, oppure dei Pentangle in versione esoterica e decadente. In realtà il timbro strumentale con viola, oboe, tabla e chitarre acustiche era alquanto bizzarro e originale, così come la ritmica continuamente caracollante, come prestata da balli desueti. Ma ciò che spaventò maggiormente quel pubblico ormai stordito dalla baldoria fu l’impasto vocale: un impreciso unisono di voci bianche e falsetti androgini, come un gruppo di sirene naufraghe che, aggrappate ad uno scoglio, hanno perduto l’armonia e la soavità in favore di una teatralità macabra e oltraggiosa. Raccontando di Diana, la vergine catturata dalle divinità silvane, le parti vocali si intrecciavano con turpe compiacenza per le sorti della giovane. Inseguita, trovata, sfuggita ma inesorabilmente violentata: sembrava un Erwartung al contrario, in cui la protagonista è anche la vittima. Drip Drip, che pareva un seguito ideale al primo brano, nonché una trama costruita su una stessa idea del loro poeta accompagnatore, era addirittura raccapricciante, ai limiti del sadismo, ma appoggiata ad un accompagnamento serrato e vorticoso.

venerdì 9 settembre 2011

LIVE DESK: Jimi Hendrix - Copenhagen 1969


Jimi Hendrix

In the Land of the Midnight Sun

[aka. "Copenhagen '69"] (ATM 027 / 13.03.1999 / 1CDR)
Falkoner Centret, Copenhagen, Denmark
January 10, 1969 [Complete 1st Show]

Full Album mp3:

giovedì 8 settembre 2011

Song to (re)discover: Parliament – Come In Out Of The Rain


Nel 1970 il clan di George Clinton era uno dei più creativi ed estremi complessi Rock d’AmeriKa: Free Form Rock, ideologie politico-sessuali annebbiate e colorate da caleidoscopi di LSD, ritmiche funky, voci soul, chitarre Hard Rock, Hazel & Worrell in definitivo stato di grazia. Potevano permettersi di esibirsi e registrare con 2 nomi diversi nel più totale e irreparabile caso di schizofrenia nella musica leggera dell’epoca.
Tra 1970 e ‘71 furono i Parliament a pubblicare un LP, Osmium, e una manciata di singoli tra cui questa Come In Out Of The Rain, ballata rock nel solco della Hey Joe di Hendrix. Brano assolato, caldissimo, che sa di Venice Beach come nessun’altra canzone uscita da Detroit. Hazel controlla il pedale e ci ricama sopra in modo superbo, si libra in volo planato e liquido, pulito: un gabbiano al tramonto d’estate sul pacifico. Il testo combattivo e in puro stile ’68 pare uscito dalla San Francisco più sovversiva. Come una canzone di Volunteers con Hendrix al posto di Kaukonen.
Bellissima.

martedì 6 settembre 2011

LIVE DESK: Steppenwolf - Live at the Fillmore - 1968-08-27


Steppenwolf

1968-08-27



Live at the Fillmore San Francisco

San Francisco, CA

Renegade Records (RR 002)




Steppenwolf headlined the Fillmore West on this night, with an early, pre-signed incarnation of Santana opening, followed by The Staple Singers. This performance captures Steppenwolf at a pivotal time, early in their career, as the band was experiencing their first tastes of commercial success from the single off their debut album: the blazing biker anthem "Born To Be Wild." 


lunedì 5 settembre 2011

Sweet - Rock in Polyester


Tra i fuochi artificiali del glam britannico, quello degli Sweet è oggi ingiustamente dimenticato. Eppure il quartetto aveva ogni cosa al suo posto: un tasso di lustrini non indifferente, zeppe da 15, una naturale cafonaggine da borgatari londinesi, nonché un look da macho-omosessuale-spaziale tra i P-Funk e le drag-queen a noleggio per un addio al celibato. Colpa dei New York Dolls che crearono disastri facendo credere che qualunque teenager sessualmente incerto con una Gibson e un po’ di rossetto potesse inventarsi il punk.
E nonostante tutto, Desolation Boulevard è un fantastico LP di bubblegum alla Ramones (ma un anno prima e molto più “sintetico”) con coretti contagiosi, chitarre elementari e incalzanti, brani indimenticabili (Ballroom Blitz  ma anche AC/DC, Fox on the Run, Six Teens) tenuto assieme da una specie di concept sulla vita di strada tra Ray David e i Dictators. Un mix niente male…

sabato 3 settembre 2011

FANZINE n° 3 9-11

In uscita il nuovo numero di “The Evil Monkey’s Backpages”, la fanzine nell’Era di internet. Quattro pagine di articoli, recensioni e avventure Rock. Visualizza il formato JPG o scarica la versione PDF. In oltre, lo stampato in formato A4 è in omaggio per ogni acquisto su http://myworld.ebay.it/79deadman 


Non fatevelo scappare!! 






