Non sono forse in molti coloro che hanno avuto il privilegio di
ascoltare Free dei Rama. Anche perché “ascoltare” non è forse la parola giusta…
il che è quantomeno bizzarro dato che si parla di musica.
Terzetto stanco di St. Louis, inconsapevole erede silente di Mayo Thompson.
E già da Rei è evidente che melodia,
armonia, ritmo, insomma tutto ciò che definisce il canone musicale per le
nostre spaurite orecchie non fanno parte del vocabolario del gruppo. Che anzi
procede per silenzi più che per accordi; per pause più che per ritmi. Per
assenze progressive di tutto ciò che definiremmo rock, o pop, o punk magari.
Come la decalcomania opaca di Earth 2, sbiadita su un vetro freddo, da
cui traspaiono solo poche frequenze sbiadite; chitarre o
chissà-quali-altri-strumenti filtrati attraverso vecchi Apple ai fosfori verdi.
Una dose imponente di mantra rock, che colpisce l’attenzione e il
timpano ma sfugge totalmente alla memoria. Provate Never, per credere. Un labirinto di mancanze e amnesie per puri
folli col dono di vedere solo ciò che c’è da sentire.
Potreste averlo ascoltato decine di volte; e non essere in grado di
ricordarlo.
Rama – Free
CAROL 1794-2 - USA 1987
A1 Rei 12:26
A2 Tota 2:34
A3 Noun: 1:51
B1 Never 15:05
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