Il
rosso, il nero e lo scarabeo spaziale alla conquista di Frisco
Tra il 1966 e il 1970, all’apice dell’ Acid Rock californiano, la Berkley-Bonaparte
è la principale agenzia pubblicitaria della Baia e si occupa della promozione
dei concerti di locali come il Winterland e il Fillmore, collaborando con
comuni di hippies coma la Family dog di Chet Helms. Dello studio fanno parte
tra gli altri: Rick Griffin, Stanley
Mouse, Victor Moscoso, Alton Kelley.
Rick
Griffin (18 Giugno 1944 - 18 Agosto
1991) era un surfista di Palo Alto, con un background nell’ambito dei fumetti,
che si trasferisce a San Francisco nel 1966; Stanley Mouse nacque a Fresno nel
1940; a metà degli anni ’60 condivide con il futuro disegnatore Alton Kelley le
prime esperienze psichedeliche del Red Dog Saloon di Virginia City, per poi
trasferirsi a San Francisco sull’onda del “movement”.
Le loro produzioni
californiane di fine anni ’60 sono generalmente caratterizzate da colori
sgargianti, in particolare nelle scale cromatiche del rosso e del viola, da un
lettering elaborato e deformato e da vari richiami all’espansione delle
coscienze: abbondano i riferimenti all’uso delle droghe, del LSD e non mancano citazioni ad antichi
simboli mistici e religiosi. L’arte di Griffin, di Mouse, ma anche di Kelley e
Moscoso, è esemplificata, oltre che dalle copertine degli LP, dai poster per i
concerti dei più famosi gruppi del periodo: Grateful Dead, Jefferson Airplane,
Quicksilver Messenger Service, Steve Miller Band, Love, Doors, Jimi Hendrix
Experience: colori e forme delle immagini sono l’equivalente su carta delle
intricate jam strumentali di questi musicisti.
Nell’opera
di Griffin sono assemblate le più disparate simbologie: l’occhio celeste è
derivato in egual misura (ma con consapevolezza tutta da verificare) dalla
tradizione egiziana (occhio di Horus), dal design di Von Dutch e dai “neri” del
pittore francese Odilon Redon; il tutto distorto sotto l’ottica
religioso-scientifica da LSD. Numerosi nell’opera di Griffin sono anche i
simboli solari come le “sfere rosse” e gli “scarabei giganti”. Il lettering,
che all’origine è un’elaborazione dei caratteri da vecchio west americano, nelle
opere migliori è un puro pretesto per la creazione di glifi e arabeschi
ermetici alla lettura ma meravigliosi nel comporre pattern colorati ed
estremamente liquidi, incorporando elementi arabi, orientali e indiani.
Stanley Mouse appare influenzato, oltre che dalla grafica dell’ Art
Nouveau, dalle simmetrie centrali e dalle forme circolari dei mandala tibetani.
Il suo nome è spesso associato ai Grateful Dead, per cui disegnò alcuni famosi
poster.