Artista: Salem Mass
Titolo: Witch Burning
Anno: 1971
Label: Salem Mass SLP
101
Lineup:
Jim Klahr - keyboards
Mike Snead - guitar,
vocals
Steve Towery - drums,
vocals
Matt Wilson - bass,
vocals
Tracklist:
Witch Burning 10:26
My Sweet Jane 4:35
Why 2:44
You Can't Run My Life 3:50
You're Just A Dream 3:42
Bare Tree 6:53
The Drifter 3:14
Chi si fosse trovato, nel 1682, a passare per la cittadina di Salem,
Massachusetts, avrebbe potuto udire le grida di ragazze disperate e l’odore di
fumo del più retrogrado oscurantismo cristiano (si, cristiano) che mise al rogo
19 persone accusate di stregoneria e ne torturò e perseguitò altre centinaia
(si, centinaia).
Una pagina così truculenta non poteva certo scampare alle attenzioni
dei rocker sotterranei cresciuti all’ombra di Black Sabbath, Coven e Black
Widow…
Furono i Salem Mass, della lontanissima Caldwell, Idaho, a produrre
Witch Burning nel 1971; album dalla dubbia ispirazione ma pur sempre interessante
quanto sanguinolenta testimonianza di un
certo shock-rock venuto alla ribalta con Alice Cooper e Bloodrock. E in realtà
il lavoro non è poi esageratamente splatter nonostante la tetra copertina.
Certo, la mastodontica jam d’apertura dispiega in oltre 10 minuti
tutta la truce potenza di una sorellina minore di In-a-Gadda-da-Vida: riff circolare, azzeccato, tenuto perfettamente
a galla dal basso per tutta la durata di un brano in cui una chitarra
black-blues di robusto stampo e gli eroismi tastieristici di un Emerson di
provincia si scambiano le parti soliste come in una versione da incubo di Light My Fire. Un pezzo imponente, privo
di misura ma non di un sottile equilibrio che ci risparmia minuti di noia;
datatissimo eppure divenuto un classico dimenticato del west più profondo, cantato
oltretutto con la teatrale schizofrenia di un Grande Inquisitore autoproclamatosi
Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il tono di scura
mestizia si fa ancora più profondo con My
Sweet Jane, la canzone più intrigante: una sonata corrucciata per piano
elettrico, falsamente urbana, che disegna nell’aria del tramonto depresse figure
di ombrosa femminilità violata.
Il resto dell’album si muove per vie più consuete tra biker rock come Why, un’intrusione appena psycho-pop in You're Just A Dream e il classico
riffone maschilista di You Can't Run My
Life: un’esplosione metallica tra Iron Butterfly, Steppenwolf e Captain
Beyond con l’aggiunta del timbro progressiveggiante delle tastiere di Jim Klahr
che offre un impasto sonoro veramente godurioso.
Alla fine marca un bel punto Bare
Tree, una lunga divagazione tra frustate assai hard e strofe di autunnale
distensione, aperta da un maestoso organo da Chiesa Alta e in bilico precario
tra Vanilla Fudge, i primi ELP, e degli strani Doors che, in favore di scenari
di britannica sperimentazione, hanno rinnegato i blues di Jimbo.
Tre volte, prima del canto del gallo; e dell’ennesimo rogo.
Album raro, argomento horror, opener mastodontica: c’è tutto per fare
di Witch Burning un oggetto di culto vinilico; e infatti la stampa USA
originale (di fatto un’autoproduzione: Salem Mass SM 101) viaggia costantemente
tra i 100$ e i 300$... nemmeno tanto in realtà, ma gli scambi sono
ridottissimi. In vinile è anche l’edizione Akarma, mentre la Gear Fab ha ristampato
l’album in CD nel 1999: un po’ ovunque tra gli 8 e i 10 euro più spedizione.
3 commenti:
Molto interessante...
Non li conoscevo.
Io ne approfitto per consigliare Le notti di Salem di Stephen King :)
Thanksss!
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