lunedì 7 luglio 2014

Sommersioni di U.S. Prog – Volume 3


Una nuova infornata di nomi, tra cui qualcuno di spicco e di merito. Un viaggio in orbita attorno al pianeta prog, visto da un’angolazione insolita.


Quill
Sursum Corda (1977)

First Movement              19:58
1a     Floating              
1b    Interlude           
1c     The March Of Dreams  
1d    The March Of Kings       
1e    Storming The Mountain              
1f     Princess Of The Mountain         
1g     Storming The Mountain (Part II)             
Second Movement        15:32
2a     The Call               
2b    Timedrift            
2c     Earthsplit           
2d    The Black Wizard            
2e    Counterspell    
2f     The White Wizard          
2g     The Hunt            
2h    Rising   
2i      The Spell            
2j      Sumnation        
2k     Finale

Strambo titolo in stile italian-prog, uscita remota edita come test press nel 1977 per la Cotillon poi riemersa in CD grazie alla Syn-phonic.
Un trio di cervellotici polistrumentisti californiani che costruisce tutto l'album attorno a due megalitici "movimenti" in più parti, uno per lato. Scimmiottando bellamente ELP, divagando al synth e anticando certi passaggi favolistici, stanno in equilibrio precario tra l’enfatica autoindulgenza e la ridondante visione da Terra di Mezzo. Esagerazioni weast-coast...


Vindication
Vindication (1973)

Sonnet to Seagulls 2:36
Atop of the Mountain 6:38
Money Window 4:16
Satan’s Song 4:04
Master Law 11:35
Walk to the Sea 4:02
You and Me and God 3:48

Oscuri fuoriusciti da Bloomington, Indiana, portatori sani di un precoce pop-prog cristiano all'acqua di Colonia, frizzante quanto basta, multiforme per sound ed ispirazione, tra il beat degli Zombies e certi dormiveglia neoclassici. Aspirazione alta, ispirazione…meno.
Bello il riff alla Cream di Money Window, ambiziosa l'avventura pianistica di Master Law.


Albatross
Albatross (1976)

Four Horsemen Of The Apocalypse        14:19
Mr. Natural        5:17
Devil's Strumpet              8:39
Cannot Be Found            3:34
Humpback Whales         4:20

Unico album per questa band dell'Illinois che sciorina morbidezze al mellotron lungo i 5 grandi voli che compongono l’album. Menzione per il romantico - e pure un po' piatto - quarto d'ora di Four Horsemen Of The Apocalypse, musical su orizzonti progressivi ma distesi e spensierati.
Poi la sponda hard di Mr. Natural, la fuga pianistica di Cannot Be Found e l'emiciclico affresco cosmico di Devil's Strumpet.
Fantastica la copertina retro-galattica, come una vecchia locandina per Viaggio alla Luna.


Earthrise
Earthrise (1977)

Eden's Child         6:45
Arcturus                 9:55
Earthrise                5:50
New Clear Dawn 10:08

Trio di super polistrumentisti, cover fanta-storica, titoli galattici per i soli, canonici, quattro lunghi brani, due per lato.
Un prog flautato alla Kansas, impacchettati in formato ELP, con qualche accento fusion, senza chitarra tra i piedi, forti di digressioni interessanti ed un bel sound rotondo.
Agilità apprezzabile, atmosfera di pensoso decollo, qualche ripetitività. Interessante il concerto per quasar alieni, eppure moreschi, di New Clear Dawn.


Pentwater
Pentwater (1977)

Frustration Mass             3:37
Living Room Displays     4:58
Memo  4:07
Orphan Girl        8:28
AM        2:43
Palendrode        3:54
War       5:00
Gwen's Madrigal           3:58

Ripescati dalla Syn-Phonic in tempi recenti, i chicagoani Pentwater diedero alle stampe nel 1977 un album di art rock schizoide ed eclettico: romanticismo ai tempi della "Modern Dance". La favola ectoplasmica Orphan Girl, Palendrode, il soliloquio per quartetto d'archi in Prelude to War e lo stesso strumentale War sono i momenti più smaccatamente prog, con un tocco di tardo Canterbury, ma ben più ombroso e pessimista.
Multivocalità ad incastro e bei momenti solisti, soprattutto quando il voltaggio aumenta.


Atlantis Philharmonic
Atlantis Philharmonic (1974)

Atlantis                5:11
The Woodsman 7:34
Death Man         5:25
Fly-the-light       4:34
My Friend           4:01
Atlas                   8:29



Nome altisonante di un duo (ebbene sì...) di ultra-poli-strumentisti, infatuati sinfonici dalla solita Cleveland,  che si presentano con una copertina da Cavalieri dello Zodiaco psicanalizzati da Rorschach ed un sound mastodontico, ampio, stratificato e davvero potente.
Dalla carica di catafratti di Atlantis, al romanticismo vagamente cremisi di The Woodsman. Dialoghi profondi tra sole tastiere e percussioni, fondali al mellotron, qualche turbamento dei migliori Atomic Rooster, sponda heavy ben rimpolpata da un paio di riffoni a 4 stelle (Death Man e la mitologica saga ur-Manowar di Atlas). Intrigante la versione progressiva da Weill-Brecht doorsiano in Fly-the-light.
Tra incantesimi, favole e stregoni, un' enorme qualità progressiva che si stenta a credere non uscita dalla perfida Albione...


