Questa è la storia, breve, di uno
dei grandi esploratori delle frontiere sonore che si estendono oltre il Volume,
oltre la Distorsione, oltre il Feedback. La storia di una chitarra in grado di
piegare le onde elettromagnetiche attorno sé. Una storia interrotta e poco
conosciuta. La storia del primo guitar-hero anarchico del Rock, che in un
desolato teatro di periferia inventò il Doom e forse tutto quanto il Metal.
Randy Holden.
Classe 1945, nativo della Pennsylvania ma cresciuto un po’ ovunque, sin
da giovane Randy imbraccia la chitarra come un’arma da guerra. Sono i primi
anni ’60 e dopo le danze scatenate del primigenio Rock n’ Roll, l’America è invasa
dagli effetti e dalle sfavillanti tavolozze sonore del surf prima, della
British Invasion poi.
Dopo alcune prime interessanti seppur embrionali esperienze con Iridescent
e Fender IV, band per lo più strumentali e devote a Dick Dale, il primo vero gruppo
di cui Randy fu leader si formò nella zona di Baltimora e prese il nome di Sons of Adam. Un quartetto classico, di
classico garage datato 1966: sullo stile dei gruppi texani della International
Artist, i Sons proponevano una versione
yankee e cafona dei successi del Merseybeat e, soprattutto, di Stones e Yardbirds che al tempo spadroneggiavano tra
gli adolescenti più irrequieti d’America come l’ultima novità dell’underground
britannico. La differenza la facevano i
colori ed il frenetico vibrato della Fender di Randy (Take My Hand, per esempio), capace di cogliere quei primi bagliori di acido che già nel 1966 si infiltravano
tra i pulsanti R’nB delle migliori garage band. Ricollocati in California
all’alba della grande stagione psichedelica, arrivarono ad incidere tre 45 giri,
di cui due per la Decca. Palesi riferimenti al gruppo di Clapton e Beck,
robuste schitarrate tra Byrds e vecchio west in Saturday's Son, serrati ritmi hambone in Tomorrow's Gonna Be Another Day, quasi un out-take dei primi Pretty
Things.
Ma a quel punto i riferimenti della band si erano vertiginosamente
moltiplicati, la linea da seguire appariva incerta e Holden non condivise le
divergenze tra produttore e resto del gruppo. Sull’ultimo singolo, Feathered Fish, scritta da Arthur Lee,
leader dei Love, Randy non compare nella versione ufficiale del 45 giri.
Dopo un inevitabile tutti contro tutti, i Sons of Adams si dissolsero
nelle foschie violacee del Pacifico proprio mentre i loro unici possibili
rivali, i Misunderstood del sinistro Glenn Ross Campbell, prendevano la via
dell’Inghilterra per cercare fortuna a Londra.
Leggenda vuole che dopo avere lasciato il gruppo, a Holden fu offerta
addirittura la chitarra solista degli Yardbirds (proprio loro!) dispersi in un
massacrante tour negli Stati Uniti e con grossi problemi a controllare l’umor
nero di un Jeff Beck sull’orlo di una crisi di nervi. Randy non era interessato
e Jimmy Page prese in mano la situazione per le date restanti del tour.
Così, dopo un lungo periodo di inattività e di problemi di salute
psicofisica che quasi gli costarono la paralisi di un braccio, Holden cominciò
a frequentare un’ oscura band della suburbia di Los Angeles: alla prima jam insieme,
Randy alzò al massimo gli amplificatori ruotando ogni manopola che gli passava
sotto mano, trasportando gli sconosciuti
Other Half nel regno del Volume.
Il chitarrista rimase con il gruppo di Los Angeles oltre un anno, percorrendo in lungo e in
largo la West-Coast di fine anni ’60, aprendo le serate per gli storici gruppi
della Bay Area in locali come Avalon o Winterland. Il complesso incise il suo primo
e unico LP nel 1968 ai Golden State Studio di San Francisco e, nonostante
Holden non fosse affatto soddisfatto del risultato finale, The Other Half è il primo
vertice della sua carriera nonché una delle più sfavillanti gemme nascoste
dell’underground dell’epoca.
Assieme ad un nome di ascendenze “morrisoniane”, l’album poteva
vantare anche un variopinto patchwork di copertina in bello stile psichedelico
sul modello di Forever Changes dei Love. Gli stessi Love di Seven & Seven Is sono l’ispirazione
primaria per le dieci canzoni dell’album scritte per la maggior parte da Holden
e dal cantante Jeff Nolan, di fatto continue declinazioni del sofisticato
garage di Arthur Lee e Soci. Pezzi (e titoli…) come Flight of the Dragon Lady, Oz
Lee Eaves Drops o Morning Fire
sono manifesti del sound indiavolato del gruppo: basso pulsante, batteria
rullante e voce schizoide quel tanto che basta; e se abbondano certi clichè di produzione che parevano
imprescindibili dopo Sgt. Pepper, Holden trova una dimensione finalmente matura
e compiuta, proponendo una personale
sintesi dei trucchi elettrici del vate Jeff Beck e del sustain hendrixiano del
giovane chitarrista degli Spirit, Randy California. La rivincita rombante
di Feathered Fish (ben più scatenata
del vecchio singolo dei Sons…), l’hard-Rock di I Need You, la stramba cantilena di Morning Fire e la quasi spaziale Flight Of The Dragon Lady
lasciano già intravedere la direzione che il chitarrista avrebbe
intrapreso di lì ad un paio d’anni. Chiude l’album un lungo e sinistro brano
diviso in due parti: What Can I Do for
You (FirstHalf)/ (The Other Half) un po’ una caricatura di certi Doors un
po’ la personale ed ante-litteram Dazed
and Confused di Jeff Nolan e Randy Holden che per la prima volta improvvisa
liberamente svincolato dalla “forma canzone”, concedendosi tutto il tempo di
cavar fuori dalla sua chitarra un suono
profondo, a tratti cupo e sotterraneo, nonché un ventaglio di soluzioni
sonore e tecniche sbalorditivo, in equilibrio tra tarda psichedelica e neonato
hard-rock. Nei quasi 10 minuti dei due brani la tensione resta sempre alta e il
deliquio del solista non perde mai di graffiante carica rock: il passaggio
dalla Fender degli esordi alla Gibson SG diede in effetti enormi risultati sul
versante dell’impatto volumetrico.
“When The Other Half records, all their
amplifiers are turned to maximum volume The very latest and advanced recording techniques
have made possible the faithful translation of this sound onto the vinyl disc
which you are now holding. It is the: hope of The Other Half that you enhance
your enjoyment of this record by playing it at least once at FULL VOLUME”
The Other Half – Note
di Copertina
Ma il pezzo forte del gruppo venne
per ultimo, sottoforma di singolo per la Crescendo (l’etichetta dei Seeds),
nel 1968, Mr. Pharmacist: un
robustissimo Psycho-Punk con tanto di furibondo rave-up strumentale ed
incendiario quanto sintetico assolo di Holden, manco fosse già il tempo di Communication Breakdown. Il pezzo ebbe
una discreta risonanza e in futuro fu ripescato dai Nuggets di casa Rhino e
riproposto dai Fall. Sul momento però non impedì al gruppo di sfaldarsi.
Insoddisfatto della resa sonora dell’album ed evidentemente incapace
di trovare una propria collocazione nel lavoro d’equipe, Holden non seguì gli
Other Half decisi a cercar fortuna a San Francisco, preferendo L.A. alla
capitale della west-coast music.
1 commento:
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Link you in my blogroll.
Cheers, Mr. Evil Monkeys!
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