Mark
3: Prophet of New Order
A posteriori il trasferimento a Londra fu
l’inizio della fine per un gruppo
che, artisticamente, pareva destinato al Successo.
Rick Brown non potè partire con i
compagni a causa di problemi pendenti con la leva; i restanti quattro componenti,
che avevano racimolato i soldi per i biglietti aerei vincendo una serie di
Battle of the Band assai pilotate, sbarcarono a Londra, senza visti né
documenti, in una piovosa giornata di mezz’estate, caricandosi a spalla tutto
il loro equipaggiamento. Si stiparono in un taxi diretti a casa Ravencroft dove
il produttore aveva garantito loro ospitalità. Dovettero aspettare due giorni, dormendo
sul marciapiede, che qualcuno aprisse loro la porta. I genitori di John nulla
sapevano di quel gruppo di esausti ragazzi californiani ed ebbero non pochi
dubbi (e problemi) ad offrirgli una prima accoglienza. Quando, dopo circa due
settimane, Rick Brown potè riunirsi al gruppo, trovò i suoi amici accampati in
un gelido seminterrato a vivere d’espedienti. Il primo a mollare fu Treadway,
costretto anzi a rientrare in patria per obblighi militari. Nel frattempo la
vita semi-clandestina e la sperimentazione dei paradisi artificiali del
sottobosco londinese stava minando gravemente la salute fisica e morale di
Campbell e Rick Moe.
Fu solo attraverso il fratello di John
Ravencroft, Alan, che il gruppo entrò in contatto con la Fontana Records, sussidiaria
della Philips, etichetta che aveva sotto contratto l’eccellente soul bianco
dello Spencer Davis Group, il rock scatenato dei Pretty Things e i campioni del
proto Punk, i Troggs. Treadway fu sostituito da Tony Hill, chitarrista preparatissimo e originale che strinse un
solido rapporto artistico con Campbell.
Con la produzione di Dick Leahy il gruppo
incise i sei pezzi che ancora oggi possono essere considerati il punto d’inserzione di tutta la
psichedelica britannica (e non solo…). Prima dei Pink Floyd, dei Deviants,
dei Soft Machine, i Misunderstood decollarono per l’esplorazione di un
“altrove” musicale senza precedenti. La sezione ritmica ormai solidissima, la
voce da rocker consumato di Brown, gli inediti intrecci chitarristici di
Campbell e Hill alzarono di parecchio l’asticella che Jeff Beck (e Jimmy Page)
aveva posto con brani come Smokestack
Lightin’ o Stroll On.
Children
of the Sun, innestata su un riff spagnoleggiante, avanza a ritmo di marcia,
sferzata dal furore chitarristico di Campbell che suona con tutta la rabbia di colui
che sente pressante il bisogno di
riscatto e rivincita nei confronti di un mondo che per troppo tempo lo ha
ignorato, mentre Rick Brown declama con una verve quasi mistica versi di
invasata iniziazione:
Let go lovely children
Close your eyes and drift away
When you wake again tomorrow
You'll be born again to stay
Thus the word of love has spoken
You've joined the children of the
Sun
You've joined the children of the
Sun
Relax yourselves and drift
Into the regions of your mind
As understanding glows before you
All that’s left of you is kind
Thus the word of love has spoken
Ancora meglio è My Mind, il raga-rock
definitivo, aperto dal riff cardiaco e rotondo di basso che lascia spazio a
chitarre orientali e ad accordi martirizzati e metallici di slide: una foga, un
volume, una tendenza hard sconosciuta alla dolce psichedelica inglese cresciuta
all’ombra di Norvegian Wood e Tomorrow Never Knows. In quell’estate del 1966
solo i 13th Floor Elevator di Reverberation
potevano tenere testa ad un brano simile.
