Artista: Lucifer
Titolo: Lucifer
Anno: 1970
Label: Gallo
Joe Bertola - Drums
Vincent "Butch" Biocca - Bass
Joe Gallo - Piano
Joe Mattioli - Lead Vocals
Pete Skelton - Lead Guitar
A1 Sixteen
A2 Different Face
A3 Where Do We Go
From Here
A4 Get Together
A5 My Baby
A6 You Better Find
Someone to Love
B1 I'm Gonna Make It
B2 If This World Were
Mine
B3 Dreaming Isn't
Good for You
B4 Crabby Day
B5 Don't Tell Me How
to Love
Ambiguo quintetto italo-americano che pare uscito dalla sceneggiatura
dei Soprano, a spasso per la costa atlantica tra Rochester e New York, i
Lucifer furono autori di un solo album, omonimo, datato 1970.
Sotto una credibile scorza hardrockettona, sgusciano sentimentalismi latini
da soap (You Better Find Someone to Love),
qualche sottile accento di tastiera da piano-bar (If This World Were Mine), una smaccata rivisitazione dei
conterranei Vanilla Fudge (My Baby) e
addirittura l’improbabile cover di un classico west-coast come Get Together.
Ma nel complesso la macchina hard del gruppo funziona con discreto
sciovinismo e buona ruvidezza. Messa da parte la quasi epica ballatissima da
night club di Where Do We Go From Here,
con antieroici assoloni e languida vocalità, Joe Mattioli, cantante col nome da
peso welter suonato, trascina tutti quanti dalle parti di una versione beat dei
primissimi Grand Funk appallottolati a grezzi imitatori degli Zombies emersi da
un’autorimessa arrugginita, che vagano raminghi tra i marciapiedi di una
metropolitana di provincia. Basso prominente, wha-wha assortiti, scarsissime
pretese cerebrali e nessuna posa artatamente satanica, come il nome potrebbe
far supporre.
Si finisce addirittura in crescendo, con il prolisso ma robusto funky-pop
di Dreaming Isn't Good for You, in
scia a Bob Seeger, ma soprattutto con la sintetica e a modo suo “modernissima” Crabby Day, che sembra farina del sacco
di Jack White. Don't Tell Me How to Love
torna sulle distorsioni negroidi del primo pezzo, Sixteen: peccato che non tutto l’album sia al livello di questi due
brani.
Scarsissimi gli scambi via web di questo album, in verità non
eccezionale: gli unici documentati superano i 300 $ per il vinile originale (label
Gallo), ma di fatto non c’è mercato… Esiste anche una ristampa in Lp della Void
(Void 25).
L’Akarma ha pubblicatoo l’album in CD (AK 044) in formato digipack.
Prezzi assai competitivi su Amazon.com che ha qualche pezzo usato a partire da
circa 3 dollari.
Disponibile anche in formato digitale su I-Tunes e Amazon. Non
spendeteci troppo, mi
raccomando.
2 commenti:
Ti può sembrare strano caro Evil, ma sai che li ricordo, li ho sentiti e non mi dispiacciono affatto!
Allora hai ascoltato un album veramente remoto... e che forse ti è piaciuto più di quanto non sia piaciuto a me!
Un saluto.
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