A oltre sessant’anni dalla sua nascita, la storia dell’unico solista
afroamericano che poteva rivaleggiare con Hendrix; Eddie Hazel, figura mitologica
della chitarra elettrica, è oggi un eroe dimenticato di un tempo eroico per la
Black-Music.
"Cerca… cerca di suonare come se tua madre fosse appena morta… suona
così!”
Poi il chitarrista si piega sullo strumento, socchiude gli occhi;
attorno a lui solo un mormorio blues in lontananza. E il fruscio elettrico
della tastiera; in dissolvenza. Non servono parole.
Il modo in cui George Clinton cercò di tirare fuori il meglio dal suo
solista - immaginare la madre morta - oggi è solo un aneddoto sulla genesi
dell’ epica “Maggot Brain”.
Ma durante quella seduta d’incisione, da qualche parte, nella Detroit
dei primissimi anni ‘70, Eddie Hazel fu il miglior chitarrista rock del mondo.
E lo fu, per fortuna di chi ascolta, proprio mentre il jack era
inserito e le spie accese.
Tutt’intorno ci sono i neon tubolari, il fracasso della General
Motors; vapori urbani e pioggia leggera.
La storia di Eddie
Hazel inizia il 10 Aprile 1950 a Brooklyn; da bambino canta nel coro, inizia presto
a suonare la chitarra. Ad appena 12 anni conosce un bassista in erba di nome
Billy Nelson, di un anno più giovane; con lui forma i primi complessi. Cinque
anni più tardi sarà lo stesso Nelson ad introdurlo a George Clinton, pittoresco
guru della nuova funky music in cerca di un gruppo che lo supportasse in tour. Hazel
e Nelson arrivano giusto in tempo per la prima hit, “(I Wanna) Testify”, Rn’B
robusto pur senza troppa originalità: sarà comunque nella Top 20. L’inizio
appare promettente e il giovanissimo Hazel si imbarca nell’affare: da allora la
sua vicenda artistica sarà, nel bene e nel male, inscindibile (e spesso offuscata)
da quella del grande personaggio George Clinton.
Al successo di “(I Wanna) Testify” seguono altri 4 singoli per la
Revilot Record, ma nessuno entrerà in classifica; i Parliaments perdono
rapidamente quota, anche perchè la musica, sul finire del decennio, appare in
rapido cambiamento: non è più epoca di quartetti vocali e doo-woop da sala da
ballo, ma piuttosto da ballata acida per sit-in universitari; nel frattempo
Eddie sviluppa uno stile ispirato tanto a Jimmy Nolen (allora chitarrista di
James Brown) quanto alla nascente scena psichedelica.
La prima svolta arriva nel 1969, quando il gruppo si consolida attorno
al nuovo progetto Funkadelic. Clinton ne è produttore, regista e autore: il
focus musicale passa dalle armonie vocali ad essere tutto sulle spalle degli
strumentisti che, liberi da ogni struttura-canzone di 3 minuti e senza l’assillo
della hit necessaria, possono improvvisare liberamente su jam di psycho-blues
incandescenti. La band firma per la Westbound e trasloca a Detroit, una delle
scene più eccitanti d’America per il rock più puro e rabbioso. Hazel dominerà la prima “trilogia” del gruppo: “Funkadelic”,
“Free Your Mind...And Your Ass Will Follow” e “Maggot Brain”.
Ma nel frattempo Clinton, in una fase di acuta schizofrenia, resuscita
i Parliament: non sono certo più il gruppo vocale di qualche anno prima, ma
rappresentano la parte Rn’B del leader. Tra la fine del 1970 e il settembre
1971,i Parliamet (che mantengono la stessa line-up dei Funkadelic) incidono 5
singoli e un album per la Invictus. “I Call my Baby Pussycat” (dicembre 1970),
firmata anche da Eddie, sembra l’inno della
band e la sua chitarra hard-funk può spaziare tra Beck ed Hendrix fino a
trovare un suo stile. Intanto è entrato in gruppo anche il preparatissimo
tastierista Bernie Worrel: con lui la chitarra di Eddie incrocerà le lame in
duelli al limite del rock. Il secondo singolo, “Red Hot Mama” (febbraio 1971),
è aperto da un collasso di feedback del chitarrista, che poi infila il riff più
pesante della sua carriera: metallico, grezzo a volume spropositato; la canzone
diventa un po’ la “Whole Lotta Love” del gruppo, ma il successo ancora non
arriva. L’album del luglio 1971, “Osmium”, contiene tra l’altro il funk
tiratissimo di “Breakdown”, in cui Hazel conduce al galoppo tutti quanti, e
l’epica spaziale “Livin' the Life”. Eddie raggiunge l’apice della prima
parentesi con i Parliament con “Come in Out Of the Rain” (settembre 1971),
ballata politica in crescendo à la “Hey Joe” in cui il chitarrista è fluido,
immacolato, perfetto; la canzone suona come una traccia di Volunteers dei
Jefferson con Hendrix al posto di Jorma Kaukonen.
Nel 1995 la Fantasy ristampa in CD “Osmium” col titolo “First Thangs” aggiungendo
B-side e inediti come “Fantasy Is Reality”, soffice brano corale in cui il
chitarrista ricama un lungo assolo pieno di effetti, colori sonori e fragili
distorsioni, fondendo ed esasperando gli stili di Beck ed Hendrix.
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