Greil Marcus approfondisce la natura nel rock indagando il rapporto che l’artista costruisce con il
suo pubblico. Ed è proprio da questo rapporto strettissimo, comunitario,
addirittura religioso, che la musica moderna trae la sua forza, in quanto Arte non
esclusiva ma piuttosto comunitaria, perfino democratica, appartenendo in larga
parte anche al pubblico.
La magia del rock, anno dopo anno, nell’era di internet, sta sempre
più nelle orecchie di chi ascolta piuttosto che nelle mani di chi suona.
Nel lavoro di ogni artista c’è
il tentativo di creare se stesso, di fare un uomo nuovo da ciò che si è
ereditato e da ciò che si è immaginato; ogni tentativo individuale implica una
comunità ideale, mai semplice da definire, dove l’uomo nuovo si troverebbe a
casa, dove il suo lavoro potrebbe comunicare in modo semplice e profondo, dove
i membri di questa comunità ideale potrebbero parlare chiaramente all’artista
cosi come egli fa con loro. l pubblici che si radunano attorno agli artisti
rock sono quanto di più vicino a questa comunità ideale. ll vero dramma nella carriera di un performer giunge quando l'ideale
che possiamo avvertire nella musica e il pubblico che l’artista attrae
cominciano a influire uno sull’altro. Nessun artista può prevedere, figuriamoci
controllare, ciò che un pubblico farà con le sue immagini; ma nessun artista
rock può esistere senza una relazione con un pubblico, che sia il pubblico
immaginario da cui si comincia, o la fin troppo reale confusione del pubblico che
riesce poi a conquistare. I migliori
artisti popolari creano legami immediati tra persone che possono non avere
nulla in comune se non un semplice responso alla loro opera, ma i migliori
artisti popolari non smettono mai di cercare di capire l'impatto del loro
lavoro sui loro pubblici. Ciò significa che le loro immagini ideali devono
cambiare mentre la loro capacità di conoscenza aumenta. Si può trovare orrore dove
ci si aspettava solo piacere; si può scoprire che la verità che uno aveva
annunciato è divenuta una menzogna. Se il pubblico richiede solo un po’ di più
di ciò che ha già comunque ricevuto, l'artista ha di fronte una scelta. Può
andare avanti, e magari staccarsi dal suo pubblico; se lo fa, il suo lavoro perderà
tutta la vitalità e la forza che aveva quando egli sapeva che era importante
per altre persone. Oppure l'artista può
accettare l'immagine che il pubblico ha creato di se stesso, facendo finta
che il suo pubblico sia un ideale indistinto, e perdere se stesso in mezzo al
suo pubblico. Allora sarà capace solo di confermare, ma non sarà più capace di creare.
l più interessanti artisti rock a volte giungono a questi estremi; molti non lo
fanno, perché queste sono contraddizioni con cui lottano piuttosto che
risolverle. La tensione tra la comunità e la fiducia in se stesso; tra la
distanza dal proprio pubblico e l'affetto per esso; tra l'esperienza condivisa
della cultura popolare e il talento speciale di artisti che traggono energia
dall"esperienza condivisa e contemporaneamente la cambiano. Questo è ciò che rende il rock n'roll al
suo meglio un'arte democratica, quantomeno nel significato americano della parola
democrazia. Penso che ciò sia vero perché la nostra democrazia non è nient’altro
che una contraddizione: la fede di ogni uomo e di ogni donna in se stesso e se
stessa, e cosi la solitudine della separazione, e cosi il desiderio di armonia
e di comunità. I performer di questo libro, in modi differenti, tracciano tutti
questa linea. Se sono a contatto con i
loro pubblici e con le immagini di comunità cui le loro canzoni aspirano, gli
artisti rock riescono a vedere i loro miti e le loro parabole in azione, e in
definitiva possono anche scoprire cosa significano. Quando la storia è lunga,
una carriera intera, scoprono che la storia torna loro indietro in pezzi, che
naturalmente è il modo in cui venne ricevuta.
Greil Marcus – Mystery Train: visioni d’America nel Rock
Greil Marcus non è solo uno dei massimi critici Rock viventi ma anche
un pensatore acuto e colto. Collaboratore di lunga data di riviste quali
Rolling Stone, Creem, The Village Voice, è stato per anni direttore del National
Book Critics Circle. La sua opera più nota, Mystery Train, riesce brillantemente ad inserire la musica Pop
degli anni ’50 e ’60 nella lunga epopea americana del dopoguerra, facendo del
Rock “bianco” ciò che Amiri Baraka aveva fatto del Blues per la comunità
afroamericana: un filo rosso che tiene saldamente unita la cultura popolare di
una intera società.
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