Fireballet 

Night on Bald Mountain (1975)

Les Cathedrales               10:16
Centurion (Tales Of Fireball Kids)            4:46
The Fireballet    5:15
Atmospheres    3:40
Night On Bald Mountain (Suite)
Night On Bald Mountain        2:20
Night-Tale    6:28
The Engulfed Cathedral         4:38
Night-Tale (Reprise)                2:34
Night On Bald Mountain (Finale)       2:50

Two, Too... (1976)

Great Expectations 4:30
Chinatown Boulevards 6:42
It's About Time 6:12
Desirée 2:45
Flash 5:11
Carrollon 6:00
Montage En Filigrée 4:49


Album d'esordio che è principe di eccessi east coast, a partire da un' arlecchinesca cover di satanismo slavo riscritto sui pattern di Dungeons & Dragons. Sul lato B la definitiva evoluzione del già famigerato Picture an Exibition, ovvero la spuria riscrittura per quartetto rock di una Notte sul Monte Calvo, di identica mussorgskiana estrazione. Attendendo fiducosamente il Monologo del Boris Godunov o l'aria di Dosfei, incassiamo con sentito ringraziamento quanto lo spirito più progressivo che possiate immaginare ha fatto crescere in quel del New Jersey, sotto al spervisione di Ian McDonald, proprio quello dei King Crimson. Aperture smooth rock, troposfere di synth da Neo Tangerine Dream, scialbe parti vocali. Ma tutto il disco si fregia di uno svolgimento misterico e chiaruscuri ritualistici declamati da anfratti orfici di complessità esagerata, vedi la gotica e fiammeggiante Les Cathedrales. Per integralisti del fantasy rock.
Un secondo album, massacrato da una copertina che dire imbarazzante è poco, vide la luce nel '76 ma non può certo tenere testa alla grandeur dell'esordio, né essere preso realmente sul serio…


Starcastle

Starcastle (1976)

Lady Of The Lake             10:26
Elliptical Seasons             4:24
Forces  6:24
Stargate              2:50
Sunfield               7:40
To The Fire Wind             5:16
Nova     2:34

Fountains Of Light (1977)

Fountains           10:25
Dawning Of The Day      3:46
Silver Winds       4:57
True To The Light            6:27
Portraits              5:03
Diamond Song (Deep Is The Light)          5:36


Citadel (1977)

Shine On Brightly            5:14
Shadows Of Song            5:08
Can't Think Twice            3:51
Wings Of White               4:48
Evening Wind                 5:27
Change In Time                4:31
Could This Be Love         3:23
Why Have They Gone   6:53



La band definitiva del prog (sotterrato) americano, almeno la più celebrata e la più consapevole nella missione di traghettare le istanze fantasiose degli Yes in terra yankee.
Sotto il comando di Terry Lutrell, ex voce dei primissimi REO Speedwagon (addirittura!), si disimpegnano scafati volponi come il tastierista multifinzionale Herb Schildt e i chitarristi Matthew Stewart e Stephen Hagler, tutti con maglioncini a collo alto e capello fluente ma ben ordinato.
Tre album (più un, in verità) di sperimentazione decrescente, anche per i dissapori con la Epic, che evidentemente aveva ben chiare le difficoltà di attecchimmento del progressive in tardi anni ormai da fuori sede.
Scintillosità pomp, positività e ottimismo azzurrini, armonie che alla fine paiono Crosby, Stills, Nash &  Anderson. Ma pure un songwriting solido ed una salda fede nella missione progressiva.
Sul primo LP, la Judy Blue Eyes galattica di Lady Of The Lake, l'ascendente sinfonia di Stargate, una costante ricerca di galattico stupore di fronte al cosmo.
Fountains Of Light, con la superba Fountains e qualche concessione pop in più, resta un luminoso caposaldo del pomp patinato e rifinito, una versione intellettuale dei primi Styx. Fulgida Silver Winds, True To The Light è carovana celeste per missionari della luce.
Citadel, il terzo album su cui la Epic strinse ulteriormente il controllo anti-prog, spiana comunque la migliore copertina dell'epoca stellare accanto ad un set più sintetico e meno elaborato, devoto a certo jingle-jangle luminescente di sound al neon.
Real to Reel, quarto LP ed appendice all’avventura, è già esteriormente un melodico hard rock da piccolo stadio, ancorato a ben più terrene visioni di quanto aveva proposto il gruppo appena un pao d’anni prima.
Catalogo facilmente accessibile, tanto in formato fisico che digitale.

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