Morse
Code strike back.
E
nel secondo capitolo della saga, Christian Simard affonda la lama nel cuore del
rock sinfonico (vedi la fuga d'organo di Nuage),
svincolandosi dalla chanson degli Octobre, in favore di una suite che va
montandosi fino ad occupare tutta la seconda facciata, con tre movimenti per un
totale di 25 minuti, di cui l'ouverture strumentale che apre il disco è solo
premonizione.
Enormi
nuvole bianche, arcobaleni di positivismo yankee mutuate dalle contemporanee
esperienze più meridionali (i Kansas di Leftouverture, senza l'assillo della
hit) o di altri oceani (i primissimi Journey), ma un integrità territoriale
sempre riconoscibile nel substrato funk, nelle liriche, in quella romantica
combattività che guarda al futuro.
Teatralissima
quella vocalità da Gabriel mefistofelico di che canta in Des Hauts Et Des Ha!... con i Quatermass a far da backing band.
E
poi la Grand Suite, Procreation, una
delle più robuste architetture heavy prog ai due lati dell'atlantico, un poema
cosmogonico che si fa grazia di una linea vocale ricca, melodica, pure in un
brano che corre sempre sul groove più sfrenato, sulla potenza addirittura heavy
metal, e che mai degenera in lambiccamenti solisti cervellotici, facendosi
forza su un quartetto dalla coesione sopraffina, memore - o precursore - degli
Eloy più maturi e dei Rush meno autoreferenziali. Che schiude orizzonti
celesti, quando il mellotron, il synth e l'organo da Chiesa Alta fanno sono la
troposfera per i duetti dei solisti di turno.
La
Capitol non apprezzò, ma almeno concesse al gruppo di chiudere la trilogia.
Morse Code – Procréation 1976 - Capitol Records – SKAO 70.046
A1 Précréation (Instrumental) 5:07
A2 Qu'est-Ce T'Es V'nu Faire Ici 4:40
A3 Nuage (Instrumental) 4:40
A4 L'Eau Tonne 3:59
A5 Des Hauts Et Des Ha!... 4:27
A6 De Tous Les Pays Du Monde 3:49
Procreation 25:58
B1 Procréation I 6:41
B2 Procréation II 8:49
B3 Procréation III 10:28
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