venerdì 2 novembre 2012

Le brutte recensioni - Esercizi di Stile



Per il futuro mi impongo degli esercizi di stile. Sono intriganti, utili e insegnano a non ricadere nei soliti errori.
Ma soprattutto… sono divertenti.


Come si svolgono? Semplice; si sceglie un album e se ne fa la recensione in più modi differenti, come se la scrivessero altrettante persone diverse. La recensione del fanatico, quella del gonzo, del “bastian contrario” e così via. Sarebbe bello cercare di mantenere il più possibile omogeneo il giudizio sull’album, riuscendo ad esprimerlo con modalità linguistiche differenti (lessico, grammatica, sintassi, retorica…). Al contrario sarebbe troppo facile e non molto costruttivo ridurre tutto l’esercizio alla coppia antitetica:

giudizio positivo - giudizio negativo

cercando di sostenere le ragioni di entrambi. Difficile in geometria, piuttosto lezioso in musica.
Per quest’esperimento ho scelto un album assai conosciuto su cui già tutto è stato detto, scritto, decantato… Led Zeppelin IV. Come ulteriore regola mi propongo di scrivere recensioni più o meno della stessa lunghezza, circa una cartella, per non avere troppa disparità nei testi.
Per introdurre l’esperimento credo sia giusto fornire qualche informazione neutra sul disco, tanto per capire di cosa stiamo parlando:

Artista: Led Zeppelin
Album: Untitled, IV, Zoso
Pubblicazione:  8 novembre 1971
Durata: 42 min : 39 s
Tracce: 8

LATO A
Black Dog - 4:57 - (Page, Plant, Jones)
Rock and Roll - 3:40 - (Page, Plant, Jones, Bonham)
The Battle of Evermore  - 5:52 - (Page, Plant)
Stairway to Heaven - 8:03 - (Page, Plant)

LATO B
Misty Mountain Hop - 4:38 - (Page, Plant, Jones)
Four Sticks - 4:45 - (Page, Plant)
Going to California - 3:31 - (Page, Plant)
When the Levee Breaks - 7:08 - (Page, Plant, Jones, Bonham, Minnie)

Etichetta: Atlantic Records
Produttore: Jimmy Page


Detto questo… ecco i “personaggi”:


Il Fanatico

Il fanatico non scrive una recensione, compone l’esegesi di un testo sacro, l’agiografia di eroi leggendari. Grammaticalmente sfrutta tutte le possibilità del superlativo relativo ed assoluto ed abbonda in iperboli tali da andare anche oltre la sfera musicale di competenza. L’analisi delle tracce è completa ma non troppo approfondita: non si sa mai che scavando troppo si trovi qualche difetto… La stessa cosa accade per i riferimenti a band analoghe: sono ammessi paragoni solo con altri Immortali. Piuttosto comune la “professione di umiltà” come introduzione.


L’analitico

L’analitico è un pignolo al primo stadio. Utilizza come massima espressione grammaticale l’inciso e la frase incidentale, definendoli tramite virgole, parentesi ma anche trattini, come fosse un discorso diretto finito per caso nel testo. La sua attenzione sarà massima verso i particolari e assai minore rispetto al contesto e al quadro d’insieme. Innamorato di nomi e date, non mancherà di informarci all’inverosimile sul superfluo, faticando a trasmettere calore e passione.


Il narratore

Questo personaggio vi accompagnerà lui stesso nella recensione in quanto, oltre che autore, ne è anche narratore interno. Da qui il largo utilizzo della prima persona e di frasi ricche di pronomi e aggettivi possessivi a formare espressioni del tipo: “a mio parere”, “mi fa venir in mente”, “per me”… E’ comune il tentativo di dare un taglio più narrativo al testo, fatto ben evidente nell’utilizzo di introduzione e conclusione collegate e a tema autobiografico.


