While Henry Hamilton-Smythe minor was playing croquet with Cynthia Jane
De Blaise-William, sweet smiling Cynthia raised her mallet high and gracefully
removed Henry's head.
Two weeks later, in Henry's nursery, she discovered his treasured
musical box. Eagerly she opened it and as "Old King Cole" began to
play, a small spirit-figure appeared. Henry had returned
Genesis
– The Musical Box
C'era un epoca, non tanto tempo fa, in
cui la musica occupava uno spazio. Non solo nella testa e nella memoria degli
appassionati ma anche sugli scaffali, nei ripiani sotto i giradischi o gli
stereo, nelle librerie, sopra le mensole.
Oggi l'unico spazio che è associato ad
una canzone di solito si misura in megabyte, e ci indica quanto disco rigido
dobbiamo sacrificare all'ultima playlist. E' uno spazio virtuale: non prende polvere,
non si scolora, non si fatica per riordini o traslochi.
Lo spazio del singolo vinile e anche del
CD è, tendenzialmente, bidimensionale: 31 cm x 31 cm per pochi millimetri di
spessore: dischi neri inscritti in rigidi quadrati di cartone incollato. Oppure
no...
Con Musical Box esploriamo quel design
che ha cercato di sottrarre la confezione del vinile alla rigida dittatura geometrica
delle due dimensioni e degli angoli retti. Una tendenza che è andata formandosi
nel momento stesso in cui anche la musica si faceva magica e
tridimensionale, superando il formato dei tre minuti, scoprendo gli effetti e i
trucchi scenici dello studio di registrazione, le manipolazioni dei
sintetizzatori e dei mixer, le evoluzioni dei light show e dei laser.
E’ assai difficile in un contesto così
eterogeneo e fantasioso tracciare
coordinate comuni: Musical Box è un percorso breve ma intenso, in cui
ogni opera fa storia a sè, sfruttando artifici e manipolazioni che vanno dal trompe-l'œil, all'illusione ottica,
all'effetto tridimensionale fino a complessi sistemi mobili cartonati,
copertine "multiapribili" e confezioni che si fingono tutto tranne un disco in
vinile. L’alto costo di realizzazione ha spesso scoraggiato queste invenzioni,
l' enorme gamma di soluzioni possibili ha sovente restituito opere incerte dal
sinistro gusto kitsch; ma dove la raffinatezza del progetto e l’esattezza del design
hanno trovato il giusto connubio, i risultai sono stati eccellenti.
One of the most enjoyable aspects of
album covers is that they are real objects as well as graphic designs. They are
3-D packages that have their own particular physical and tactile qualities.
Opening and exploring covers can be a rewarding experience on its own, separate
from the visual experience. Though most album covers are simple,
straightforward in construction, and broadly the same, there are sufficient
idiosyncratic variations to warrant the generic but unedifying title of
"Special Packaging? lt’s hard to show much of their 3-D nature and
complexity on a 2-D page of course, but here goes anyway.
Storm Thorgerson, Aubrey Powell - 100 Best Album Covers
I call our world Flatland, not because
we call it so, but to make its nature clearer to you, my happy readers, who are
privileged to live in Space.
Imagine a vast sheet of paper on
which straight Lines, Triangles, Squares, Pentagons, Hexagons, and other
figures, instead of remaining fixed in their places, move freely about, on or
in the surface, but without the power of rising above or sinking below it, very
much like shadows—only hard and with luminous edges—and you will then have a
pretty correct notion of my country and countrymen. Alas, a few years ago, I
should have said "my universe": but now my mind has been opened to
higher views of things.
Edwin Abbott Abbott - Flatlandia
Chiamo
il nostro mondo Flatlandia, non perché sia così che lo chiamiamo noi, ma per
renderne più chiara la natura a voi, o Lettori beati, che avete la fortuna di
abitare nello Spazio.
Immaginate
un vasto foglio di carta su cui delle Linee Rette, dei Triangoli, dei Quadrati,
dei Pentagoni, degli Esagoni e altre Figure geometriche, invece di restar ferme
al lor posto, si muovano qua e là, liberamente, sulla superficie o dentro di
essa, ma senza potersene sollevare e senza potervisi immergere, come delle
ombre, insomma – consistenti, però, e dai contorni luminosi. Così facendo
avrete un'idea abbastanza corretta del mio paese e dei miei compatrioti. Ahimè,
ancora qualche anno fa avrei detto: «del mio universo», ma ora la mia mente si
è aperta a una più alta visione delle cose.
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