31/05/2011 - 01/10/2015
venerdì 29 luglio 2011
FROM THE CRYPT - The Kinks
mercoledì 27 luglio 2011
PAGANESIMI ELETTRICI - La Battaglia di Deorham Pt. 3°
lunedì 25 luglio 2011
Songs to (re)discover: Rock Jam
domenica 24 luglio 2011
27
sabato 23 luglio 2011
LIVE DESK - Rolling Stones
venerdì 22 luglio 2011
Yes - I progressisti per moderati
giovedì 21 luglio 2011
MUSICHE PARALLELE - Neil Young - Pt.2°
mercoledì 20 luglio 2011
Il Rock secondo Jerry Rubin*
martedì 19 luglio 2011
Give the People What they Want
lunedì 18 luglio 2011
Monster in Paradise
“Non hai visto in Mostri in Paradiso?” Spread, default, debito, tango bond, presidenti che parlano di Apocalisse. Sono piombati dal nulla a distruggere le torri del potere. Ricacciandoci indietro nel tempo. Questi mostri in paradiso sono una delle immagini più forti e misconosciute emerse dal rock britannico. La cover costruita dallo studio Hipgnosis per il debutto dei Quatermass ha acquistato, oggi, un’aura mistica. Quegli pterosauri plananti tra le torri di vetro sembrano un presagio sinistro dell 11/09, quando la preistorica violenza terroristica planò tra i grattacieli di New York, ricacciando i governi nell’oscurantismo di guerre e jihad.
Ma i Mostri non se ne sono andati dal nostro vecchio Paradiso, sbattono ancora le loro ali rettiliane tra l’avorio dei Palazzi. Spread, default, debito, governi in bancarotta. E prima o poi, i sauri volanti si poseranno a terra. Mostri in Paradiso.
- La canzone “Monster in Paradise” (Gustafson, Gillian, Glover) benché già nel repertorio live dei Quatermass e risalente al periodo degli Episode Six, comparirà nel 1971 nell’album Bulletproof degli Hard Stuff
- La foto originale fu scattata a Londra, ai palazzi governativi di Victoria St. La duplicazione dell’immagine restituisce una forte illusione ottica, quasi fosse un’opera Op-Art.
***
“Did you see the Monster in Paradise?” Spread, default, debt, tango bonds, Presidents talking about Revelation. They are sealed from nothing to destroy the Towers of Power. Fighting back in time. These “Monsters in paradise” are and one of the strongest (and unsung…) images that emerged from the British rock. The cover made by Hipgnosis studio for the debut of Hard-Prog trio Quatermass has become, today, a mystical aura. Those pterosaurs gliding between the glass towers seem a sinister omen of 11/09, when the prehistoric terrorist violence glides down among the New York skyscrapers, pushing governments back in the obscurantism of jihad and wars.
But the monsters are not gone from our old Paradise, still flapping their reptilian wings among the ivory palaces. Spreads, default, debt, bankrupt governments. And sooner or later, the flying lizards will stand down. To stay. Monsters in Paradise.
- The song "Monster in Paradise" (Gustafson, Gillian, Glover), although was already in the live repertoire of Quatermass and dating from the Episode Six time, will appear in the 1971 album Bulletproof by Hard Stuff
- The original photo was taken in London, at the government buildings of Victoria St. The duplication of the image returns a strong optical illusion, as if it were an Op-Art work.
domenica 17 luglio 2011
FROM THE CRYPT - EUCLID
sabato 16 luglio 2011
LIVE DESK - The Who
The Who
6-04-1968 - Fillmore East, New York
Live at the Fillmore East
(Sunrise SB-0012)
More details at: http://theevilmonkeysrecords.blogspot.com/p/live-desk.html
Dowload full version at: http://www.zshare.net/download/92669799edbc956f/
venerdì 15 luglio 2011
UN’IPOTESI (Pt. 2) - La struttura del medium musicale digitale
La maggior parte di questi files sono “compressi” o “decomprimibili”, ottimizzando lo spazio occupato su disco, magari cercando di mantenere inalterata la qualità dell’audio senza “perdite” (lossless).
Ma che cosa perdiamo veramente con l’utilizzo di un mp3 ? (ma anche di un wave, o di un ogg…)
Pagine e pagine su internet sono piene di tabelle relative al suono dei diversi formati e apparentemente il difetto più facile da identificare sta proprio nella qualità e nelle caratteristiche audio dei diversi tipi di file. Un mp3 è un file lossy, cioè comporta una perdita di informazione rispetto a un PCM di origine considerato copia-clone di una matrice incisa su CD (o nastro magnetico…). Ma è anche un file di dimensioni molto contenute, universalmente utilizzato, facile da decodificare, da trasportare, da copiare e trasferire, azioni non sempre possibili per il vinile e anche per il CD .