Coming out the new issue of "The Evil Monkey's Backpages", the fanzine in the Internet Era. Four pages of articles, reviews and Rock Adventures. View the JPG or download the PDF version. In addition, the printed version in A4 format free of charges for every purchase on http://myworld.ebay.it/79deadman 




Do not miss it!







venerdì 2 settembre 2011

Musica Per Immagini, Immagini Per La Musica

Galleria minima di “rock design”

Introduzione

Esistono rari e fortunati casi in cui alcuni album risultano perfetti: dalla produzione, all’affiatamento tra i musicisti, dall’anno o addirittura dal mese dell’uscita, alla puntualità nell’intersecare i movimenti sociali e culturali di un certo spazio e di un certo tempo. Non ultimo elemento di questa virtuosa sciarada: il design e la copertina del disco. Perché ci fu un tempo in cui, a differenza di oggi, le copertine esistevano in carne ed ossa (o colla e cartone) ed erano anzi il primo elemento che il pubblico coglieva del nuovo lavoro dell’artista preferito. Le foto in chiaroscuro dei Rolling Stones, dei Beatles, sulle buste dei 45 o dei 33 giri, erano testimonianza tangibile della presenza dei musicisti tra i solchi neri del vinile. I glifi astratti sugli album di San Francisco di fine anni ’60, fino alle tavole “fumettistiche” e colorate che illustravano la New Wave of British Heavy Metal: perfette per sintetizzare e veicolare, nell’istante di uno sguardo, le coordinate di un intero movimento. La copertina, anzi, forse inconsciamente, è sempre stata per l’acquirente, un elemento fortemente distintivo  e discriminante per riconoscere e apprezzare un album. Alcune, dagli anni ’60 ad oggi, hanno attivamente contribuito alla storia e al mito stesso del rock: la banana dei Velvet Underground, la mucca dei Pink Floyd, la chitarra fracassata dei Clash.
Alcuni artisti, designer, illustratori, fotografi, si sono distinti in questo campo per un lavoro personale e fortemente “autoriale”, che pure è stato perfettamente complementare alla musica dei gruppi che si appoggiavano a quel design. Perché anche un logo può fare la differenza: è possibile pensare agli Stones senza “linguaccia” o agli AC-DC senza lampo, o agli Iron Maiden senza “Eddie”?



Del resto il tempo fa il suo corso, e l’arte di illustrare la musica è messa a dura prova sia dall’ormai incontrastato dominio del video, sia, soprattutto, dal fatto che la musica sempre di più si venderà senza un supporto fisico, riducendo magari le vecchie copertine 31 X 31 cm in qualche piccolo avatar sullo schermo di un iPod. Ed è giusto così, perchè la novità tecnologica apre sempre la strada alla novità artistica e culturale. O almeno ce lo auguriamo…



Oltre ai lavori di alcuni geni isolati, metal, progressive e psichedelia sono i generi che più hanno beneficiato di artisti e designer illuminati, che ci hanno lasciato i migliori esempi di un’arte minore ma estremamente affascinante. Ripercorrere queste esperienze, in una “galleria minima” e inevitabilmente incompleta, potrà stuzzicare la fantasia o rinverdire la memoria dei tanti per cui la musica non sono solo 7 note, ma interi panorami iridescenti e orizzonti colorati del pensiero.

Sommario
1.       Roger Dean: Progressive landscape negli oceani topografici
2.     Rick Griffin e Stanley Mouse: Il rosso, il nero e lo scarabeo spaziale alla conquista di ‘Frisco
3.       Rodney Matthews e Derek Riggs: British Heavy Metal  a colori
4.       Don Van Vliet: Un pittore dietro l’armonica
5.       Hipgnosis: la fotografia dell’impossibile
6.       Neon Park: una via acida al surrealismo
7.       Rock Design: opere in cerca d’autore
8.       The Musical Box: lo spazio della musica

Per ognuna di queste sezioni verranno pubblicati sul blog un post introduttivo sull’autore e 2-3 post di galleria specifica, con indicazioni più approfondite sull’album e sulla copertina.

ShareThis

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...