Nella Russia dei torbidi, tra la fine del VXI e l’inizio del XVII
secolo, si aggirava lo spettro di un Sommo Impostore: il Falso Dimitri.
Spacciandosi per il redivivo figlioletto dello Zar Ivan, legittimo
erede al trono e trucidato, a quanto pare, dall'usurpatore e futuro zar Boris
Godunov, riuscì a costruirsi un seguito ed una credibilità così rilevante da
fare vacillare il potere reale e consentirgli di regnare, sia pur per pochi
mesi.
La Storia non ha ancora fatto luce piena sull'identità e la reale
discendenza del personaggio...
Che fosse o meno un impostore non ha poi tanta importanza.
Che la sua storia fosse reale o falsa, lo stesso. L'effetto è quello
che conta.
Era una storia credibile.
Narrativamente accattivante.
Credibile perchè si appoggiava su zone d'ombra non dimostrabili,
perchè prendeva pezzetti di verità
strappati qua e là, mischiandoli sapientemente col pensiero comune e con
credenze, convinzioni e malcontenti popolari più istintivi.
Ebbene, dopo secoli di revisionismi, accuse e biasimi, il Falso
Dimitri è ospite di questo (stanco) blog.
Un applauso, prego!
Si aggirerà anche tra queste pagine, montando e rimontando storie
credibili di album inesistenti.
Un bestiario musicale in
cui non importa se la bestia esiste davvero o no. Importa la sua descrizione,
la sua simbologia, la bizzarria. E sopratutto il desiderio di che legge che
possa essere reale, davvero.
Nessuna indicazione, nessun avvertimento. Recensioni come le altre.
La Chimera stava già stancando
la gente. Piuttosto che faticare a immaginarsela, era meglio tradurla in
qualsiasi altra cosa. Era troppo eterogenea; il leone, la capra e il serpente
(in certi testi il drago) sopportavano male di trovarsi riuniti in una sola
bestia. Col tempo, la Chimera tende a diventare “il chimerico”. Uno scherzo
famoso di Rabelais (“ se una Chimera, penzolando nel vuoto, possa mangiare
intenzioni seconde”) segna bene la transizione. L’incoerente forma scompare e
la parola resta, per significare l’impossibile. Idea falsa, vana immaginazione,
è la definizione di chimera che dà oggi il dizionario.
Per significare impossibilità o
incongruenza, Virgilio parlò di incrociare cavalli con grifoni. Quattro secoli
dopo, Servio suo commentatore spiegò che i grifoni sono animali metà aquila e
metà leone. Per dare più forza al testo, aggiunse che aborriscono i cavalli...
Col tempo, la locuzione iungentur jam grypes equis diventò proverbiale; al
principio del ’500, Lodovico Ariosto la ricordò e inventò l’ippogrifo.
Aquila e leone convivono nel
grifo degli antichi; cavallo e grifo nell' ippogrifo ariostesco, che è un mostro
fantastico di secondo grado.
Jorge Luis Borges – Manuale di Zoologia fantastica
Per quello che conta, nel mare magnum del web, dove ogni riga può
essere falsa, copiata, riscritta.
Oppure perfino reale.
Sia Google a risolvere l'enigma, che certo durerà solo lo spazio di
qualche minuto.
2 commenti:
Album inesistenti, ma credibili.
Secondo un altro racconto di Borges (Tlon, Uqbar) potresti scegliere un album a caso, attribuirlo arbitrariamente ad altri, poi passare ad una accurata recensione. Es. Led Zeppelin IV scritto da Ligabue, Ummagumma dalla PFM, Harvest da Pat Boone.
Dici bene; tante cose si potrebbero fare...
Manca un po' la voglia, ma spero con questa di ritrovare qualche divertimento in più!
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