Il gonzo

Nella migliore delle ipotesi è una narratore con cognizione di causa; nella peggiore, la più comune, è solo un fanatico che usa la prima persona del verbo. Adopera frequentemente inglesismi bizzarri e frasi fatte da critico, è un cultore di beat generation, Lester Bangs e Charles Bukowski; non rinuncia a parole o espressioni volgari e tratta spesso del proprio vissuto piuttosto che dell’album in questione; pare sempre scettico e cinico riguardo al carrozzone della musica rock (di cui fa immancabilmente parte).

  
Il bastian contrario

Il bastian contrario è in disaccordo per principio; non è un critico, non è un analista o un libero pensatore. E’ uno statista: identifica la maggioranza e si schiera al suo opposto. E’ prigioniero, in modo contrario, delle convinzioni altrui.
La logica sarebbe stata fare di questo pezzo una recensione negativa, ma ciò contravveniva alle regole del gioco e ho dovuto ripiegare su un profilo un po’ differente. Il bastian contrario è in accordo sul paino generale (Led Zeppeli IV gli piace!) ma è in perenne disaccordo nello specifico. Non lo nego, è stata una sfida!


Il pedante

Costui fa della digressione la sua arma segreta: meno preciso dell’analitico, più verboso dell’esaltato, il pedante ha grossi problemi nello stare entro i limiti di lunghezza. Abbonda di punteggiatura e perifrasi, evita le ripetizioni solo con estenuanti giri di parole. Spesso sull’orlo della supponenza, non riesce mai a cogliere nel suo testo il senso unitario di un album.


Il conformista

Un tipo subdolo; ottimo padronanza della lingua, testi equilibrati, lessico vario. Lo si riconosce, a volte, solo ad una seconda e più approfondita lettura. Non prende mai una posizione assoluta, smorza ogni superlativo è un virtuoso della compensazione e dell’equo bilanciamento. “Veltroniano” della sintassi, predilige costruzioni correlative del tipo “non solo… ma anche”, “sia… sia”, “né… né”. Sfrutta forme avverbiali e dubitative che passano spesso inosservate come forse, probabilmente, magari, quasi certamente… Si fingerà in disaccordo sulle piccolezze ma è solo una strategia per sviarvi: sul piano generale, laddove le cose contano, sta sempre con la maggioranza.

A presto e...Stay tuned!

9 commenti:

Marco Grande Arbitro ha detto...

Che mal di testa!
Ultimamente faccio fatica ascrivere post, e leggendo le descrizioni mi ritrovo in tutte!
Ho dei disturbi molteplici della personalità!

allelimo ha detto...

Mi ricorda qualcosa...
:)

Blackswan ha detto...

Un post favoloso ! Come Marco, anche io mi sono ritrovato in tutte le descrizioni, e a mettere insieme il puzzle ne viene fuori qualcosa di realmente mostruoso :)Confido nel tempo : a furia di scrivere, primo o poi,riuscirò a recensire un disco dignitosamente e per i settant'anni è probabile che ci riesca:)
Un abbraccio

Unknown ha detto...

Io dico che riconoscersi un po' in tutti i profili è cosa buona e giusta; significa non essere succubi di una visione unilaterale e stereotipata!

Bartolo Federico ha detto...

io di recensioni non ne scrivo Evil, per cui non so dirti molto sull'argomento. so che non mi hanno mai entusiasmato, tranne quelle che sciveva Zambo ai tempi del Mucchio.ma era molto,molto tempo fa.certo però che meraviglia di disco che hai scelto.una fetta di cuore.un abbraccio

randi ha detto...

mi piace come scrivi...

La firma cangiante ha detto...

Uo, uo, uo, non vedo l'ora :)

Viktor ha detto...