La riscrittura che il gruppo fa di Who Do You Love, vecchia hit di Bo
Diddley, precede addirittura di un paio d’anni le fantastiche versioni di Doors
e, soprattutto, dei Quicksilver. Un pezzo
dilatato e spinto verso l’atmosfera dalla propulsione delle chitarre, ora
placidamente fluttuanti, ora cariche di rabbia hard-rock in un’alternanza
spiazzante. I Unseen recupera lo
stesso brano di Pete Seeger di che i Byrds stavano incidendo per Fifth
Dimension: i Misunderstood trasformano l’elegia malinconica e fatalista in un impeto
di vendetta e risentimento declamato con scenica arte da Rick Brown. Find a Hidden Door è un boogie mistico
impreziosito da armonie vocali e dal consueto nodo gordiano di chitarre inestricabili. Poi I Can Take You To The Sun, canzone che lo stesso Ravencroft
riteneva (e ritiene tutt’ora…) una delle migliori canzoni di sempre, uno space rock in galassie prive
d’atmosfera che sfocia in una lunga coda acustica di Tony Hill, uno
psycho-sirtaki su cui il cantante sussurra una poesia di dolce abbandono:
Well I speak of love but you do not
see
cause words are words and they mean
nothing more
with half a mind you laugh at me
cause I speak of colours you’ve
never seen before
You’ve existed in a lie, that will
some day show
I can take you to the Sun, to the
Sun,
but you don’t want to go
In
tutto circa 15 minuti di musica, ben registrata, ottimamente prodotta. La Fontana distribuì come primo
singolo I Can Take You To The Sun/Who Do You Love? (Fontana TF 777); intanto
il gruppo cercava di farsi largo nel folto ambiente musicale londinese: se le
opportunità erano molteplici, la concorrenza era spietata e ogni band in città
poteva vantare un management migliore dei cinque spiantati di Riverside.
Nonostante tutto i Misunderstood riuscirono
a suonare al mitico Marquee dove riproposero il loro l’avveniristico
live-act con liberi feedback ciclici di strumenti solitari sul palco. Tra il
pubblico, i membri dello sconosciuto gruppo blues Pink Floyd prendevano
appunti… John Ravencroft cercò di
blandire la stampa locale con estese recensioni, miste tra il romantico e l’iniziatico:
Now there is considerable talk in
London about the Misunderstood. One influential critic has said that their
music had affected him as had no other music, It had expanded his mind and
increased his comprehension of the essential goodness in mankind. Other critics
speak of the "beauty" and "love" they find in the music.
This is not another of the myriad group hitching their narrow hopes to the “psychedelic"
label. They believe, they see, they comprehend and their goal is not wealth,
tame and the other trappings of our tired, sad, blind and staggering civilization
but It is nothing less than that of bringing the whole world to this state of
awareness through their music. When they left California they were just people,
musicians and the best friends l've ever had. Now they have become prophets of the new order, harbingers of a brilliant.
soft and alive dawn for mankind. They stand in the midst of a wilderness that is
filled with man’s mistakes and stupidly and they stand with Donovan, the
Beatles and those others who, through investigation and mystical experience
have had their eyes closed to the pettiness, blinded to thee greed, blocked
from the violence and opened to a dancing, shimmering, whispering, sliding,
beckoning light.
John Ravencroft – Articolo del 1966
tratto dalle note di copertina a Before the Dream Faded
Ma poco dopo le sessions per la Fontana,
Rick Brown fu definitivamente costretto a ritornare in patria per risolvere le
sue pendenze con l’esercito, mentre Rick, Glenn e Steve rimasero in Europa
cercando di gettare le basi per un piccolo tour promozionale.
Questa
nuova separazione fu la fine del gruppo. Rick non riuscì più a ritornare in
Gran Bretagna e i tre ragazzi americani passarono giorni interi sul battello
tra Dover e Calais, coi visti scaduti, senza potere mettere piede a terra. Quando
furono rimpatriati, i Misunderstood non esistevano più. Il caso volle che, subito dopo il loro scioglimento, la scena underground
di Londra, letteralmente, esplose:
John Hopkins e Joe Boyd aprirono l’UFO Club alla fine del 1966 e per tutto
l’anno seguente ospitarono come band fisse Pink Floyd e Soft Machine;
contemporaneamente i Social Deviants, la comune anarco-hippie di Mick Farren,
si riversò nel seminale gruppo di rock alternativo dei Deviants, poi evolutisi
nei Pink Fairies con l’ingresso dell’agitatore-sovversivo-batterista Twink,
fresco del successo di S.F. Sorrow coi Pretty Things, proprio su label Fontana.
Fu una questione di tempo. Qualche mese in più e i Misunderstood sarebbero probabilmente
stati headliner al “The 14 Hour Technicolour Dream”, l’evento che fu zenit di
tutto il movimento psichedelico britannico.