Ma c’è altro che discrimina il medium digitale da quello tradizionale: vinili, musicassette e CD possono, col tempo, perdere qualità sonora, non per questo differiscono concettualmente da copie in perfette condizioni; la qualità dell’audio non basta, da sola, a spiegare la differenza.
C’è in effetti un altro aspetto che raramente l’ascoltatore considera: la scomparsa dell’hardware come elemento fisico. Con la distribuzione digitale della musica resta solo il software, solo il dato musicale puro, che anzi deve anche farsi carico, nei limiti del possibile, di veicolare i metadati tradizionalmente associati all’hardware. Tutto il resto viene obbligatoriamente ricomposto, in formato digitale, richiamato da imponenti database web per restituire un nuovo tipo di medium.
E se questo aspetto può essere facilmente, ma colpevolmente, trascurato dall’ascoltatore, è invece il presupposto fondamentale per i distributori e i produttori di musica, che possono svincolarsi dall’oggetto concreto (il cd, la sua custodia…) cambiando radicalmente tutti i canali nella produzione e diffusione di un bene che non è più (anche) concreto, ma è solo “informativo”. Dato puro.
giovedì 14 luglio 2011
SONSG TO (re)DISCOVER
A fantasy world of celluloid villains and heroes,
Because celluloid heroes never feel any pain
And celluloid heroes never really die.
martedì 12 luglio 2011
UN’IPOTESI (Pt. 1) - La struttura dei media musicali tradizionali
In sintesi: la distribuzione di musica su vasta scala si è sempre affidata ad una tipologia standard di medium fisico: vinile (78, 33, 45 giri), musicassetta, CD. A parte le ovvie diversità tecnologiche, questi supporti sono concettualmente identici e accomunati da un’analoga struttura in cui si riconoscono due parti fondamentali: hardware e software.
1) Hardware: è la parte “materiale”, tangibile, del medium, composta da:
a) supporto fisico: disco in vinile, CD, nastro magnetico
b) contenitore (case) del supporto: confezione, copertina, booklet… cioè tutto ciò che completa il pakaging del supporto.
2) Software: è la parte informativa, non fisica, cioè il suono memorizzato sul supporto. Necessita di un decodificatore per essere interpretato.
L’importanza del software è lampante, in quanto contiene il dato che interessa al consumatore, cioè la musica. Ma non è da sottovalutare anche l’importanza dell’ hardware il quale:
1) Protegge il software, garantendone l’unitarietà e l’autenticità del dato impedendo contraffazioni.
2) Porta un’informazione ulteriore, cioè tutti i metadati necessari alla corretta interpretazione del dato.
In questo, il medium musicale è molto diverso da quello letterario che implica una meno netta distinzione tra hardware e software: un libro è un medium “unitario” che inoltre NON necessita di un decodificatore per essere interpretato. Differente ancora il medium cinematografico: anch’esso necessita di un decodificatore ma contiene il metadato (titolo, autore, titoli di testa e coda) nel software assieme al dato (il film).
Nei media musicali sono metadati, per esempio, il titolo dell’album, il nome del complesso, il titolo e la durata delle canzoni, la line-up del gruppo, l’anno di distribuzione del disco e tutto quanto altro ci fornisca informazioni in più sulla musica che ascoltiamo. Se il dato musicale colpisce le nostre emozioni soggettive, il metadato ci fornisce un sistema di coordinate importante per il nostro cervello per potere “classificare” il dato nella memoria.
In cosa si differenzia allora il medium musicale "tradizionale" da quello "digitale"?
lunedì 11 luglio 2011
LIVE DESK - Led Zeppelin
sabato 9 luglio 2011
Crime in the City
"There's still crime in the city, Said the cop on the beat."
And what’s that crime in the city? Robbery, murder, corruption, rape? “What else”, you said?
Which better crime than the Rock n’ Roll Music, the true “Sound of the City” like wrote Charlie Gillett. Avid producers searching for “cheeseburger And a new Rolling Stone”, and, of course, all the rest: wicked, paranoid, bombastic rock-stars, art’s depreciation, the young inconscious teen-idol; the older, conscious, rotten addict former guitar-heroes moving in backstages like maggots. And profit, the real semi-god of music business. The Great Rock 'n' Roll Swindle, but without irony.
Yes, the “Crime in the city” IS the Rock Music.
venerdì 8 luglio 2011
PAGANESIMI ELETTRICI
LA BATTAGLIA DI DEORHAM - Parte 2°
Continuano le avventure di un gruppo disperso in un tempo remoto, alla ricerca di una nuova spiritualità che prenda il posto della guera e dell'orrore.