Scimmia, mi piace moltissimo questo tuo progetto e leggo con molto interesse i tuoi post su quest'argomento, di cui questo mi pare essere il più interessante. Vorrei copiarlo e metterlo nella homepage di RN come libretto di istruzioni per la lettura delle recensioni. Che dire, anche io mi ritrovo in più di una categoria da te citata, ma la cosa non mi spaventa particolarmente: quando scrivo cerco sempre di suscitare un certo interesse nell'argomento che tratto, tentando di affrontare il soggetto da un'angolazione che risulti un minimo intrigante o interessante anche per chi di musica ne mastica poca.
Per il resto condivido con te l'analisi semantica e sintattica dei corpora, avendo anch'io una certa passione per la linguistica (non si direbbe, eh?) e in quanto al dare il giusto peso ai testi nell'analisi di un disco, lo sai, con me sfondi una porta aperta!
Anche io non sopporto troppo l'utilizzo delle forme retoriche e delle frasi surgelate pronte ad essere cotte nel microonde del recensore da blg (ma anche da giornale specializzato!); più in generale, comunque, non sopporto l'atteggiamento snob di chi scrive con la puzza sotto il naso, esattamente come fatico a leggere recensioni che non son altro che uno sbrodolare inutile di elogi, iperboli e superlativi. L'equilibrio e l'obiettività son sempre le strade migliori: se voglio sapere qualcosa di più su un disco, non mi serve a nulla legger una recensione che ne metta in luce solo gli aspetti positivi o negativi. L'argomentazione delle proprie posizioni non è solo un esercizio di stile, ma fa la differenza tra un giudizio dato con cognizione di causa e uno dato e basta, oltre magari a dar maggiormente al lettore la possibilità di capire se il prodotto di cui stiamo parlando possa o meno fare al caso suo.
Son meno d'accordo con te invece quando dici che bisognerebbe cercare di parlare del disco in maniera più "laterale", per sensazioni e associazioni di idee, senza per forza soffermarsi sui pezzi che lo compongono. Beh, se io voglio parlare di un disco voglio per prima cosa parlare dei brani che ci sono dentro, analizzandoli un minimo sia dal punto di vista testuale che quello musicale, cercando di contestualizzarli nell'ottica anche di un discorso comparativo; parlassi di cozze e calamari anzichè della tracklist (per usare un inglesismo che mi evita la ripetizione, ma ancor più l'orrendo corrispettivo italiano), forse non farei altro che confondere il lettore.
Comunque, la tua è una bella idea, condita con la giusta dose di (auto-)ironia che apprezzo molto.
Ecco, senza rendermene neanche conto, ho fatto la recensione di un post sulle recensioni. Si noti il mio tentativo di andare oltre il mero giudizio superficiale bello/brutto, mi piace/non mi piace, tutto giusto/tutto sbagliato, e la volontà di dar equo spazio a entrambi gli aspetti delle suddette dicotomie. Del resto, se quando è ora di farlo, non mi tiro indietro neanche dal bacchettare Springsteen.. ;)

Unknown ha detto...

@vik: mi sono preso un po' più di tempo per rileggere e rispondere meglio al tuo commento, per cui ti ringrazio.
"Le brutte recensioni" è un piccolo ciclo che conterà ancora un paio di "uscite" di cui una, credo la più dettagliata" sarà, finalmente, interamente "propositiva".
Mi rendo conto che fino ad ora sono stato forse un po' "decostruttivo", diciamo così, allora ha finalmente sistemato alcune linee guida (totalmente personali e sicuramente migliorabili) per scrivere testi un po' diversi. "Un po'",non sarò certo io a fare rivoluzioni!
In quel contesto cercherò di illustrare meglio l'approccio "laterale" che è molto divertente da scrivere ma se non ponderato bene rischia di essere qualcosa di "differente" dalla recensione magari inutile al lettore (come hai intuito).
Io sono contento che tu abbia colto correttamente la morale di questi post, io non voglio insegnare a nessuno a scrivere, voglio solo capire, sperimentando il farmaco su di me x primo, se la "qualità" è solo un'opinione o si può fare qualcosa per migliorarla.
Ancora saluti!

Fammi sapere se utilizzi qualcuno di questi materiali per RN che ne sono solo felice!))

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