venerdì 12 settembre 2014

Capitan Vinile non le manda a dire



E voi avete presente una puttana ottimista e di sinistra?
Io no.
Non tanto per la puttana, di quelle ne sono pieni i palazzi, quanto per l'essere, oggi, “ottimisti e di sinistra”.
Magari un paio di dozzine di anni fa, quando Dalla la cantava, poteva essere ancora plausibile, ma oggi...
Lucio…
Quelle 3 o 4 volte che l'ho incrociato in centro a Bologna l'ho sempre visto impegnato a parlottare con qualche musicista da strada o qualche barbone (oh, scusate, è una parola “politicamente scorretta”, si dice senza-fissa-dimora).
Decenni ad ascoltare rock straniero, blaterare anglosassone, e si finisce per perdere completamente di vista il valore di alcune espressioni musicali nostrane. Una valore magari provinciale, magari marginale e sovrastimato, ma immediatamente comprensibile, almeno quello.
Ma c'è dell'altro..
Per esempio, prendete Albachiara.

Aaaah, e qui vi volevo!

Piccoli burocrati alternativi post comunisti imboscati in qualche ufficio pubblico…

Voi che
<<No no, io Liga, Jova, Pelù...no no>>
PER PRINCIPIO!

Voi che
<<Mah, la musica italiana, sai l'ascolto poco…>>
PER PRINCIPIO!

Voi che
<<la musica finto rock la new wave italiana il free jazz punk inglese>>
PER PRINCIPIO!

Voi che
<<Si, io preferisco Zappa>>
PER PRINCIPIO!

Cosa sono quelle espressioni di disgusto sulle vostre facce?
Allora, provate ad immaginare “respiripianipernonfarrumoretiaddormentilaseratirisveglicolsole”

1)Tradotta in inglese
2)Incisa a Los Angeles
3)Cantata da un teppistello belloccio (no, Vasco NON è belloccio)
4)Con un mega assolone di un solista di finta razza ebrea
(oooh, “razza ebrea” è ancora più scorretto di “barbone”...)

Si, insomma immaginatela fatta dai Guns.
Allora?
Non credete sarebbe perfetta su Use Your Illusion II? Con qualche coretto qua e là, qualche patinatura di produzione, qualche foulard volante, qualche aaahiaaahi in più.
Ma io credo starebbe bene anche su Appetite For Destruction, magari al posto magari di Sweet Child O' Mine.

Sweet Child O' Mine…

La settimana scorsa in rete girava una classifica dei “migliori riff di sempre” (uuuaaaoooh), stilata dalla BBC, o dagli ascoltatori della BBC, o da cugini di ascoltatori della BBC. O roba simile.
Sweet Child O' Mine era al secondo posto.
Certo una classifica inutile, come tutte.
Anche perché sappiamo bene che il riff più figo di tutti è quello di Sharp Dressed Man (o di qualunque altro pezzo gli ZZ Top abbiano scippato a John Lee Hooker).
Però Sweet Child O' Mine è veramente un caso. Una canzone così popolare, tra i fan, tra i non fan; ascoltata, condivisa, citata...

<<There's no doubt people will still be listening to "Welcome to the Jungle" and "Sweet Child o' Mine" in 100 years.>>
Rolling Stones Magazine


<<The song was an instant classic, and hasn't lost an ounce of its potency since its release.>>
Allmusic

Bè... scusate, posso parlare io?
Per me, Sweet Child O' Mine…

È una cagata pazzesca!!!

No, non mi aspetto i 91 minuti di applausi.
Però dico solo che ‘sta canzoncina da teen-rock per adolescenti viziati sfigurerebbe anche sul secondo volume di un Greatest Hits dei Nazareth.
Questo perché:

1) appunto, è una cagata pazzesca.

2) perché i Nazareth, in quanto a sincere ballatone al caramello potevano fare mangiare la polvere a chiunque.

