domenica 4 novembre 2012

Led Zeppelin IV – Il Fanatico (esercizi di stile)


Il fanatico non scrive una recensione, compone l’esegesi di un testo sacro, l’agiografia di eroi leggendari. Grammaticalmente sfrutta tutte le possibilità del superlativo relativo ed assoluto ed abbonda in iperboli tali da andare anche oltre la sfera musicale di competenza. L’analisi delle tracce è completa ma non troppo approfondita: non si sa mai che scavando troppo si trovi qualche difetto… La stessa cosa accade per i riferimenti a band analoghe: sono ammessi paragoni solo con altri Immortali. Piuttosto comune la “professione di umiltà” come introduzione.




Non so se sia possibile trovare le parole giuste per descrivere un capolavoro come questo; spero di essere in grado di farlo, ma l’importanza e la celebrità di questo disco fanno veramente venire i sudori freddi a chiunque provi a recensirlo.
Led Zeppelin IV è il quarto leggendario album di una band a sua volta leggendaria: i Led Zeppelin. Dopo avere gettato le basi per tutto l’Hard Rock e buona parte del Metal (merito condiviso con altri giganti di quel tempo: Black Sabbath e Deep Purple) la band del geniale chitarrista Jimmy Page si concentra per la realizzazione dell’album perfetto. E ci riesce, a partire dalla mitica copertina che ormai ha fatto storia. Dall’inizio alla fine, dall’intro di Black Dog alla dissolvenza di When The Levee Breaks, quest’album mantiene un livello musicale altissimo e costante, senza nessun cedimento, nessuna indecisione e picchi di vertiginosa bravura e virtuosismo.
Black Dog è un opener coi fiocchi: giro di basso tiratissimo e vocals estroverse e potenti, in quel puro stile hard che ti sbatte nelle tempie. Segue Rock’n Roll, una traccia il cui solo nome già dice tutto: un concentrato di rock purissimo che parte da Good Golly Miss Molly e attraversa vent’anni musica scatenata, rivista sotto l’aura di ultrapotenza del combo di Page & Plant. Con la terza canzone, The Battle of Evermore, entriamo in un regno di magia e suggestione affascinante, misterioso, sia per la delicatezza degli strumenti acustici sia per la presenza, come seconda bellissima voce, di Sandy Denny, che duetta con Plant su un testo che cita Angeli di Avalon e Regine della Luce: un mondo pagano e antico collegato al sorprendente utilizzo di quattro antiche ed indecifrabili rune che sostituiscono i nomi dei componenti della band. Un incredibile voltafaccia al marketing.
Ma ecco che arriva il pezzo che più di ogni altro rappresenta un modo di fare rock ormai scomparso: un modo epico, che affianca ad un virtuosismo fantastico l’ispirazione e la gioia stessa della musica. Quel pezzo è Stairway to Heaven, massimo testamento artistico del dirigibile e ballata dall’aura mistica che fa letteralmente sognare ad occhi aperti, fissandosi in modo indelebile nelle memoria. Page inizia con un arpeggio sul manico della dodici corde, Jones lo segue con le sue tastiere flautate. Quando, a metà del brano, si aggiunge la possente ed inimitabile batteria di John Bonham (R.I.P), ecco che la canzone decolla verso vette inconcepibili per noi umani. Il lungo assolo di Page è uno dei tre o quattro più famosi pezzi per chitarra di sempre assieme a quelli di Hotel California e Bohemian Rhapsody dei Queen. Alla fine di questa strepitosa canzone non ci sarebbe altro da aggiungere, ma i quattro fenomeni non hanno ancora finito il loro trattato sulla perfezione in ambito Rock. Ed ecco che le tastiere introducono Misty Mountain Hop, una canzone assai ascoltabile e ritmata. Poi viene il curioso esperimento di Four Sticks in cui Bonzo suona addirittura con quattro bacchette! La penultima song, Going to California, è una canzone acustica che apparentemente rinuncia al furore hard, sulla falsariga di certi pezzi dell’album precedente: una dolce ballata che ci dimostra come questo gruppo fosse composto da artisti veramente completi e difficilmente etichettabili in maniera univoca.
Chiude l’album When The Levee Breaks, con la più imponente batteria mai incisa su disco che apre un lungo brano che ci chiarisce le profonde e più autentiche radici blues del quartetto.
Per concludere, chiunque ascolti questo album sa di trovarsi di fronte ad un’opera immortale, un disco epocale, un inossidabile masterpiece di tutta la musica, come adesso non se ne fanno più; composto da musicisti completi che hanno saputo trovare la via alla perfezione della musica rock lassù, su una scala verso il paradiso.

14 commenti:

mr.Hyde ha detto...

.. fanatico di lusso!

Unknown ha detto...