Mark
4: Aftermath
Tony Hill si aggregò al violinista della
Third Ear Band Simon House per dare vita ad un oscurissimo gruppo di Hard-rock d’appendice, gli High Tide.
Steve Whiting e Rick Moe ritornarono e
Riverside, abbandonando ogni velleità artistica. Per pagarsi il viaggio di
ritorno i ragazzi furono costretti a vendere i propri strumenti. Glenn Campbell invece volle ritentare
l’avventura in Gran Bretagna: mise in piedi un gruppo piuttosto male
assortito di musicisti e tornò in sala d’incisione ancora con la Fontana. Il
risultato furono un paio di singoli a nome “Misunderstood
feat. Glenn “Fernando” Campbell”:
rock-blues competente e discretamente prodotto ma nessuna rimanenza del
furore e della sperimentazione di un tempo. Le incisioni del 1969 saranno poi
edite integralmente molti anni dopo dalla Get Back Records a titolo Golden Glass.
Sulle ceneri di quest’ultima, apocrifa,
formazione dei Misunderstood, Campbell, assieme al cantante Ray Owen e al
sassofonista Chris Mercer formò poi i Juicy
Lucy, che, accasatisi con la Vertigo, pubblicarono qualche album all’inizio
degli anni ’70 seguendo il flusso del pacifico Prog-Blues di Savoy Brown, Groundhogs
e Climax Blues Band.
Dal canto suo John Ravencroft non
esisteva nemmeno più; smessi i panni del talent-scout vagabondo, aveva cambiato
il suo nome in John Peel: sarebbe diventato il disk-Jokey “undergound” più
influente di sempre. Scontò la pena di avere contribuito ad affossare una delle
più luminose promesse della musica pop facendo conoscere in Inghilterra (e nel
mondo) gli Amon Duul, i Social Deviants, i Faust, Marc Bolan e tanti altri
artisti, dando voce e riconoscimento ad un embrionale forma di “Rock
Alternativo”.
Nel frattempo la vita di Rick Brown si stava trasformando in un romanzo d’avventura
degno di Heinrich Harrer. Intollerante alla vita militare, strafatto di LSD,
disertò l’esercito e si rifugiò a San Francisco in Haight-Ashbury, non più
paese delle Meraviglie ma ormai crocevia di ogni diseredato d’America. Con gli
agenti FBI alle costole, riparò prima in Inghilterra, dove divise per breve
tempo un appartamento con un ubriachissimo Jeff Beck, poi fu costretto a
fuggire addirittura nell’India del Nord. Sull’Hymalaya studiò sanscrito,
unendosi alla setta Vaishnava per oltre tre anni. Nel 1974, a seguito di una
lite con il vecchio maestro del monastero, scappò al sud, dove un amico di
vecchia data che trafficava in gemme preziose aveva scoperto una miniera di
rubini. Qui iniziò una seconda vita come importatore di preziosi.
Nel 1981, assieme a Campbell, Rick tentò
anche di resuscitare il ricordo dei Misunderstood suonando raga-rock col gruppo
The Influence.
Riemerse di nuovo nel 2008 quando,
pubblicò il racconto autobiografico Like,
Misunderstood. A Band, a Journey, a Dream, a Disaster, uno script su cui ci
sono voci di trasposizione cinematografica.
Il nome dei Misunderstood fu riportato veramente
in luce per la prima volta luce dalla casa discografica Cerry Red nel 1981 con
l’EP Before the Dream Faded, compilation
dei singoli del 1966 per la Fontana. Col tempo si sono moltiplicate le
pubblicazioni su CD, fino a riesumare le prime incisioni con Phelps e l’esperienza
ai GoldStar Studio documentata su The
Legendary Goldstar Album.
Durante
la loro beve esistenza i Misunderstood
pubblicarono un solo 45 giri.
La loro è la storia di un meraviglioso
fallimento. Un fantastico, avanguardistico, futuristico flop. Troppo oltre per
il loro tempo. Il loro destino era già scritto nel nome; nulla ha più potuto
cambiarlo. Più di ogni altra parola, vale il ricordo dello stesso Glenn
Campbell riportato da Richie Unterberger nel suo libro Unknown Legends of Rock'n'Roll:
“It wasn’t that we were so much
overlooked when we were around. It was just that nobody knew we existed!”
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