Chiunque.

Senza scomodare la guns-n-rosissima Child In The Sun (su Loun n’ Proud, 1973) prendete Vigilante Man. Un folk di polvere e vagabondaggio del buon Woody Guthrie. Trasmutata in una tirata southern di hard & heavy ben oltre al primo lp di Physical Graffiti!
E se volete godere, procuratevi quel “piccolo” disco che è BBC Radio 1 Live in Concert (WIN CD 005, 1991, ancora BBC, nella sua incarnazione migliore, qui). Un’esibizione di ruvidezza e potenza mortifere targata 1972, poi riemersa anche sul buon Back to the Trenches, un doppio live antologico del 2001.
Devastante.
Devastante, meglio anche degli oscuri Masters of Reality di John Brown, almeno qui c'è Dan McCafferty che è un cantante vero.
Come?
Mai sentito parlare di Masters Of Reality?
È qualcosa di misterioso. Voodoo e yuppie allo stesso tempo. Avete presente una versione indie di Mezzanotte nel giardino del bene e del male? Ossa di coniglio, uomini neri, crocicchi nel mezzo di sterminati campi di mais, illuminati ancora prima del tornado. Cielo plumbeo e ombre lunghe.
Per chi avrà voglia, ne riparleremo.
Gli altri si tengano pure Sweet Child o' Mine.

Capitan Vinile



7 commenti:

Bartolo Federico ha detto...

I Master Of Reality, finiranno in qualche racconto prima o poi. ciao capitano

Unknown ha detto...

Ci finiranno...ci finiranno!
Benone!

Massi ha detto...

Bell'idea sarebbe affidare una manciata di classici italiani a qualche autore (solista o band che sia) anglosassone; farglieli riarrangiare, ricantare...

unwise ha detto...

Sweet...non mi è mai piaciuta, al contrario del resto di Appetite, che trovo cmq un buonissimo album...
cmq albachiara, in mano alla gente giusta e con un arrangiamento anche solo decente (ossia non "all'italiana"), spaccherebbe anche oltreoceano (un po' come qualsiasi pezzo ricalcato, bene o male, sul canone di Pachelbel). tempo fa, ricordo perfino un pezzo di toto cutugno, che in mano a Ray Charles sembrava una canzone vera...
e cmq il riff nr.1 è "Lay It Down" dei Ratt (il resto della loro produzione, purtroppo, si innalza al massimo alla sufficienza...)

Unknown ha detto...

Io...si, credo anch'io in ciò che dicono massi e unwise. Non tanto per rivalutare la canzone all'italiana, quanto perché appunto a volte il successo sta in un 'sound' più che in una melodia, in un 'copia incolla' di studio, nella perizia dell'incisione.
Di nuovo, Vasco è una provocazione, ma al di là della musica in senso stretto, se consideriamo l'orizxonte culturale, il perché i fan lo amano, io ancora ci trovo molti punti di contatto, che so, con Springsteen.
Per assurdo: se domani un alieno arriva sulla terra e senza sapere nulla ascoltasse l'ascoltabile e tracciasse dei sottoinsiemi, Ligabue lo metterebbe assieme a Bruce, Bob Seger e Mellencamp o a PFM, Colosseum e Van der Graaf?
A volte le differenze sono molto superficiali e molto 'aprioristiche'

Massi ha detto...

Verissimo, Evil. E se provassimo a metterci nei panni di un alieno? Che tipo di "ascolto" ne uscirebbe? E che tipo di "scrittura" userebbe per descrivere ciò che sente?...

Unknown ha detto...

Dal blog di Ged, Interzone Stroke Blog, apprendo del libro di Marcus che riassume la storia del rock in 10 canzoni; forse ne basterebbero addirittura la metà...almeno x spiegare la musica all'alieno.
Da qualche parte avevo scritto anche un post, con l'escamotage dell'alieno in visita, è stato divertente.

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