Artista: Banchee
Titolo: Banchee
Anno: 1969
Label: Atlantic 8240
Lineup:
Peter Alongi - Lead Guitars,
Vocals
Jose Miguel Dejesus -
Guitar, Vocals
Victor William
Digilio - Drums
Michael Gregory
Marino - Bass, Vocals
Johnny Pacheco – Percussion
Tracklist:
The Night Is Calling 3:30
Train Of Life 3:21
As Mу Thinks 3:11
Follow A Dream 4:28
Beautifully Day 5:10
Evolmia 3:24
I Just Don't Know 3:17
Hands Of A Clock 4:14
Tom's Island 8:49
Un gruppo di latinos sotto copertura; quintetto di newyorchesi con la
West Coast piantata nella testa. Si sforzano di dare risposta alle nevrosi
della costa atlantica sfogandosi in intricati happening chitarristici, ma
riescono solo a sentire più forte la nostalgia per il sole della California. I
Banchee sono l’ombra chicana dei Crazy Horse senza un cantautore a guidarli; e
allora scelgono di giocarsi tutto sul timbro affascinante di melodie appena
zuccherose che hanno a volte la fastidiosa tendenza a sovrastrutturarsi in
produzioni complesse che non rinunciano ad orchestrazioni per archi e ottoni
stile All You Need Is Love (Follow A Dream) o in parti vocali tra il
melenso e l’angelico, che fortunatamente non sovrascrivono nè le belle
distorsioni per chitarre gemelle di Beautifully
Day, né la pregevole elasticità della sezione ritmica, e neppure certi riff
violenti, almeno nelle intenzioni (Evolmia).
Con una buona dose di cinismo urbano in più avrebbero potuto essere i Blue
Oyster Cult, piuttosto che una versione pallida di Santana; in realtà hanno
ripiegato su brani sbilenchi di certa para-psichedelia britannica (Hands Of A Clock) da Pretty Things
ignari delle avventure dei colleghi rotolanti. E bisogna dire che le resa
finale non è assolutamente male, ma certo l’Atlantic del 1969 sapeva come fare
suonare i suoi dipendenti.
In una miriade di spunti interessanti, come il rullante pop-blues
ferroviario di Train Of Life,
rimangono ben in mente la strafottente distorsione di As Mу Thinks con tutti i suoi latineggianti cambi di ritmo, e il
bel distillato proto-hard di I Just Don't
Know che finalmente nulla concede alle armonie celesti e che infila un filotto riff-strofa-assolo di
bel lignaggio.
Alla fine i chitarristi Alongi
& Dejesus tentano anche la carta dell’epica, edificando gli otto
minuti e mezzo di Tom's Island come
fossero l’ibrido Beach Byrds impegnato nella traduzione di qualche rock-opera
Mod. Bel suono, approccio d’imponente fattura, ma non mancano passaggi di
stucchevole autocompiacimento.
Un lavoro a tratti ridondante per un gruppo che lascia l’amaro in
bocca per non saper sfruttare un grande sound e una bella coesione interna.
LP di prog-pop dalla spiccata vena hard, Banchee è annoverato tra i
classici dimenticati del suo tempo, a torto spesso associato ad orizzonti acidi
e fricchettoni che in realtà non gli appartengono del tutto.
L’imponente distribuzione Atlantic non ne ha ancora fatto un pezzo da
collezione, pur essendo un album perfino sopravvalutato dal punto di vista
artistico: il vinile originale USA (classica label rosso/verde e inserto con i
testi) gode di un buon volume di scambi con prezzi che difficilmente superano i
100 $ (cifra in effetti esagerata sia per il disco sia per la label…).
La ristampa in CD della Lizard accoppia i due album del gruppo: comodo
ma costoso (tra i 15 e i 30 euro).
Bella la cover dal vago gusto orientale.
2 commenti:
Lo sto ascoltando in questi giorni, la versione da 17 brani.
Sono i due album uniti in un singolo CD; "separati" mi sa che esistono solo in vinile...
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