Può sembrare curioso cominciare una
discussione sulla fine, partendo da un inizio.
Quell'inizio in cui Martin Sheen si risveglia dal suo torpore in un'
umida stanza d'albergo a Saigon.
Attorno, un mondo in fiamme. Mentre gli
elicotteri volteggiano tra il fumo. Jim Morrison declina il suo
personale Edipo, brano che potrebbe anche fare da cardine per tutto
il dialogo, non fosse una scelta troppo ovvia.
Brano su cui vorrei comunque
ritornassimo, quando la discussione prenderà quota.
Intanto è un'altra la canzone che
chiamo a testimone: una crepuscolare meditazione dalla cima di un
tetto al tramonto. Evening Over Rooftops (1971), classico assai
minore e ultimo fuoco di un grande gruppo dell'undergound britannico:
la Edgar Broughton Band. Arrangiato per viole e cori femminei,
Evening dimentica le ruvidezze di un Wasa Wasa per un suono
magari ruffiano eppure ammaliante nella piattezza catatonica della
voce e nello spurio spirito da glam trapiantato in west-coast, di
puro stampo esistenzialista.
Somewhere in the distance
On the road so far away
I heard the sound of life
Though the people left for home
Three birds flew off a building
Standing proud against the sky
Many more flew with them
Spiralled up like laughter
Faster, harder
They rose up in a column
Hundreds upon hundreds
And twice that many wingspeed
Four miles across
Stretched a million miles high
The living pulsing column
In the lady of the sky
Feathers thrashed together
Locked in that huge swarm
I knew no-one could see it
And now that it was gone
I rubbed my eyes and tried to find
A reason for the flight
Exodus, escape
Or was it just for me to see?
Dentro ci stanno queste immagini di
spettacolare portata: l'ultimo fotogramma degli Uccelli di Hitchcock
(una grande Apocalisse cinematografica); la nebbia giallastra sulla
città industriale. Così almeno me la immagino. Quella città di cui
siamo siamo ancora tutti cittadini; perchè ancora lì stiamo. E se
abbiamo creduto di combattere per estendere diritti, abbiamo invece
traghettato privilegi.
Non esiste l'uomo “post industriale”.
Stiamo ancora guidando appena oltre la macchina a vapore.
E poi quella domanda, ripetuta più e
più volte, tanto alla fine da tramutarsi in pura angoscia di vivere:
How far are we from dying
Is it nearly at an end?
How far are we from dying
Is it nearly at an end?...
Scartabellando
tra memoria e archivi, ecco l'altro pezzo forte di Broughton: Death
Of An Electric Citizen.
In morte di un cittadino elettrico.
Una
piccola fine privata, questa, dell'ennesimo dei senza nome che
riempie le periferie estese delle immutabili città industriali.
Dove
comanda l'economia e latra la politica.
Appena
oltre la macchina a vapore.
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