domenica 2 agosto 2015

Una serata sui tetti


Può sembrare curioso cominciare una discussione sulla fine, partendo da un inizio. Quell'inizio in cui Martin Sheen si risveglia dal suo torpore in un' umida stanza d'albergo a Saigon.
Attorno, un mondo in fiamme. Mentre gli elicotteri volteggiano tra il fumo. Jim Morrison declina il suo personale Edipo, brano che potrebbe anche fare da cardine per tutto il dialogo, non fosse una scelta troppo ovvia.
Brano su cui vorrei comunque ritornassimo, quando la discussione prenderà quota.
Intanto è un'altra la canzone che chiamo a testimone: una crepuscolare meditazione dalla cima di un tetto al tramonto. Evening Over Rooftops (1971), classico assai minore e ultimo fuoco di un grande gruppo dell'undergound britannico: la Edgar Broughton Band. Arrangiato per viole e cori femminei, Evening dimentica le ruvidezze di un Wasa Wasa per un suono magari ruffiano eppure ammaliante nella piattezza catatonica della voce e nello spurio spirito da glam trapiantato in west-coast, di puro stampo esistenzialista.

Somewhere in the distance
On the road so far away
I heard the sound of life
Though the people left for home

Three birds flew off a building
Standing proud against the sky
Many more flew with them
Spiralled up like laughter

Faster, harder
They rose up in a column
Hundreds upon hundreds
And twice that many wingspeed

Four miles across
Stretched a million miles high
The living pulsing column
In the lady of the sky

Feathers thrashed together
Locked in that huge swarm
I knew no-one could see it
And now that it was gone

I rubbed my eyes and tried to find
A reason for the flight
Exodus, escape
Or was it just for me to see?

Dentro ci stanno queste immagini di spettacolare portata: l'ultimo fotogramma degli Uccelli di Hitchcock (una grande Apocalisse cinematografica); la nebbia giallastra sulla città industriale. Così almeno me la immagino. Quella città di cui siamo siamo ancora tutti cittadini; perchè ancora lì stiamo. E se abbiamo creduto di combattere per estendere diritti, abbiamo invece traghettato privilegi.
Non esiste l'uomo “post industriale”. Stiamo ancora guidando appena oltre la macchina a vapore.
E poi quella domanda, ripetuta più e più volte, tanto alla fine da tramutarsi in pura angoscia di vivere:

How far are we from dying
Is it nearly at an end?
How far are we from dying
Is it nearly at an end?...

Scartabellando tra memoria e archivi, ecco l'altro pezzo forte di Broughton: Death Of An Electric Citizen.
In morte di un cittadino elettrico.
Una piccola fine privata, questa, dell'ennesimo dei senza nome che riempie le periferie estese delle immutabili città industriali.
Dove comanda l'economia e latra la politica.

Appena oltre la macchina a vapore.

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