You put a greased naked woman on all fours with
a dog collar around her neck, and a leash, and a man's arm extended out up to
here, holding onto the leash, and pushing a black glove in her face to sniff
it. You don't find that offensive? You don't find that sexist?
This is Spinal Tap
Avete messo in copertina una
donna nuda, unta, a quattro zampe, con un collare da cane attorno al collo e il
braccio di un uomo che tiene il guinzaglio e le sbatte in faccia un guanto
perché lo annusi. Non lo trovate offensivo? Non lo trovate sessista?
This is Spinal Tap
Nessuno se ne abbia a male, ma l’hard rock dei primi anni ’70 fu una
musica sessista.
Sessista nel senso che ha sostenuto (e in parte ancora sostiene) evidenti e pregiudiziali differenze tra i
sessi. Esistono le eccezioni, certo, ma sono assai limitate. Il fatto che
la maggior parte dei musicisti e la maggior parte dei fans fosse di sesso
maschile è una causa evidente dell’assunzione di un punto di vista così
esclusivamente e prepotentemente “mascolino” da sfociare in un atteggiamento a
volte scostante, a volte stereotipato, a volte perfino scopertamente misogino.
Del resto, all’inizio degli anni ‘70, dopo qualche anno passato
all’insegna dell’amore libero e femminismo radicale, il rock era precocemente
ritornato su posizioni di arcaico domino fallico senza per giunta giovarsi
delle “buone maniere” ancora in voga negli anni ’50 quando, per la prima volta,
la musica scoprì relazioni non solo d’amore e virtù tra i due sessi.
Recuperando certe allusioni allegoriche tipiche del blues già dagli
anni ’20, la donna ritorna ad essere, né più né meno, oggetto: ora di dolore, ora di piacere materiale. Poco altro.
Peraltro, la rivoluzione sociale del ’68 aveva almeno sdoganato il
sesso come argomento di discussione nazionalpopolare e anche i cantanti ne
beneficiarono non avendo più necessità delle raffinate metafore di Robert
Johnson.
I even flash my lights, mama, this horn won't
even blow
Got a short in this connection, hoo well, babe,
it's
way down below
I'm goin' heist your hood, mama, I'm bound to
check
your oil
I'm goin' heist your hood, mama, mmm, I'm bound
to
check your oil
Robert
Johnson – Terraplane Blues
In campo Hard Rock Underground esiste una forma ben standardizzata di “canzone
sessuale” che può essere, a seconda dai casi, di “sesso goduto” (ed
esibito come trofeo) o “sesso frustrato” (e causa di rabbia
e risentimento). Inutile sottolineare come in entrambi i casi sia la ragazza ad
essere fautrice del piacere o causa della frustrazione. Suo dovere è
fare sentire il proprio uomo un vero “maschio”, pur se facendolo spesso è
trattata da sgualdrina; ma del resto quando ciò non accade le è immancabilmente
addebitata ogni colpa della mancata relazione (o eiaculazione, fuor di
metafora). Comunque vada, finirà che la troietta avrà comunque spillato quanti
più soldi possibili all’uomo che solo con il sudore della fronte se li era onestamente
guadagnati.
Se certi luoghi comuni derivano ancora dalla tradizione blues, la
sfacciataggine e la boria sono tutte “bianche”.
Nine below zero on the outside,
but I brought my baby's temperature to a
hundred and ten
Nine below zero out on the outside,
and I brought my baby's temperature to a
hundred and ten
Ever since the little girl put me down for
another man
I give 'r all of my money, my lovin' and
everything
All of my money, all my lovin' and everything
I brought my baby's temperature up to a hundred
and ten,
and she done put me down for another man
Sonny Boy
Williamson II – Temperature 110
Da notare poi come la seduzione messa in atto dalla donna sia sempre “inflitta”
quasi con premeditata malvagità e quindi subita
dall’uomo, che, lottando contro la natura, si sforza di non cedere (o
eccedere): un concetto che, estremizzato, conduce alla nota giustificazione
“Non sono io che l’ho stuprata, è lei che stava in bikini…”.
