Artista: Josefus
Titolo: Josefus
Anno: 1970
Label: Mainstream
6127
Line Up:
Pete Bailey: vocals,
harp
Dave Mitchell: guitar
Doug Tull: drums
Ray Turner: bass
A1 Bald Peach 2:42
A2 B.S. Creek 4:04
A3 America 2:38
A4 I'm Gettin' On 2:30
A5 Sefus Blues 3:12
B1 Jimmy, Jimmy 2:39
B2 Feelin' Good 6:10
B3 Condition 3:01
B4 I Saw A Killin'
2:23
B5 Such Is Life 3:07
Questi quattro elettrocowboys riescono ancora a spandere generose dosi
di stoner paleozoico, e se è vero che riemergono dalla caverna misterica in cui
fu concepito Dead Man, lo fanno solo
per addentrarsi nel sottobosco di una foresta pietrificata nel deserto, a
caccia di vampiri diurni come in un film di Carpenter.
Generalmente questo secondo album è additato come una delusione. E
perché? Manca, certo, il mega-brano-esagerato, il Moloch a cui sacrificare
giovani vergini dalla pelle chiara al primo appuntamento “Ehi, ti piace la
musica?...ti faccio ascoltare un pezzo…”. Però il gruppo riesce a non cambiare
del tutto il proprio sound fatto di buio e catacombe (cosa che per esempio non
riuscì a Sir Lord Baltimore, Captain Beyond, Hard Stuff e tanti altri…). E pur
spalancando finestre di luce diurna assai californiana (Iron Butterfly,
Jefferson, Steppenwolf…), Tull & Turner sono sempre martello e incudine di
una fucina sonora foderata di piombo, in cui il buon Dave Mitchell scopre
finalmente “la sovra-incisione” e riempie quegli spazi vuoti (che certo, erano
fantastici…) con strati di chitarroni hard-western che dopo trent’anni sono una
fantastica reliquia del tempo che fu.
Peccato solo per quella canzoncina soft di Jimmy. Jimmy, melenso tributo a Hendrix, che sgonfia totalmente
questa nuova bolla scura in cui il gruppo aveva tanto faticato a rinchiudersi:
la canzone in sé neanche è orrenda, ma ammoscia terribilmente una bella
tensione accumulata per tutto il lato A. E per fortuna che a ruota c’è subito Feelin’ Good, ridondante hard-rockkone
sessista, stracolmo di chitarre e birra, che avrebbe potuto essere il nuovo
Moloch e invece viene tarpato sul più bello, quando anche il canto debosciato
di Bailey aveva finalmente trovato una sua maschia teatralità.
Il gruppo non ha poi del tutto abbandonato nemmeno le elucubrazioni
sulla morte (Condition, I Saw A Killin') né certe profondità
doom (Bald Peach) e questo disco,
piaccia o no, segna un piccolo passo avanti dal punto di vista meramente
sonoro.
B.S. Creek è forse la loro
canzone migliore, una sfrenata cavalcata chitarristica post-hippy che decolla
in effetti spazialeggianti su una sabbia rossa di Marte percorsa da bikers
indomiti con la Colt carica in cintura. La vendetta di Mick Bolton, con tanto
di riff-che-non-dimentichi e che da
vent’anni Josh Homme svende alle masse di Lollapalooza. E se America si concede a sane ideologie sinistroidi
come un brano di John Kay suonato dagli Iron Butterfly che copiano Volunteers, beccatevi il riffone di I'm Gettin' On, brano che degenera
presto nei power-chord assassini di Mitchell. Sefus Blues è una sceneggiata agonizzante di Pete Bailey alle prese
con un serpente a sonagli che si trascina nella tana al crepuscolo. Condition ritorna nei territori
californiani di America, ma il
cantante sfodera la bella pantomima di un vagabondo serial killer che sta
morendo di sete nel Mojave mentre la chitarra divaga meravigliosamente senza
costrutto. Alla fine resta, con il suo antiquato moraleggiare, solo il country
stonato di Such Is Life.
Peccato che qui finisca anche la storia dei Josefus, riemersi più
volte negli anni a venire, ma minati dalla tragica fine del pittoresco
batterista, ufficialmente impiccatosi in carcere dopo essere stato arrestato
per possesso di stupefacenti. Un’ ennesima morte rock su cui, questa volta, ben
poco si indagò.
Album perdente nel confronto diretto con Dead Man, Josefus segnò il
passaggio della Band di huston all’etichetta Mainstream. Vinili originali
(etichetta blu-nera) sopra i 150$ ma difficilmente oltr i 300$: manca tutta
l’aura mistica dell’esordio.
CD piuttosto costoso (oltre i 20 euro, in media) meglio ripiegare
sull’edizione che accorpa i due album del gruppo. Versione digitale a 7,99 euro
su Amazon.it, 8,99 su I-Tunes.
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