venerdì 7 ottobre 2011

Il medium liquido


Il Medium Liquido
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In generale, il meccanismo classico di produzione e distribuzione di musica prevedeva tre elementi ben distinti nel tempo e nello spazio e potevano venire anche a molto tempo di distanza dall’effettiva incisione della canzone in studio:

1) La codificazione: cioè il momento in cui l’informazione musicale viene catturata e codificata nel modo più “oggettivo” possibile alla tecnologia e codificata su un opportuno supporto distribuibile e facilmente fabbricabile.
2) Il medium: cioè il supporto fisico, unitario, non modificabile e distribuibile. Vinile, musicassetta, CD sono media, indipendentemente dalla tipologia e dalla tecnologia di immagazzinamento dei dati sonori.
3)  Il decodificatore: cioè l’hardware necessario alla traduzione delle informazioni contenute nel media. Il rapporto tra medium e decodificatore è biunivoco, cioè ogni supporto fisico ha il proprio hardware “traduttore”

Se il primo punto, la codificazione, è totalmente a carico dell’artista (da intendere in modo estensivo, dai musicisti, ai tecnici, agli editori…) il decodificatore è invece proprietà del fruitore: il nostro giradischi, il nostro lettore cd… Compito di mediare tra i due estremi è appunto del medium che ha una duplice faccia: da un lato porta su di sé l’immagine e la produzione dell’artista, dall’altro è di proprietà del fruitore che ne fa uso autonomo.
Con le musicassette prima, con l’abbinamento “computer – cd” poi, si è assistito ad un cambiamento importante: il medium non era più “non modificabile”. In poco tempo era diventato facile masterizzare copie di un CD originale o produrre una cassetta o un CD “incidendo” canzoni; operazione questa che NON intaccava però l’integrità e l’autonomia del supporto originale: posso fare una compilation dei Rolling Stones tra il 1965 e il 1970, produco un nuovo CD ma non violo l’integrità degli originali.


Eppure, nel momento in cui anche la grande distribuzione delle major (per non parlare dei “canali pirata” come il P2P, lo scambio file, i vecchi Napster, Kazaa… che già da anni promuovevano lo mp3…) si affida ai formati digitali al posto dei media tradizionali per la musica il cambiamento è radicale.
Cosa succede se manca il medium? O meglio, come si riorganizza il meccanismo in presenza di un medium così particolare come il file informatico (mp3 o altro, poco cambia), cioè un elemento “non fisico” e facilmente alterabile?
Una trasformazione determinante sta nella caduta della barriera tra media e decodificatori: se un “CD” e un “lettore CD” erano elementi ben distinti e non reciprocamente modificabili (il lettore riproduce – il cd memorizza), un telefono cellulare o un lettore mp3 sono allo stesso tempo codificatore (poiché riproducono) e anche medium (poiché memorizzano). E’ la fine del medium come supporto fisico e unitario. A sua volta il decodificatore diviene uno strumento nuovo, in cui alla capacità di traduzione (la sua prerogativa…) si aggiunge una nuova importante facoltà di immagazzinamento (memoria).
E’ un oggetto diverso, grazie al quale il fruitore acquisisce, oltre al tradizionale ruolo passivo di ascoltatore, anche un nuovo ruolo attivo di “editore” dell’informazione. E’ un medium liquido, che perde l’unitarietà e l’unicità, che perde soprattutto il suo essere contenitore limitato e non modificabile. Questa trasformazione è evidente dalla dualità ALBUM – PLAYLIST


ALBUM: medium tradizionale, con inizio e fine, lato A e lato B, immagine dell’artista, note di coprtina, metadati… E’ un contenitore a tempo definito: 5-6 minuti per i 45 giri, circa 45 per gli LP, oltre un’ora per i CD. Questo tempo era un fattore fortemente limitante per l’artista. E’ chiuso, cioè non possono venire aggiunte o tolte tracce dopo la sua incisione: l’ascoltatore ha solo la libertà di “saltare” qualche canzone o, grazie al lettore CD, di cambiare la sequenza dei brani.






PLAYLIST: medium liquido, modificabile all’infinito, senza un inizio e una fine obbligati; è immagine del fruitore (sequenza e natura dei brani, durata complessiva, possibilità di aggiungere o rimuovere canzoni…). Non è un contenitore (l’I-pod lo è!). Lo spazio, vista l’evoluzione delle memorie SD da una parte e delle compressioni audio dall’altra, non è più un fattore poi troppo limitante. E comunque è argomento che interessa il fruitore (che compra un I-pod)ma non più necessariamente l’artista (che può distribuire senza supporto).

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