Ecco un terzetto di canzoni (che in realtà… sono quattro)
paradigmatiche e che certo hanno ispirato numerosi gruppi dell’ underground:
Evil Woman
Ce ne sono due: un pezzo della band biker-rock Crow, riproposta dai
Black Sabbath dell’album d’esordio e la Evil Woman portata al successo dagli Spooky
Tooth di Spooky Two (1969); quest’ultima vanta un incedere veramente possente
ed un assolone rabbioso di chitarra.
Now I know just what you're looking for
You want me to claim that child you bore
Well you know that it must he not be
And you know the way it got to be
Evil woman, don't you play your games with me
Evil woman, don't you play your games with
***
Woman, thought you were a blessin'
Then I caught you messin'
Evil woman
Woman, you ain't got no feelin'
You're just a dirty dealin'
Yeah
Heartbreaker
Gli stessi Zeppelin che sostenevano che l’anima della donna fosse
stata “creata giù in basso” sfogano
tutta la loro rabbia nel riff più strutturato del secondo album.
Work so hard I couldn't unwind, get some money
saved;
Abuse my love a thousand times, however hard I
tried.
Heartbreaker, your time has come, can't take
your evil way;
Go away, Heartbreaker.
American Woman
Immaginatevi un gruppo francese che porta al successo una canzone
sulle sgualdrinelle italiane. Questo fecero i canadesi Guess Who, e gli
americani apprezzarono molto!
American woman Stay away from me
American Woman Mama let me be
Don’t come Hanging around my door
I don’t want to see your face No more
I got more important Things to do
Then spend my time Growing old with you
American Woman Get away from me
American woman Mama let me be
Don’t come Knocking around my door
I don’t want to see your shadow No more
Colored Lights Can hypnotize
Go and sparkle Someone else’s eyes
Now woman I said get away
American Woman Listen what I say
Ho visto i Guess Who fare questa versione di American Woman dal vivo un anno fa e raramente sono rimasto
tanto offeso da un concerto. Burton Cummings, proprio come fa sul disco, si è abbandonato
ad un’elucubrazione lunga e stizzita
sulla yin yankee in una specie di stile poetico beat esaltato:
American bitch
American cunt
American slut
American lesbian
American school girl
American housewife
American beaver
Ecc, ecc, ecc. Non vi
offendereste anche voi se quel canadese pervertito venisse giù a prenderci
tutti i soldi e anche a denigrare le nostre donne? Certo che sì! Almeno finché
non capite, come alla fine e successo a me, che quel tipo di cose sono proprio
ciò che rende fantastici i Guess Who. Non hanno il minimo buon gusto, non gli
importa nemmeno se mettono in imbarazzo tutte il pubblico, sono dei veri
delinquenti senza neanche dovercisi sforzare.
Lester Bangs - Guida ragionevole al frastuono più atroce
Tra i rocker sconosciuti questo tipo di canzone assume tratti ben
definiti: lunghezza contenuta, vocalità cattiva e soprattutto riff stentoreo,
solitamente il più robusto dell’album.
Salem Mass – Witch Burning (1971)
You Can't Run My Life
Granicus – Granicus
(1973)
When You're Movin
Jofefus – Josefus
(1970)
Feelin’ good
Sir Lord Baltimore –
Kingdom Come (1970)
Master Heartache
The Third Power -
Believe (1970)
Like Me Love Me
Highway Robbery – For
Love or Money (1972)
Lazy Woman
Mason – Harbour
(1972)
Tell Me
Zipper – Zipper
(1975)
Born Yesterday
Jukin’ Bone – Way
Down East
Cara Lynn
Ursa Major - Ursa
Major (1972)
Stage Door Queen
Hillow Hammet –
Hammer (1969)
Brown Eyed Woman
Euclid – Heavy
Equipment (1970)
She's Gone
Goliath – Hot Rock
and Thunder (1974)
Silver Girl
2 commenti:
Aggiungeri "The jack" degli AC/DC
da High Voltage 1976, dove in australiano the jack è la gonorrea.
The jack è mitica!
Ma la compilation non si riferisce a grandi gruppi come gli AC/DC bensì a tutti i gruppi minori dell'Underground USA dei primi '70
certo, dal punto di vista sciovinista-sessuale gli AC/DC non scherzano!))
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