Bè...forse...
Comunque con questi pezzi non voglio fare delle parodie esagerate, vorrei mettere insieme pezzi comunque "spendibili" pur con tutta la caratterizzazione necessaria.

allelimo ha detto...

Secondo me, il vero fanatico non avrebbe mai citato altri gruppi (Balck Sabbath, Deep Purple, Eagles e Queen) in una recensione del suo gruppo preferito.
L'agiografia non prevede nessun tipo di paragone, che è in ogni caso sminuente: non ha senso paragonare l'assoluto a tutto il resto...

Blackswan ha detto...

Sei un mito ! Se dovessi scrivere di Springsteen probabilmente userei lo stesso enfatico tono.E infatti del Boss non scrivo quasi mai, se no farei figure peggiori di quelle che già faccio.:)Cazzo, ti aspetta un'impresa non da poco : parlare di un disco come questo sotto le mentite spoglie di molteplici personalità!

randi ha detto...

dì quel che vuoi, ma io ho apprezzato!

Unknown ha detto...

@alle: fanatico sì...mica del tutto integralista; come dicevo a Mr.Hyde, l'obiettivo è comunque fare pezzi spendibili, non mere caricature. Ti dirò che comunque ci ho pensato su bene per scegliere i paragoni: se avessi (o avesse...) citato Atomic Rooster, o Uriah Heep non sarebbe stato in linea col profilo, ma Deep Purple e Balck sabbath sono una trimurti inviolabile per tanti fan, mentre Eagles e Queen sono comunque gruppi ipermainstream con pezzi che, commercialamente, possono tenere il confronto con Stairway

Bartolo Federico ha detto...

Perfetto Evil. Anche le citazioni sono azzeccate.

Unknown ha detto...

Grazie Fede :)

Nella Crosiglia ha detto...

Una band memorabile ed è dire poco,dove anche il solo cenno di una chitarra trasudava sesso e adrenalina!

La firma cangiante ha detto...

Grandissimo, aspettiamo il prossimo :)

Viktor ha detto...

Un filo sopra le righe...leggessi una roba del genere mi fermerei alla seconda riga già coi denti cariati!
Tra l'altro sto Fanatico è davvero poco calato nel suo ruolo di esegeta: butta lì elementi che poi di fatto non affronta, forse perchè li prende come dei dogmi, vivendoli con piglio religioso. La copertina, ad esempio, ok ha fatto storia, ma perchè? Vuole essere così gentile a concederci qualche spiegazione, qualche chicca chiarificatrice? Insomma, un po' di petting, prima di correre verso l'orgasmo di Stairway to Heaven?...

Unknown ha detto...

@viktor: ahimè, se ne leggono tanti di pezzi del genere, anche su suti, come dire, "istituzionali?".
Il "mio" fanatico è trasportato dalla passione (non tanto dall'amore) incondizionata e che quindi non si pone domande: per questo alla fine risulta superficiale: è anche un po' disordinato nel parlare ma anche questo aspetto deriva dal fatto che non affronta l'ascolto con "metodo" e spirito critico. Chissà...se si facesse veramente delle domande potrebbe trovare "risposte scomode". Allora meglio non affrontare l'argomento.
E' un pezzo scritto, ribadisco ahimè. veramente sulla falsariga di articoli letti e selezionati qua e là sul web.
Una cosa devo precisarla: capisco che la lettura di un pezzo alla volta a distanza di tempo, non sia il modo migliore per entrare nello spirito degli "esercizi": ma non appena avrò concluso tutti i pezzi, un bel post che li riassume, tutti in fila, non ve lo toglie nessuno!

Grazie x i commenti Viktor!

Viktor ha detto...

Grazie a te per queste ulteriori precisazioni che chiariscono ancor meglio (se ce ne fosse stato il bisogno) i tuoi intenti e le caratteristiche della scrittura del Fanatico correttamente evidenziate nel post. Confermo che di pezzi così se ne leggono facilmente sia sul web che sulla carta stampata.
Insinuo il dubbio che tra i tuoi lettori ce ne sia qualcuno che, probabilmente essendosi perso i post precedenti, non ha compreso il senso di questa recensione scritta ad hoc e l'abbia presa per un tuo giudizio genuino sull'album degli Zeppelin, perdendosi e travisando comopletamente il senso del tuo pezzo. Non so se hai avuto anche tu questa sensazione, ma rileggendo alcuni commenti...

Unknown ha detto...

@vik: ti dirò, sarebbe un buon segno...nel senso che il pezzo è "credibile" il che è quello che maggiormente mi interessa (troppo facile fare solo "caricature o esagerazioni").

Di una cosa sono sicuro: farò molte più visualizzazioni con "finte recensioni" di un album celebre che con vere recensioni di album sconosciuti...

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